3. Popcorn e cioccolata

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Il sole splendeva alto illuminando la cittadina di Riverdale sotto i suoi raggi. Era una splendida giornata, perfetta per una camminata per la città. Non avevo scuola quel giorno il che rendeva le cose ancora più belle.

Infilai in fretta un abbigliamento comodo ma presentabile per uscire all'aria aperta.
<<Buongiorno>>. Dissi rivolta a mia madre intenta a leggere una rivista di moda. Alzò la testa dal settimanale che le arrivava periodicamente per corriere e mi rivolse un sorriso, contenta.

<<Buongiorno>>. Fece a sua volta. Si portò la tazza del caffè alla bocca prendendone un sorso. Era sempre così elegante anche la mattina presto, sapera far risultare bellissima anche la cosa più semplice e tutto le sembrava andare a pennello. Eravamo completamente diverse e allo stesso tempo così simili da sembrare gemelle.

<<Vado a camminare>>. Le dissi infilando una cuffia nell'orecchio. Lei annuì riportando lo sguardo sul giornale di moda.

Uscì in fretta guardandomi intorno anche se conoscevo a memoria il paesaggio. Le villette a schiera vicino apparivano così carine, i giardini immacolati e le macchine parcheggiate di fronte urlavano benessere. Salutai i vicini sventolando una mano in aria e rivolgendogli un sorriso tirato. Mia madre teneva alla reputazione della nostra famiglia e mio padre teneva alto il cognome che aveva ereditato da mio nonno. Generazioni di persone importanti e di spessore pesavano su di me che non avevo nessuna idea o progetto per il futuro.

Dopo una buona mezz'ora di camminata decisi di tornare indietro, mi ero stancata. Ripercorsi a ritroso la strada di casa fermandomi per un saluto a casa di mio zio.

<<Che piacere vederti Britney>>. La compagna di mio zio mi accolse in casa regalandomi un abbraccio per cortesia.

<<Dov'è Adam?>>. Le chiesi, dopo averla salutata, entrando in casa.

<<È fuori città con tuo zio per un lavoro. Se vuoi puoi fermarti qualche minuto, ti preparo un caffè>>. Propose dirigendosi in salotto. Accettai il suo invito volentieri, avevo proprio bisogno di una spinta per la giornata.

Tra chiacchere e biscotti non mi accorsi dell'ora, era molto tardi. <<Samantha, io devo proprio scappare. Ci vediamo in settimana>>. Le dissi sparecchiando di fretta.

Il sole fuori era ancora alto e accompagnata da lui tornai a casa per pranzo. Il menù prevedeva del pesce, segno che mia madre si stava preparando per una cena che a breve si sarebbe tenuta.

Pranzammo in silenzio, o almeno io rimasi in silenzio mentre lei e mio padre discutevano. Erano giorni che andavano avanti così e mi chiedevo il perché, non avevano mai litigato così tanto. <<Avevi promesso che non sarebbe stata più un problema>>. Fece ad un tratto mia madre, confondendomi.

<<Non mi sembra il momento di parlarne>>. Disse severo mio padre. Gli guardai corrugando la fronte. Mi alzai sbattendo le mai sul tavolo. Essere ancora trattata come una bambina non mi andava bene e anche se solitamente avrei lasciato perdere ero stufa di sentirli urlarsi a vicenda.

<<Non so da cosa sia dovuta la vostra disputa ma vedete di risolverla in fretta. Non ne posso più di sentirvi litigare, siete adulti ormai>>. Uscii dalla stanza lasciandoli a bocca aperta. Se mio padre era freddo e distaccato io sapevo esserlo in modo ben peggiore se volevo.

Mi rinchiusi in camera accendendo la piccola cassa che tenevo sopra la scrivania. Lasciai a spotify la scelta della musica, se non altro sarebbe stato meglio di sentire i miei litigare.

Il telefono vibrò sul letto accanto a me. Betty e Veronica avevano in programma una serata tra ragazze a casa di quest'ultima. Non potevo di certo rifiutare. Digitai subito che ci sarei stata anche io.

Preparai in fretta una piccola borsa dove riposi un pigiama pulito e le cose che mi sarebbero sevite per la serata. Quei pigiama party a casa di Veronica finivano sempre con noi che dormivamo una sopra l'altra con ancora le briciole di patatine intorno alla bocca. Mangiavamo consolandoci a vicenda dei nostri problemi. Quale modo migliore se non della sana cioccolata?

