7. Ciliege

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Mi aggiravo per il corridoio silenziosamente, la giornata scolastica era giunta al termine e mi restavano solo le prove insieme alle ragazze. Avevo già indossato la divisa della squadra, dovevo solo fermarmi all'armadietto per alleggerire la borsa.

Aprii l'anta colorata lasciando i libri che non mi sarebbero serviti. Una piccola confezione di penne ancora incartate con un involucro di plastica giaceva sul fondo dell'armadio. Il fiocco per pacchi posto sopra maldestramente fu il tocco di gentilezza che ancora mancava. Mi voltai intorno non vedendo nessuno, ma sorrisi. I serpents sapevano essere sorprendenti.

Quel gesto rallegrò la mia giornata e alle prove mi concentrai meglio. Il ballo non erano solo passi di danza uniti insieme, era emozione, passione e amore.

<<Ottimo ragazze>>. Urlò Cheryl a tutte noi. Anche se quello doveva essere un complimento la sua voce mi spaventò al quanto.

<<Britney, vorrei parlare con te>>. Mi disse puntandomi un dito contro. Avevano bisogno di parlare tutti con me in quel periodo, la cosa mi lusingava ma avrei preferito andare a casa.

Mi avvicinai a lei. <<Dimmi pure Cheryl>>. Le dissi guardandola in modo gentile.

La ragazza sembrò imbarazzata, Cheryl non lo era mai. <<Sto avento dei problemi a casa, potrei stare da te per qualche giorno?>>. Chiese in modo diretto.

<<Ma certo, nessun problema>>. Le dissi accompagnandola verso l'uscita. Anche se Cheryl il più delle volte aveva un atteggiamento sbagliato era una brava ragazza. Non l'avrei lasciata in un momento di difficoltà. La madre non mi sembrava una delle persone più umane al mondo.

La guidai verso casa mia entrando cautamente dentro. <<Mamma sono a casa>>. Urlai senza ricevere una risposta .

<<Stasera siamo solo noi, cosa vuoi per cena?>>. Mi rispose invece mio padre con voce annoiata. Sbucò dalla cucina col telefono in mano. Digitava velocemente qualcosa, poi mi guardò confuso.

<<Papà lei è Cheryl una mia amica, rimarrà con noi per qualche giorno. Spero non sia un problema>>.

<<Sembra che tu abbia fatto tutto da sola>>. Il suo sguardo vuoto e freddo mi schernì silenziosamente. Andò via senza dire niente. Era sempre molto affettuoso.

Sorrisi a Cheryl che fino a quel momento era rimasta in silenzio. <<Andiamo su. Non fare troppo caso a mio padre>>. Le dissi.

<<Il mio era ancora peggio>>. Affermò facendomi ricredere. In effetti non aveva tutti i torti su quel punto. Mio padre per quanto freddo fosse non avrebbe mai potuto recare danno alla sua famiglia.

Per cena decidemmo di andare da Pop's, quale serata migliore se non mangiare in quella tavola calda.

Prendemmo posto tra i tavoli del locale e tra i clienti riconobbi Kevin e Betty parlare in modo serio. <<Cosa vuoi ordinare? Oggi offrono i Weiland>>.

<<Credo che opterò per il solito>>. Rispose chiudendo il menù.

<<Cosa avranno da nascondere>>. Sussurai tra me e me. Guardavo Betty e Kevin rivolgersi sguardi di intesa.

<<Cosa?>>. Domandò la rossa ma ero troppo impegnata a guardare i due. Odiavo non essere partecipe di qualcosa, se avevano problemi avrebbero dovuto parlarne con me e non nascondersi dietro incontri segreti o strane occhiate.

<<Aspettami un secondo qui>>. Le dissi raggiungendo Kevin e Betty a passo svelto.

<<Britney>>. Disse Betty, sorpresa. La guardai fredda e leggermente offesa mostrandole la mia disapprovazione sui loro incontri segreti. <<Va bene! Kevin ha scoperto che Chic è un video gigolò>>.

<<Il tuo fratellastro?>>. Domandai sapendo già la risposta. <<Siamo sicuri che non siete veramente fratelli?>>. Mi lasciai sfuggire senza volerlo questa battuta, pessima. Ma effettivamente non avevo tutti i torti.

<<Non sei divertente Britney>>. Mi riprese Kevin. Alzai le mani scusandomi con la ragazza e rimanendo qualche minuto lì per supporto morale. Poi tornai da Cheryl a mettere qualcosa finalmente sotto i denti.

<<Ho mal di pancia>>. Ammisi con una mano che mi teneva lo stomaco. Cheryl rise scuotendo la testa.

<<È passato molto tempo dall'ultima volta che ti ho visto, Britney>>. Quella voce, quella fottuta voce che avevo sempre odiato. Mi voltai di scatto. La sua lurida espressione non era cambiata, arrogante e sfacciato.

Strinsi i pugni fino a far diventare le nocche biance, era l'unico modo per non scoppiare e in quel caso non sarebbe stato intelligente. <<Malacai>>. Dissi a denti stretti.

<<Quanto rancore, dovresti rilassarti>>. Mi disse scostando i capelli che mi ricadevo sul volto. Non indietreggiai, rimasi in piedi davanti a lui studiando ogni sua mossa.

<<Malacai lasciala stare>>. Intervenne Adam sbucando da dietro le sue spalle. Lo tirò indietro allontanadolo da me. Io lo guardai, delusa. Come aveva potuto perdonarlo dopo che mia sorella aveva passato le pene dell'inferno per superare il male che gli aveva fatto.

<<Cheryl andiamo>>. Dissi alla rossa cogliendo l'attimo di distrazione.

<<Non riuscirete a scappare per sempre>>. Urlò alle mie spalle. Non ero mai scappata, non mi ero mai sotratta a niente. La sua frase non aveva senso.

<<Chi erano?>>. Chiese la rossa mantenendo il mio passo. Non avevo voglia di parlare e tantomeno di loro due. La mia pressione sanguigna era già troppo bassa di suo.

Sospirai silenziosamente. <<Nessuno di importante>>. Le dissi sorridendo falsamente. Continuammo a camminare fino a casa dove finalmente avrei potuto riposare la mente e il corpo. La presenza di Cheryl non mi disturbava, anzi mi faceva compagnia nel silenzio della casa.

It's complicated | Sweet pea ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora