17. Guardati le spalle

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Sentii il telefono vibrare nella tasca del giubbotto. Appena controllai il contenuto del messaggio apparso sullo schermo una vampata di calore mi invase. Era una sensazione strana, provavo paura. Non era dovuto alla temperatura ma era il mio corpo che stava reagendo di conseguenza.

Non potevo credere che fosse arrivata a me così facilmente. Avevo agito in segreto, stando attenta. Pensare che mi avesse scoperto nel giro di così poco tempo mi faceva paura. Penny non aveva voglia di scherzare. "Hai scherzato col fuoco ragazzina, ora ne pagherai le conseguenze". La mia domanda era fino a che punto si sarebbe spinta per vendicarsi. A cosa puntava per ferirmi? Se fossi stata in lei sarei partita dalla famiglia. Corsi a casa con la speranza di arrivare in tempo per avvisare mio padre di tutto.

In pochi minuti arrivai a casa, qualcosa in me scatto quando trovai la porta lasciata aperta. Era strano, nessun componente della mia famiglia avrebbe volontariamente o involontariamente lasciato la porta principale spalancata. Le probabilità che lo avessero fatto erano minime.

Mi affrettai ad entrare. I miei occhi vagavano per la stanza in cerca di qualcosa. Nessun segno di effrazione, nessuna cosa rotta, nessun soprammobile fuori posto. Tutto sembrava intatto e in ordine. <<Sorpresa>>. Parlò una voce conosciuta facendomi quasi prendere un infarto. Non sapevo se essere contenta o arrabbiata. Era molto che non vedevo mia sorella, ma avrei preferito essere avvisata.

<<Brenda che cosa ti salta in mente?>>. Domandai retorica cercando di riprendermi dallo spavento. Non avrei voluto essere così sgarbata, le volevo bene, solo che il pensiero che le succedesse qualcosa era più potente.

<<Non sapevo fossi così suscettibile agli scherzi>>. Esclamò scherzando, facendo qualche passo verso di me per accogliermi in un abbraccio. Mi strinsi tra le sue braccia annusando il suo profumo che di cui tanto avevo avuto bisogno.

Passammo il pomeriggio insieme tra scherzi e chiacchiere, quasi mi dimenticai del messaggio di Penny. Brenda era così allegra che contagiò anche me col suo buon umore. Era passata per un saluto veloce, infatti ripartì poco dopo cena. Con la sua partenza scomparì la serenità. Il mio pensiero fissò era sulla donna che mi spaventava al punto da non saper più cosa fare. Ero alle strette, sapevo che da un istante all'altro si sarebbe fatta viva con qualcosa di pauroso.

Come da manuale il telefono cominciò a squillare sul tavolo della cucina. Lo voltai per vedere chi mi stesse chiamando, era numero sconosciuto ma sapevo benissimo chi fosse. Mi affrettai a rispondere. <<Pronto>>. Dissi con voce calma, nascondendo il tremolio che avevo. Nessuna risposta arrivò dall'altro lato del telefono, solo un silenzio assordante.

Un rumore secco e preciso mi costrinse ad allentare il telefono dall'orecchio. Un lamento seguì subito dopo. Avevo il cuore in gola. <<Stesso posto tra dieci minuti, o il tuo amico muore>>. Parlarono senza darmi modo di rispondere. Senza pensarci due volte corsi fuori casa in direzione dello sweetwater river.

In meno di dieci minuti raggiunsi la destinazione respirando a fatica. La testa mi scoppiava per lo sforzo dei giorni precedenti, poche ore di sonno pressavano su di me rendendomi stanca.

<<Sei così ingenua Britney>>. Disse una voce ridendo. Si stava palesemente prendendo gioco di me ma non indietreggiai di un passo. Voleva ferirmi, rendermi fragile colpendo ogni mio punto debole. E ci sarebbe riuscita se non avessi avuto accanto persone per cui combattere, per cui valeva la pena rischiare.

<<Parli di ingenuità, io credo più che sia avere coraggio>>. Parlai sfidandola con gli occhi. <<Mi hai attirato con qui l'inganno per avermi sola, indifesa. Quale soddisfazione avrai nel farmi del male se non posso difendermi?>>. Conclusi alzando un sopracciglio. Penny non si curò delle miei parole, non le importava giocare pulito e questo lo avevo capito da un pezzo. Speravo soltanto che il mio cervello elaborasse al più presto un piano per sfuggire a quello che la sua mente malata aveva programmato.

Alle miei parole rise, lo fece in un modo agghiacciante. Rise in modo freddo, senza sentimenti ne compassione. <<Salutami i morti>>. Disse soltanto. Ci misi qualche secondo a realizzare, e non abbastanza sufficienti per capire i suoi piani.

It's complicated | Sweet pea ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora