8. Picken's Day

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<<Quindi canterai con noi questo pomeriggio?>>. Mi chiese Veronica poco prima di entrare nel negozio. Cheryl rise a quella domanda, d'altronde come darle torto.

<<Io cantare? Sarebbe più probabile che Reggie e i serpents andassero d'accordo>>. Le risposi, divertita. Io e il canto non eravamo buoni amici, lo avevo ormai appurato da anni quando alla recita scolastica interpretavo un cespuglio invece che Biancaneve. Ero un albero piuttosto carino a dire il vero.

<<Ma starai con noi sul palco?>>. Continuò camminando tra gli scaffali.

<<Ronny senza offesa ma no. Mi sentirei di troppo>>. Tagliai corto leggendo l'etichetta di un prodotto.

<<Potrebbe essere divertente>>. Si intromise mia madre che ci aveva accompagnato a fare shopping. Io la guardai male e andai avanti. Non sarei mai salita su quel palchetto di fronte a tutta la città, piuttosto sarei rimasta a casa. Mi diressi alla cassa pagando la creama per il contorno occhi che usavo da ormai due anni.

Girammo ancora per qualche ora tra negozi e sembrava che solo mia madre e le ragazze si stessero divertendo mentre io pensavo ad altro. Per qualche strano motivo ripensai a Sweet pea, era un chiodo fisso per me dato che non riuscivo a capire come potesse rimanere trasparente di fronte a me.
Fu in quel momento che lo vidi appoggiato con le spalle al muro. Sembrava aspettare qualcuno fuori dal negozio di bricolage, e dato che all'appello mancava Jughead sicuramente aspettava lui. Mi incantai a guardarlo, era rilassato, si guardava attorno distratto e aveva un'aria tranquilla.

<<Britney non dirmi che provi attrazione per uno del Southside?>>. La voce di Cheryl mi riportò alla realtà facendomi pentire di averla invitata. La sua permanenza da me era durata meno del previsto. Ma sebbene la sua popolarità nella scuola fosse una delle migliori nessuno stava mai con lei e questo mi dispiaceva.

<<Non posso nascondere che sia un bel ragazzo>>. Dissi distogliendo il mio sguardo dalla figura di Sweet pea.

- - -

Stavo in piedi vicino allo stand delle mele caramellate mentre aspettavo di acquistare uno dei miei dolci preferiti. Mia madre mi guardava leggermente disgustata dalle cose che avevo mangiato fino a quel momento. Avevo una gran fame e il pre ciclo non aiutava affatto.

Cheryl e sua madre ci affiancarono. Penelope provò ad instaurare un dialogo con mia madre che la guardava, orrificata. Tra le due non scorreva buon sangue dai tempi del liceo, mia madre era sempre stata una testa calda. La chiamavano Olivia la corrida perché se si arrabbiava assomigliava ad un toro inferocito e su questo io potevo confermare. Mentre Penelope, beh, lei era tutto il contrario all'epoca.
Sorrisi a Cheryl prendendola sotto braccio ascoltando la canzone che Veronica aveva iniziato ad intonare insieme alle pussycat.

La melodia di Veronica venne interotta bruscamente dall'arrivo dei serpents. Vari ragazzi atenevano in mano dei cartelloni con varie scritte sopra. "Onora questa terra" dicevano la maggior parte delle scritte. Ero confusa e altrettanto contenta del fatto che qualcuno in questa città si opponesse a festeggiare un usurpatore.

Dopo uno sguardo d'intesa tra me e Cheryl ci avvicinammo per vedere meglio. Incrociai lo sguardo con Sweet pea mentre Toni accese il megafono e cominciò a parlare.

Cheryl guardava la ragazza, incantata. Io ero persa invece ad ammirare il ragazzo che faceva di tutto per non incontrare il mio sgaurdo una seconda volta.
Il discorso di Toni fu interotto dal signor Lodge. Il suo discorso era fatto per riportare l'attenzione dei presenti sul suo progetto e non fu per niente carino. Per questo non aspettai che finisse di parlare, mi allontanai poco più in là del palco. L'ipocrisia era una delle poche cose non riuscivo a concepire.

<<Per essere una ragazza del northside sei molto insolita>>. Disse qualcuno alle mie spalle mentre ero concentrata a guardare uno scoiattolo che saliva su un albero.

<<Perché tu conosci tutte le ragazze del northside?>>. Domandai alzando un sopracciglio. Rise leggermente prima di mettersi a sedere vicino a me. Lo guardai di profilo senza dare troppo nell'occhio.

Rimanemmo lì per un tempo indeterminato, in silenzio, ma non un silenzio di quello imbarazzanti, era tranquillo e sembrava parlare per noi. Guardammo il panorama che sembra essere improvvisamente interessante per entrambe.

<<Sweet pea, andiamo>>. Urlarono in coro dei serpends poco più lontani dalla panchina su cui eravamo seduti.

<<Sembra che abbiano bisogno di te>>. Gli dissi, sorridendo. Il ragazzo sembrò contrariato, ma lentamente dovette alzarsi per raggiungere i suoi amici. Mi rivolse un ultimo sguardo, dispiaciuto.

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