12. Regole non scritte

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Il livido sulla pancia aveva preso un colore violaceo, ancora faceva male. Non avevo un bell'aspetto: delle occhiaie pronunciate toreggiavano sotto agli occhi, la pelle spenta e l'aria assonnata. Per nascondere la mia stanchezza dovetti giocare di correttore, il make-up faceva miracoli.

<<Jughead è libero di protestare pacificamente>>. Disse Betty. Da giorni sembravano in competizione tra di loro, forse dovuto al bacio tra Betty e Archie o per le rivalità tra serpents e bulldog.

<<Buongiorno>>. Dissi, più come una domanda. I quattro mi rivolsero un leggero saluto per poi dividersi in coppie. Qualcuno non era di buon umore e io ero piuttosto stanca della loro faida interna. Loro non se ne accorgevano, si stavno allontanado a vicenda.

Presi posto in mensa cominciando a mangiare la mia insalata. Faceva piuttosto schifo, ma la dieta che mia madre mi faceva seguire non prevedeva lasagne per quel giorno. Sbuffai, prima di masticare controvoglia un pomodorino rosso.

<<Sembra buona>>. Esordì una voce, divertita.

Buttai giù il boccone prima di rispondere. <<Più di quanto sembra>>. Dissi voltandomi verso il diretto interessato.

<<Non sembri molto convinta>>. Replicò prendendo posto sulla sedia di fianco a me.

<<In effetti non ha per niente un buon sapore, ma come dice sempre mia madre: "Chi bella vuole apparire un po' deve soffrire">>. Ammisi cercando di imitare la voce di mia madre, Olivia. Per lo sforzo una fitta al basso ventre mi fece storcere il naso, il livido faceva male, speravo soltanto che nessuno se ne accorgesse.

Sweet pea rise alla mia buffa imitazione di mia madre. Era così bello quando sorrideva, il fatto che non lo facesse mai lo rendeva ancora più bello.
<<È un po' ciò che diceva la mia, solo che lo faceva per giustificarsi quando mi lasciava solo per andare com qualche uomo che l'avrebbe solo usata>>.

A quelle parole mi congelai. Parlava di questa cosa come se fosse normale, non sembrava triste ne ferito. <<Cavolo, mi dispiace molto>>. Mi affrettai a dire, nervosa.

In risposta rise di nuovo. <<Non devi farlo, non serve. È passato>>. Alzò le spalle per poi guardarmi negli occhi. <<Sai sei gentile con me, con noi>>. Mi disse scrutandomi.

<<Forse sto solo fingendo>>. Risposi distogliendo lo sguardo trattenendo una risata.

<<Le bugie non le sai proprio dire>>. Disse, sorridendo lievemente. Cercava di controllarsi, lo vedevo, lo percepivo. Sorridessi solo se era strettamente necessario, ma apprezzavo lo sforzo.

<<Hai ragione>>. Risi inforchettando un cetriolo.

Sweet pea se ne andò all'arrivo dei bulldog. Reggie prese il suo posto guardandomi in modo strano. <<Stai bene?>>. Mi chiese rubando un pomodoro.

<<Si, perché non dovrei?>>. Mi difesi, comfusa. Credevo di saper recitare bene, fino ad ora nessuno si era accorto del mio male, che fosse proprio Reggie il primo a renderse conto suonava strano.

<<Sei tutta rossa>>. Disse alzando le spalle. Trasalii guardando il mio riflesso nello schermo del telefono. Le guance leggermente rosee spiccavano sul pallore del mio volto.

<<È solo il caldo>>. Risposi nascondendo il mio volto guardando il piatto di fronte a me. Dopo aver finito di mangiare in compagnia di Reggie e i giocatori della squadra di football, raggiunsi il mio armadietto.

<<Stasera pigiama party a casa mia>>. Sobbalzai per lo spavento. Cheryl era apparsa alle miei spalle. Mi voltai sorpresa. Al suo fianco c'era Toni con indosso la divisa delle vixens.

<<Toni?>>. Domandai posando il mio sguardo sul serpents. Vederla al fianco di Cheryl con la divisa delle cherleaders mi confuse.

Sorrise. <<Adesso sono una di voi>>. Disse Toni aprendo le braccia per mostrarmi la divisa. Sbattei le palpebre più volte per trasformare la mia incredulità in felicità.

<<Ma è fantastico!>>. Esultai allegra. <<Per il pigiama party, non posso mancare>>. Continuai rivolta alla rossa.

<<Ne ero sicura>>. Affermò Cheryl. Mi avvolse tra le sue braccia, sorprendendomi. <<Sapevo che non mi avresti abbandonato>>. Sussurrò al mio orecchio.
Contavano su di me non capendo quanto io avessi bisogno di loro in quel momento. Stare in compagnia mi distraeva dal pericolo che stavo correndo con i ghouleis.

- - -

Pettinavo accuratamente i capelli di Betty mentre Veronica faceva lo stesso con i miei. Era divertente essere tutte insieme per fare cose tra ragazze, mi divertivo, ero serena ed ero riuscita ad evitare che vedessero il segnoscuro sulla mia pelle.

<<Vixens, cugina Betty, non vi ho invitate qui solo per un pigiama party. Ho paura a stare sola in casa mia>>. Confessò Cheryl in piedi di fronte a noi. <<Temo che mia madre e mio zio complottino contro di me e nana rose>>.

<<Cheryl avresti potuto parlarcene prima>>. Dissi con sguardo triste. <<Tra amiche ci si sostiene a vicenda giusto?>>.
Le ragazze mi rivolgono sguardi convinti appoggiando le mie parole di supporto.

Dormivo stretta nel piumone rosso, avevo una strana sensazione in corpo, come se stesse succedendo qualcosa di brutto e avevo ragione. Un tonfo secco mi giunse alle orecchie, mi alzai di scatto accorgendomi che nonero la sola ad averlo sentito. Ci precipitammo per le scale soccorendo subito nana rose alla fine dei gradini, la carrozina la sovrastava e lei sembrava stretta in una morsa di dolore.
Cheryl chiamò la polizia nonostante la madre fosse in disaccordo. La signora blossom mi inquietava, era fredda come il ghiaccio e i suoi occhi non trasmettevano niente.

Tornai a casa per una doccia veloce e per raccontare a mia madre quanto successo la sera precedente. Mia madre sapeva essere saggia, più di quanto mostrasse.
Rimasi sotto la doccia per più di venti minuti, dovevo svuotare la mente, riflettere e cercare una solozione a tutti i problemi. Non arrivai ad una conclusione, era tutto confuso e sparso.

I giorni di protesta passarono. Io avevo offerto il mio aiuto ai serpents. Con Betty facevamo a turno per portare cibo e bevante ai ragazzi che sembravano essersi abituati a me. Non ero un serpents, non stavo con uno di loro, ero solo disponibile.

I loro sforzi vennero ripagati dopo giorni, una grande folla si era radunata per sostenere Jughead. Eravamo tutti lì a guardare i giovani che combattevano per un futuro migliore.

<<Cosa ha intenzione di fare?>>. Sussurai a me stessa mentre mi riparavo dalla pioggia sotto l'ombrello. Betty e Kevin erano al mio fianco, guardavano la stessa scena. L'amicizia tra Jughead e Archie stava per sfiorare il limite della fine. Succedeva tutto per delle scelte sbagliate, e in quel momento il rosso ne stava prendendo una.

<<Mi dispiace Jughead>>. Disse Archie all'amico. Si guardavano, si sfidavano.

<<Anche a me. Non ti combatterò Archie. Guardati intorno>>. Rispose Jughead con una leggera vena di dolore. Soffriva, il suo migliore amico gli aveva voltato le spalle per non deludere il padre della ragazza, per lui doveva essere doloroso.

Mentre i due si rivolsero le ultime battute rivolsi uno sguardo a Reggie che mi stava guardando da tempo. Lo implorai di non fare ciò che il cervello gli stava ordinando, ma era cocciuto, non si sarebbe tirato indietro solo perché glilo stavo chiedendo. Il suo odio per qualcosa che non conosceva era più grande, dovevo solo abituarmi al fatto di vederli distruggersi a vicenda.

I serpents vennero liberati senza combattere dalle catene che loro stessi si erano messi. Osservai Sweet pea andarsene a testa alta, non potei fare a meno di sorridere di fronte al suo orgoglio. Si voltò indietro verso Jughead, ma il suo sguardo si incatenò con il mio. Gli sorrisi, incoraggiandolo a non arrendersi e lui solevò un angolo della bocca in un mezzo sorriso sghembo.

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