Capitolo 18 - Oltre

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Intorno alla nuova coppia si è formato un capannello gioioso di persone che si congratulano e li abbracciano.

Il Presidente, in cui scorre ancora potente il sacro fuoco del giurista meticoloso, freme per rendere formale ciò che si è appena concluso e cerca di attirare l'attenzione sui fogli che ha disposto con cura davanti a sé. La prima che decide di distogliere da quel profluvio affettuoso di saluti è sua moglie.

"Eleonora se cortesemente vuoi smettere di piangere e mettere una firma qui". La moglie lo fulmina con lo sguardo, il fazzolettino di carta zuppo di lacrime serrato in una mano, poi prende la penna che lui le porge ma prima di firmare si avvicina al suo orecchio: "Sei il solito precisino del cazzo". Lui sorride, con quel suo sguardo a metà tra l'innamorato perso e il professore in cattedra a cui sa che lei non resiste e la rimprovera bonariamente. "Linguaggio, signora, la prego..." Ridono insieme, poi si scambiano un bacio veloce ed Eleonora si allontana, strattonata da Amir che, forse impaurito dalla folla, insiste per essere preso in braccio.

"De Santis, è il suo turno. Mi controfirma anche lei, qui, sotto la firma di mia moglie?"

Giancarlo esegue, poi riconsegna la preziosa stilografica al Presidente che, incurante di quanti ancora si affollano intorno a Mauro e Fabrizio si intromette per ottenere anche da loro le rispettive firme sul documento. Lo rilegge con cura e soddisfatto lo ripone tra le pagine del codice civile e finalmente raggiunge la moglie e il figlio nella sala attigua dove sono stati allestiti gli aperitivi e dove pian piano tutti gli invitati stanno iniziando a dirigersi.

Sul fondo della sala in cui si è svolta la cerimonia Ricci e Fumagalli stanno ancora confabulando tra loro.

"Cazzo Andrea! Fanculo a quella cazzo di preghiera o quel che diavolo era... stavo quasi per piangere!"

"Smettila di dire stronzate e muoviti, che hanno appena salutato, dai, muoviti!"

Hanno adocchiato le testimoni di Fabrizio e hanno passato tutta la cerimonia a darsi gomitate e a confabulare su quale fosse il modo migliore per avvicinarle. Non sono arrivati a una vera e propria strategia, ma ora è decisamente il momento di muoversi

"Dai, muoviti. Io la bionda e tu l'altra!"

"Ma son bionde tutt'e due!"

"Io quella in blu!"

"Ma sono in blu entrambe!"

"Ma cazzo, ti vuoi muovere? Tu quella con cui non parlo io! E dai!"

Il salone in cui è stato preparato il buffet e predisposti i tavoli è attiguo a quello in cui tutti hanno consumato il loro aperitivo.

Quando Giancarlo entra, il Presidente sta attendendo pazientemente che Eleonora faccia prendere posto ad Amir al tavolinetto appositamente allestito per gli ospiti più piccini. Vicino a lei anche Monica sta facendo una serie pressoché infinita di raccomandazioni ai suoi bambini.

È appena andato a parlare con il collega che in quella giornata così particolare fa le sue veci come capo della sicurezza personale del Presidente. Gli ha chiesto di essere il più discreto possibile, visto che all'interno della sala ci sono comunque lui, Andrea e Claudio. C'è anche Mauro, ma un'occhiata al collega, sorridente e perso negli occhi del compagno, lo fa sorridere di rimando e scuotere piano la testa. No, Mauro decisamente oggi è da tutt'altra parte.

"Tutto a posto De Santis?" La voce del Presidente lo richiama alla realtà. Annuisce convinto "Sì Presidente, tutto a postissimo". L'altro vedendo che la gestione dei bambini da parte delle rispettive compagne è ancora ben lontana dal dirsi conclusa indica il tavolo vicino. "Che ne dice di sederci, intanto?"

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