<<L'anima della festa è arrivata>>. Urlai entrando in casa Lodge con due sacchetti pieni di merendine e schifezze varie. Io ero l'addetta al cibo, a Betty era riservato il compito dei film e Kevin invece ci viziava con prodotti di skin care e cetrioli da mettere sugli occhi.

<<Menomale che sei arrivata, Kevin voleva farci mangiare delle carotine strimizzite>>. Disse Veronica facenomi ridere.

<<Non sono carote strimizzite, sono carote!>>. Si difese Kevin incrociando le braccia al petto, offeso.

<<Senza offesa Kevin ma i reese's e le doritos sono più appetitose>>. Intervenni estraendo dalla busta un sacchetto di nacios al formaggio.

Ci sedemmo sul divano con l'intento di scegliere un film che andasse bene a tutte ma trovarsi d'accordo era complicato. Betty aveva scelto tutti film romantici o strappa lacrime che personalmente odiavo dal profondo del cuore e sembrava anche che Betty fosse l'unica a cui piacessero.

<<Betty ma sono tutti film deprimenti>>. Si lamentò Roni leggendo il titolo dell'ultimo disco selezionato dalla bionda. Kevin sbuffò al mio fianco, contrariato.

<<D'accordo, facciamo una cosa. Io e Kevin andiamo al negozio di noleggio e prendiamo l'intera saga di Twilight. Mi sembra un compromeso piuttosto ragionevole>>. Dissi alzando le spalle. Quel film racchiudeva amore, azione e surrealismo. Non era uno dei miei preferiti ma potevo sopportarlo.

Annuirono coordinati trovandosi finalmente d'accordo. Presi il portafoglio e il telefono per dirigermi verso il negozio di noleggio, poco più in là di casa di Veronica, insieme a Kevin.

Camminammo per qualche minuti chiaccherando di cose superficiali. <<Parli tu>>. Sussurai al ragazzo prima di entrare attraverso le porte trasparenti. Kevin aveva una cotta per il ragazzo alla cassa e il modo migliore per farsi notare era parlargli.

<<Non ci penso neanche>>. Disse subito indietreggiando di qualche passo. Ruotai gli occhi al cielo prima di spingerlo dentro al negozio.

<<Ce la puoi fare>>. Lo incoraggiai colpendolo piano alla nuca. Kevin mi guardò male prima di camminare verso il commesso.

Mentre giravo tra gli scaffali ricolmi di dvd riconobbi Fangs e Sweet pea intenti a scegliere un videogioco. <<Ciao ragazzi>>. Esclamai alle loro spalle, sorridendo.

<<Oh ciao Britney, che ci fai qui?>>. Mi chiese Fangs grattandosi la testa.

<<Sono qui con Kevin per scegliere un film>>. Risposi guardando il videogioco che aveva in mano Sweet pea. <<Assassin's creed?>>. Domandai indicando il contenitore di plastica.

<<Non sai leggere? C'è scritto sopra>>. Disse freddo guadagnandosi una gomitata dall'amico. Sweet pea sapeva come mettermi in difficoltà e la sua voce in altre circostanze sicuramente mi avrebbe spaventato ma sorvolai.

Lo guardai alzando un sopracciglio. <<Era semplicemente una domanda. Comunque ciao, è stato un piacere vedervi>>. Dissi scorgendo Kevin con i dischi in mano che usciva dal negozio. Salutai i serpents con un cenno della mano, allontanandomi.

Non sapevo il perché mi sentissi così insicura quando parlavo con Sweet pea, se fosse stato un altro lo avrei trattato peggio. Sembrava che qualcosa mi frenasse e che cercassi a tutti i costi di piacergli. La verità era che non potevo piacere a tutti dovevo solo accettarlo.

<<Dov'eri finita?>>. Domandò appena mi vide e poco dopo si rispose da solo. <<Capisco>>. Disse tra se e se guardando dietro le mie spalle. Mi prese sotto braccio incamminandosi verso l'appartamento di Veronica.

<<Sono stato fantastico là dentro, ho parlato e fliertato come se non facessi altro dalla mattina alla sera>>. Mi rivelò ancora emozionato per l'accaduto.

Sorrisi per come era contento. <<Io te lo avevo detto>>. Dissi orgogliosa scostando in modo teatrale i miei capelli dietro la spalla.

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