CAPITOLO 3.

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«Ciao» gli dissi. «Ben svegliato»

Il ragazzo mi guardó con fare interrogativo. Cominció ad agitarsi. «Dove mi trovo?» Cominciai a spiegargli tutto. «Sei nella Radura. Ogni mese quella scatola porta un nuovo pivello, ma io sono arrivata tre giorni fa, adesso ci sei anche te. Parla con Alby, quel uomo in fondo alla stanza, lui ti spiegherà tutto.» Il ragazzo si alzó per andare da Alby ma lo interruppi. «Tu ti ricordi di me?» gli dissi. «No, io non ti conosco.Perché? » mi rispose lui.
«Appena la Scatola si è aperta hai urlato il mio nome prima di svenire di nuovo. Ricordi il tuo nome?»

«Thomas. Il mio nome è Thomas.»

Cavolo il ragazzo già si ricordava il suo nome. Se solo lo sapesse Gally darebbe di matto.

Mentre Thomas parlava con Alby che gli spiegava tutto ció che doveva sapere io mi diressi da Newt. «Ciao Y/n!» mi salutó lui. Io ricambiai il saluto. Il biondo mi spiegó che tutti hanno il lavoro, ognuno poteva scegliere il proprio così io decisi di fare lo stesso di Newt. Mi piaceva passare del tempo con lui.

Newt parve molto contento dalla mia scelta del lavoro, andammo alla postazione, lui mentre raccoglieva dei pomodori mi guardò e disse: «Potresti farmi un favore? Potresti prendere del concime nel bosco? » Io annuì, lui mi passo secchio e paletta.

Mi diressi senza lamentarmi verso il bosco. Volevo rendermi utile e non potevo dire di no a un Newtie con gli occhi dolci. Cominciai a raccogliere il concime quando sentì un rumore. Mi guardai intorno e vidi Ben, uno dei velocisti guardarmi storto.

«Ehi Ben? Come mai da queste parti?» Lui non rispose e improvvisamente cercó di saltarmi addosso, io mi dimenai e cominciai a correre, correre e correre con lui dietro che teneva il passo. Lo avevo alla calcagna.

Mi accorsi troppo tardi di un pezzo di legno per terra, inciampai e mi ritrovai sul suolo con Ben sopra di me. Era impazzito, cosa caspio gli era preso?! Non era lo stesso Ben di sempre, era aggressivo, sudato, pallido e aveva delle grandi borse sotto gli occhi. Lo sentì urlare: «È colpa tua! È tutta colpa tua!»

Colpa mia? Ma per cosa, cosa avevo fatto di tanto grave io?

Notai il teschio di qualche animale per terra, lo presi e glielo sbattei in testa mentre mi dimenavo, per liberarmi dalla sua presa. Ci riuscì. Cominciai a correre più veloce di prima, uscì velocemente dal bosco con Ben che mi correva dietro, cominciai ad urlare. «AIUTO! AIUTO! BEN È IMPAZZITO, AIUTO!»

Vidi Newt girarsi di scatto da lontano sentendo la mia voce, prese un bastone che giaceva sul suolo affianco a lui e cominció a correre nella mia direzione. Io caddi per terra sfinita e lui colpì in testa Ben con il bastone.

Poi la sua attenzione era rivolta a me, sdraiata per terra con il fiatone, mi guardò preoccupato.
«Sei ferita? Ti ha fatto qualcosa?» «No Newt. Sto bene grazie. Cosa gli è successo?»

«È stato punto da un dolente..» affermó il biondino.

Il mio labirintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora