Agosto 2020
"Perfetto, fateli disporre lungo tutto il perimetro, allora. Ci risentiamo tra cinque minuti"
De Santis si è allontanato per una telefonata personale e ha lasciato a Loi la supervisione della sicurezza del Presidente e della sua famiglia. Mauro ha escluso l'auricolare del collega, per evitare di ascoltare il suo colloquio telefonico, poi ha conferito con Ricci e Fumagalli, che si trovano qualche centinaio di metri più indietro, impegnati a coordinare le forze di polizia locali che sono state loro assegnate per quel pomeriggio, e ora può concentrarsi sulle tre figure che si muovono sulla spiaggia, davanti a lui.
Ma, sarà per la chiacchierata che ha appena fatto con Eleonora, che sa leggerlo dentro come un libro aperto, o sarà perché è la prima volta che si trovano a dover seguire il Presidente in un contesto così intimo, è nervoso come poche altre volte gli è capitato di essere.
Controlla il cellulare di servizio, che peraltro ha appena utilizzato, poi lo mette in tasca. Verifica che l'auricolare sia perfettamente a posto e che funzioni a dovere. Si posiziona millimetricamente gli occhiali sul naso.
Sbuffa, impercettibilmente.
"Eddai, Mauro, e che cazzo..."
Sospira, poi concentra lo sguardo sull'uomo e sul bambino che stanno giocando sul bagnasciuga. Eleonora è leggermente discosta, si è assunta l'onere di riempire due secchielli d'acqua per costruire un castello di sabbia e lo sta facendo, china sulle onde cristalline che le lambiscono le caviglie. Ride, quando suo marito la rimprovera bonariamente perché ci sta mettendo troppo tempo e torna verso di loro, accoccolandosi al loro fianco, le labbra a cercare la guancia del marito per un bacio leggero. Il Presidente è seduto a terra, in calzoncini e t-shirt e tiene seduto sulle sue gambe il piccolo Amir, il bimbo che presto avranno in affido permanente. Il bambino sembra frastornato dal rumore delle onde e impaurito dalla potenza del mare, e dalla consistenza vacua della sabbia sotto di sé e Mauro osserva con il fiato spezzato per l'emozione la pazienza con cui il Presidente cerca di farlo familiarizzare con quel nuovo elemento. Afferra un piccolo quantitativo di sabbia con la mano e la scendere lentamente sul piedino di Amir. Sorride, rassicurante e finge un gioioso stupore quando questi ritira svelto la gambina, per evitare quella cascatella polverosa. Allora fa la stessa cosa sul piede della moglie e sorride di nuovo al bambino, negli occhi un'espressione serena Vedi? sembra dire ai grandi occhioni scuri che lo scrutano È tutto a posto, non fa male. E ci sono io con te.
Deglutire per Mauro diventa quasi doloroso. La mano cerca il contatto col cellulare, in tasca, per non cedere all'emozione di quel momento. Deve stare concentrato, sono all'aperto, in pieno giorno e molto visibili. Deve stare attento, non può esserci spazio per le divagazioni personali.
Ma è inutile. Per quanto si sforzi, alle tre figure davanti a lui se ne sovrappongono altre e non può impedirsi di vedere sé stesso e Fabrizio in quello stesso contesto, con un bimbo loro a cui far conoscere il mare. La veridicità con cui riesce a leggere la gioia sul proprio volto e su quello del suo compagno è così intensa che lo fa vacillare.
Deve forzarsi, per riprendere a respirare con calma e per far sì che di quell'attimo così intenso non traspaia nulla, se non il gesto meccanico e inutile con cui estrae per l'ennesima volta il telefono dalla tasca e lo guarda senza vederlo.
Il desiderio di paternità è nato da poco nel suo cuore. O forse c'era da chissà quanto tempo ma si è sempre obbligato a non fargli spazio, tanto era complicato già vivere il resto. Ma il suo rapporto con Fabrizio, così intenso e totalizzante, lo sta facendo venire a galla ed esplodere in tutta la sua grandezza.
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OLTRE
General FictionOltre l'arroganza, l'ostilità e la discriminazione c'è l'amicizia, quella vera.