Saltiamo un attimo la parte in cui sono svenuto, perché vorrei parlare meglio delle mie sorelle. Esatto, voglio iniziare con un cliché, parlando prima delle mie sorelle dato che questo capitolo è incentrato su di loro. Come se la mia storia non fosse già un cliché unico...
Parlando di loro, ci ero molto legato, soprattutto da quando abbiamo iniziato a giocare insieme quando eravamo più piccoli.
Akane è sempre stata la sorella più attaccata a me, così tanto che a volte sembrava che avesse una qualche ossessione strana verso i miei confronti. Si preoccupava spesso per me, anche quando non ce n'era bisogno. In pratica io ero il suo più grande idolo...
Mizuki mi voleva bene, forse troppo. Date le lunghe assenze dei nostri genitori per via del lavoro, lei si comportava spesso da madre e ci cucinava sempre quando eravamo da soli. Nonostante il suo carattere molto scherzoso nei miei confronti, ci teneva veramente molto a me.
Vado molto fiero delle mie sorelle...
Avete ascoltato fino a questo punto....
Grazie.
Ora facciamo sul serio."Finalmente ti sei svegliato, pensavo che fossi morto. Non volevo un cadavere sul mio divano."
Chi sta parlando? Sono in una stanza che non conosco e sento una voce...dove si trova la persona che sta parlando ora?
E poi.... su cosa è appoggiata la mia testa? Ma sono gambe queste? Pensai alzando il mio sguardo."Kyiomi? Cosa ci fai qui?" Dissi alla ragazza dura.
"Ci abito, sei a casa mia..." mi rispose.
"Già, in effetti, ora che ci penso, mi ricordo di questa stanza... perché sono qui?" Le chiesi.
"Ti ci ho portato io...anzi in realtà ti ha portato quell'altro tuo amico secchione, com'è che si chiamava....?"
"Tadashi? Ma lui cosa c'entra?"
Mi spiegò tutto l'accaduto, in modo che io potessi capire bene la situazione.
Dopo che il tizio che mi assalì, se ne andò, la ragazza dura mi trovò sdraiato a terra sporco di sangue. Fortunatamente in quel momento stava tornando a casa anche Tadashi, quindi gli chiese se poteva portarmi a casa sua. Infine, per un motivo che non ho ben capito all'inizio, con il mio telefono chiamò anche Mayumi e Yuriko, che non erano ancora arrivate. Invece Tadashi era andato a casa a farsi una doccia."Questo è tutto. Dovresti ringraziarmi, se non fosse per me, saresti ancora lì a marcire in mezzo alla strada..." mi disse con un tono freddo.
Mi avrebbe trovato di sicuro qualcun'altro... è buffo poi sentire con quanta freddezza parli in questa situazione, sembra che non abbia emozioni certe volte... pensai.
"Già....grazie... vorrei chiederti un'ultima cosa... dove sono i miei vestiti? Sotto le coperte non ho nulla..." dissi imbarazzato.
"Oh, non potevo di certo farti sdraiare sul mio divano sporco di sangue e fango... dopo sarebbe stato un casino ripulirlo..."
"Quindi mi hai spogliato..."
"No, ti ho spogliato, lavato e disinfettato le ferite... ho lavato anche i tuoi vestiti, ora sono fuori ad asciugare... non preoccuparti, non ho fatto nulla al tuo corpo... certo che per essere un sedicenne, hai un fisico molto sviluppato."
Perché sono tutti fissati con il mio fisico?
"Non avevi altri vestiti da uomo qui in casa?"
"Sì, ma sono di mio padre, quindi ho preferito evitare."
"Capisco...ad ogni modo, perché hai deciso di aiutarmi?" Le chiesi.
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GENJITSU- La realtà in cui sono cresciuto è una bugia
RomanceQualcuno si sarà mai chiesto se tutta la sua vita, tutto ciò che sapeva di sé stesso fosse reale? Gabriel, un ragazzo orfano nato in Italia e adottato da una famiglia giapponese se lo è chiesto molte volte. Non si sarebbe mai aspettato che un anno s...