28.

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Arrivai alla torre di astronomia, ma di Malfoy non c'era traccia.
L'aria mi accarezzava la pelle, e nonostante fosse rilassante, mi faceva sentire più sola di quanto già mi sentissi.
Mi raggomitolai nella mia giacca di pelle, stringendomela sulle spalle.

Pov's Draco
Davanti allo specchio mi stavo sistemando la cravatta, non vedevo l'ora di vederla e di vedere di nuovo il suo sorriso e i suoi occhi.
Nel mio petto bruciavano un mucchio di emozioni, talmente forti che quasi mi facevano male.
Sospirai e tentai di calmarmi.
Ero così contento, stavo riuscendo ad avvicinarmi di nuovo a lei, ma con cautela e presto avrei potuto riaverla fra le mie braccia.

Un boato rimbombò nelle mie orecchie, mi girai di scatto, Bellatrix aveva un ghigno stampato in volto e si dirigeva a grandi passi verso la mia figura.
Aveva un rossetto rosso accesso e varie rughe sotto gli occhi.
Impietrito, schiusi le labbra.
"Che ci fai qui Bellatrix?"
"Dobbiamo andare alla riunione, non ricordi?"
Oh cazzo, me ne ero dimenticato.
Rimasi paralizzato.
"Signore oscuro, tuo padre no?" Un ghigno echeggiò nella mia stanza, innervosendomi.
"Sai cosa accade se non partecipi" si avvicinò ancora di più a me.
Io mi costrinsi a non guardarla.
"Ti ricordo che questa è la seconda possibilità"
Ci fu una pausa piccola, ma a me sembrò infinita.
"E l'ultima"

Cazzo, Avrei dovuto appendere Camilla.
Mi sentivo un fottuto stronzo.
Ma ne andava della mia stessa vita, sospirai.
Deglutì
"Andiamo"
Le porsi la mano, lei l'afferrò decisa e con un salto ci smaterializzammo in casa mia.
Una reggia luminosa si inalzava davanti ai miei occhi, tutta apparenza perché l'animo che c'era in quella camera era tutt'altro che luminoso.
Il giardino, ricco di narcisi, i fiori preferiti del mio odioso padre. L'ingresso invece era adornata da statue e dipinti di grande valore e sulla parete c'era oro e rame dovunque.
Sospirai, lì avevo trascorso la mia infanzia, ma non ne avevo un bel ricordo.
' Solo' è la parola giusta per descrivere la mia adolescenza e la mia infanzia.
Oppure 'abbandonato a se stesso' forse rende ancora di più.
Per la verità quella non si potrebbe definire neanche infanzia.
Roteai gli occhi al cielo vedendo la figura di mio padre che con fare imponente che si avvicina a me, sarebbe stata una lunga giornata.
Me lo sentivo.

_

Aspettai un'ora quel coglione di Malfoy, poi girai i tacchi e tornai al mio dormitorio.
"È durata così poco?"
"Mi ha appesa"
Odeya spalancò gli occhi
"COSA?"
"Hai sentito bene, l'ho aspettato per un'ora"
Odeya era sconvolta più di me, io invece più che sconvolta ero arrabbiata.
Ma di una rabbia che ti consuma dentro e ti fa ribollire.
"Non mi piace proprio questo Malfoy,
Allora"
"Neanche a me"
Mentivo, in realtà oltre a essere divorata dalla rabbia. Ero anche abbastanza dispiaciuta, ma lo ignoravo.
Lasciai cedere il mio corpo sul letto.
"Ehi, non ci rimanere male, è solo un coione"
Esclamò Odeya alzandosi
"Lo so" sospirai
La porta si spalancò, entrambe ci girammo di scatto.
Nicola con un grande sorriso si avvicinò alla mia esile figura.
Ero triste e frustrata e non avevo minimamente voglia di parlare con lui o con qualsiasi altra persona, avrei voluto solo dormire e dimenticarmi di quella giornata.
"Che ci fai qui Nicola?" Sbuffai
"E che accoglienza!" Esclamò divertito
"Ero venuto per sapere come stava la mia magnifica cuginetta" si girò con un sorrisone
"Come sta il mio nipotino?"
"Bene, bene" rispose Odeya
"È voi come state?"
Da me non ebbe risposta
"Io un po' stanca, Camilla con il cuore a pezzi"
"ODEYA!" Esclamai guardando storta la mia amica.
Mi sorrise
"Chi mai ha potuto spezzarti il cuore mia cara?" Si sedette accanto a me
"Non ne voglio parlare"
"Che ne dici di berci una burrobirra per dimenticare?"
Una birra, era proprio quello che ci voleva.
"Ok, ma vengo per la birra non per te"
"Come sei crudele" sorrise Nicola, cingendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi.

Fanculo MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora