1. Attitudine

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Le giornate di scuola erano per lo più tutte uguali: prendevo il bus per la Riverdale High, frequentavo in modo distratto le lezioni e andavo alle prove delle cheerleader. Era tutto molto noioso e piatto, ma amavo la mia routine.

Quella mattina sarebbe stata una giornata diversa dal solito e altrettanto particolare. Gli studenti della Southside High si sarebbero spostati alla Riverdale High per un periodo di tempo indeterminato. E se dico che questa notizia aveva sconvolto gli animi dei monotoni studenti della scuola era minimizzare il problema. Personalmente non trovavo questa notizia rilevante, erano studenti in più nella scuola, niente di così troppo allettante o preoccupante.

Percorsi l'entrata di scuola a passo svelto, la riunione cheerleader-bulldog era iniziata ed io ero già abbastanza in ritardo. Il mio rapporto con gli orari del bus non erono dei migliori e l'autista aveva sviluppato un odio graduale verso di me.

Entrai nello spogliatoio facendo poco rumore e presi posto in piedi. Ascoltai attenta le parole della squadra di football prima di intervenire e prendere parola. Dalle loro precedenti affermazioni avevo capito che vedevano i nuovi studenti come una minaccia che gravitava su di noi. Come se non bastasse tutti sembravano trovarsi d'accordo su questo punto.

Mi schiarì la voce attirando l'attenzione su di me. <<Ragazzi secondo me dovremmo solo imparare ad ignorarli. Gli state giudicando come se gli conosceste già da una vita>>. Dissi alzando le spalle poco curante.
Mi rivolsero sguardi diversi, alcuni sembravano combattuti e altri mi guardavano come se avessi offeso mortalmente le loro madri.

<< Non essere così ingenua Britney, loro sono un pericolo>>. Mi rispose Reggie in modo ovvio. Il suo atteggiamento nei miei confronti mi stava dando sui nervi, ed eravamo insieme in una stanza da meno di venti minuti.
Sbuffai in segno di disapprovazione ma decisi di rimanere in silenzio, infondo eravamo persone differenti con una propria libertà di pensiero ed era normale non trovarsi d'accordo su alcune questioni. Sarebbe stato strano se mi avesse assecondato.

Appena la nostra assemblea finì mi dileguai in fretta per dirigermi al mio armadietto e recuperare il materiale necessario per le varie lezioni. Nel corridoio, poco dopo l'entrata, mi imbattei in Veronica e altri studenti che avevano allestito un banco per orientare i nuovi studenti alle attività scolastiche. Non avrebbero avuto problemi ad abituarsi alla nuova scuola perché sicuramente Jughead gli avrebbe fatto da guida, ma accoglierli in qualche modo nella struttura mi sembrava un buona idea.

<<Proprio un'ottica idea Veronica>>. Le dissi sorridendole e fermandomi a parlare con lei. Sistemò dei volantini sul tavolo in modo casuale.
<<È per farli sentire più a casa>>. Disse semplicemente.
Venimmo distratte dal portone che si aprì rivelando una trentina di ragazzi e ragazze con tatuaggi e giubbotti di pelle. Non erano molto diversi da noi, erano solo stati meno fortunati a nascere nel Southside.

Veronica iniziò salutandoli e spigando il motivo del suo banco delle indicazioni. Purtroppo il suo discorso di accoglienza venne interrotto quasi subito dall'arrivo di Cheryl, le cheerleader e i bulldog. Scesero dalle scale sostenendosi a vicenda, l'unione faceva la forza e se non gli avessi conosciuti bene sarei stata intimorita.

<<Tu dovresti essere con noi>>. Mi disse la rossa in modo irritato.
<<Non sono costretta a seguirti come un cagnolino>>. Risposi a tono.
Cheryl mi tagliò fuori mettendomi una mano davanti alla faccia, gesto che irritò il mio delicato sistema nervoso.

Purtroppo non ero stata la sola ad essere provocata; diversamente dai nuovi studenti avevo un autocontrollo di ferro. Le scenate in pubblico non facevano per me, preferivo mantenere un atteggiamento di superiorità.

Mentre Jughead teneva il ragazzo, Archie fermava Reggie ma entrambe erano sulla difensiva, sul punto di scoppiare.

<<Ma la volete finire?>>. Mi intromisi non tollerando più il loro comportamento infantile e poco maturo.

<<Tesoro volevano spaccarci la faccia>>. Ruggì Reggie, arrabbiato. Sosteneva lo sguardo del serpents, che era nettamente più alto di lui.

<<Mi chiedo il perché non lo abbiano fatto>>. Dissi alzando gli occhi al cielo, annoiata. Decisi di lasciar perdere il conflitto. Non era una cosa di mia competenza fare da babysitter a dei ragazzi con problemi di personalità. Quello che costituiva il mio problema era matematica, una noiosissima lezione di matematica con numeri che si fondevano con lettere in una miscela di caos.

Finalmente le prime ore erano finite. Il mio livello di attenzione era pari a meno zero, e mi chiesi come avrei fatto a superare i test di fine anno.

Mi diressi nella sala adibita al riposo o allo studio, dove gli studenti si riunivano per prendere dell'acqua o una merendina o semplicemente per sedersi comodamente su un divanetto. Entrai nella stanza notando subito che i nuovi studenti parlavano con Jughead. Ne approfittai per andare a salutare quest'ultimo, era da tempo che non vedevo il cappello che lo contraddistingueva aggirarsi per la scuola.

<<Guarda chi si vede>>. Disse il ragazzo vedendomi entrare nella stanza. Mi rivolse un saluto la mano che ricambiai cordialmente con un cenno del capo. Dopo si rivolse ai suoi amici e compagni di giubbotto. <<Ragazzi lei è Britney. Britney loro sono Toni, Sweet pea e Fangs>>. Disse presentandomi in modo veloce e indicando i ragazzi uno ad uno.

<<Piacere>>. Dissi rivolgendo loro un sorriso. <<So che è presto per dirlo ma come vi state trovando?>>. Domandai, allegra.

<<La gentilezza non è proprio il vostro forte>>. Una voce profonda e roca mi giunse alle orecchie provocandomi un brivido. Non sembrava molto cordiale, ma il fatto di aver ricevuto una brutta accoglienza da parte degli altri non gli dava il diritto di rifarsela con me.

Sospirai, tranquilla. <<Ammetto che non sia stato un bello spettacolo quello di stamani ma con il tempo andrà meglio>>. Risposi guardandolo negli occhi. Il suo sguardo era cupo e poco amichevole.
Sbuffò in modo pesante guardando da un'altra parte della stanza facendomi rimanere male. In qualche modo mi attraeva, sia fisicamente sia per l'atteggiamento da cattivo ragazzo che aveva. Il suo tatuaggio sul collo non aiutava perché lo trovavo ancora più affascinante e sexy.

<<È stato un piacere conoscervi ragazzi>>. Tagliai corto guardando distrattamente l'orario sul telefono. La giornata era giunta al termine e non vedevo l'ora di tornare a casa.

<< Vuoi un passaggio?>>. Una voce alle miei spalle mi fece rallentare il passo. Reggie era così insistente e testardo, mi sembrava di avergli già detto tutto quello che pensavo di lui.

Non risposi, continuai a camminare in modo normale. <<Non riesci proprio a perdonarmi?>>. Mi sbarrò la strada col suo corpo impedendomi di proseguire.
<<Non voglio più toccare questo argomento Reggie. Tra noi è finita e non per colpa mia>>. Quelle parole mi costarono care, a lui tenevo molto e ancora dovevo abituarmi al fatto che avesse rovinato quello che avevamo insieme. Lo scansai afrettando il passo, uscendo dall'edificio.

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