4. Ritmo

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Una sveglia al quanto inquetante per poco non mi fece trovare faccia a faccia con il parquet. Assomigliava ad un allarme e non era per niente bello come risveglio, i miei soliti violini calmi non avevano niente a che vedere con questo rompi timpani.

Mi pulii la bocca dai rimasugli di cibo della sera precedente, come previsto ci eravamo addormentati l'uno sopra l'altro. Avevo per sino un cetriolo morso tra i capelli e a giudicare dalla rondella mancante sull'occhio di Kevin, era stato proprio quest'ultimo a regalarmelo.

Mi alzai sgranchendo le gambe indolenzite dalla posizione poco comoda in cui mi ero addormentata.
<<Ragazzi>>. Parlai cercando di svegliarli. <<Ragazzi>>. Dissi alzando il tono di voce ottenendo come risposta solo un rumore di naso, russavano tranquilli. La soluzione migliore era lasciarli dormire per evitare eventuali sfuriate ma le cose semplici non mi piacevano.

Cercai su YouTube la sveglia dei soldati, che non erano altro che delle trombe che suonavano in coro. Sarebbe stato esilarante vederli sobbalzare.
<<Sveglia!>>. Urlai accompagnata dalla musica melodica che gli strumenti a fiato provocavano all'interno del telefono.

<<Britney cos'è questa tortura?>>. Biascicò Veronica ancora tra il sonno. Si mise un cuscino in testa, lamentandosi. <<Il mattino ha l'oro in bocca>>. Continuai ballando in mezzo alla stanza.

Un cuscino mi colpì facendomi distrarre dalla correografia che stavo improvvisando. <<Questa è guerra>>. Esclamai lanciandomi, in modo poco elegante, sui miei amici.

La nostra battaglia terminò con io che trionfavo e avevo la meglio sui tre che svogliatamente si alzarono dal letto. Saltammo colazione, il giorno precedente avevamo fatto il pieno e alla vista del cibo provammo una certa nausea. Comunque ci sedemmo introno al tavolo per svegliarci con del buon caffè americano.

<<Stasera discoteca con i ragazzi, ci state?>>. Propose Betty appena letto il contenuto di un messaggio che le era arriva, presuppongo da Jughead.

<<Si perché no>>. Risposi finendo di bere la mia bevanda calda e posando la tazzina sul suo apposito piattino.

Verso l'ora di pranzo tornammo ogniuno alle proprie case per prepararsi al meglio per la serata che avevamo programmato. Di ballare non avevo molta voglia ma perdermi lo spettacolo di Kevin ubriaco sarebbe stato da sciocchi. L'alcol faceva si che si sciogliesse un po' di più e abbattesse le barriere che il suo cervello gli imponeva.

Arrivai a casa aprendo la porta di casa con le chiavi. Non sembrava esserci nessuno e la cosa era strana, era quasi ora di pranzo e la tavola doveva essere già apparecchiata.

Un foglietto attaccato al frigo mi saltò all'occhio. Mia madre mi avvisava del fatto che fosse andata a New york a trovare mia sorella e che sarebbe tornata lunedì mattina. Come se non avesse potuto scrivermi un messaggio o chiamarmi al telefono per risparmiarmi un viaggio inutile a casa.

Sistemai le cose in camera mia saltando il pasto, al solo pensiero di ingerire anche solo un chicco di riso mi veniva la nausea. Mangiare dolcetti e patatine alle una di notte non era stata una buona idea. Decisi di portarmi avanti con la preparazione per stasera e farmi un bagno rilassante.

Rimasi a mollo per quasi un'ora e solo dopo aver finito la playlist uscii dall'acqua. Mi avvolsi in un asciugamano tamponando i capelli con un panno in cotone. I capelli lunghi andavano curati e il mio tempo era dedicato a loro. Mi rilassava farmi maschere ai capelli o al viso, la cura del corpo era importante e altrettanto divertente.

La sera balenò in un secondo, ma l'organizzazione era una cosa che ancora mi mancava. Ero in ritardo con la tabella di marcia e avevo già ricevuto parecchie chiamate di sollecitazione da parte delle ragazze. Avevo rifiutato fino a che non ero pronta e appena infilai gli stivali risposi alla decima chiamata di Betty. Voleva avvisarmi che erano sotto casa da più di dieci minuti, allora non ero poi così tanto in ritardo.

<<Scusate ragazzi ero in fase di preparazione>>. Dissi ai due entrando nel sedilo dietro. Jughead era al volante e Betty al suo fianco.

<<Sapevamo che saresti stata in ritardo>>. Scherzò Jughead accendendo il motore e immetendosi sulla strada.

Arrivammo in poco tempo di fronte al locale. Erano arrivati quasi tutti, solo noi mancavamo all'appello. Riconobbi Fangs e Sweet pea, che come Jughead, indossavano sempre il loro giubbotto di pelle con il serpente dietro.

Mi sentivo leggermente insicura alla vista del ragazzo che parlava animatamente con l'amico di chissà quale argomento. Camminai comunque nella loro direzione, dove anche gli altri stavano.

<<Britney>>. Urlacchiò una voce familiare. <<Stai benissimo>>. Mi disse guardandomi da capo a piedi. Toni era sempre molto gentile e apprezzavo questo suo lato.

<<Grazie! Anche tu stai molto bene>>. Le dissi baciandole le due guance in segno di saluto. Rivolsi un cenno del capo anche ai due poco più in là.

<<Cerchiamo di divertirci ragazze>>. Disse Veronica, entusiasta. Sembrava molto contenta di essere qui.

<<Si ma non troppo>>. La interruppe Archie circondandole le spalle con un braccio. La reazione del rosso mi provocò una risatina divertita. Era sempre protettivo nei confronti della sua fidanzata e questo gli faceva onore. Sebbene facessi la forte anche io desideravo qualcuno che si prendesse cura di me, qualcuno che mi stringesse tra le braccia e mi sussurrasse cose dolci. Ovviamente questo succedeva solo nei film e starebbe rimasto solo un sogno infranto.

Un odore di sudore e alcol invase le mie narici. Quello si che mi era mancato, gente che si strusciava l'uno all'altro, coppie che si sbaciucchiano e persone ubriache nei posti più assurdi e improbabili. I luoghi affollati non erano i miei preferiti, mi sentivo soffocare e il locale era anche molto piccolo.

<<Divertiamoci allora>>. Disse Toni prima di trascinarmi in mezzo alla pista. Mi lasciai trasportare dal ritmo della musica, la melodia disco mi trasmetteva movimento, dinamicità e piano piano iniziai a scaldarmi. Ballare mi rendeva libera e lasciai che le mie emozioni guidassero il mio corpo.

Avevo la sensazione di essere osservata, sentivo uno sguardo che bruciava su di me ma in mezzo a tutta quella gente era difficile stabilire chi mi stesse guardando. Continuai a ballare insieme alle ragazza che sembravano divertirsi.

It's complicated | Sweet pea ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora