Sedevo sul letto con le ginocchia al petto e la testa chinata su di esse. Non sapevo che fare, ero combattuta. Volevo scusarmi per tutto, un amico era rimasto ferito gravemente e un'altra era stata rapita. La colpa non era la mia, o almeno non del tutto. Il mio orgoglio e il mio ego mi impedivano di prendere una decisione, mi sarebbe costata tutto o niente. In gioco non c'era solo la mia reputazione da santarellina, c'erano amicizie di una vita e altre nate da poco.
Riconoscere i miei "sbagli" o lasciare che il tempo risolva le cose?
Non avevo tutta la vita davanti, non volevo aspettare. Uscii fuori casa afferando il primo ombrello che trovai a portata di mano. La pioggia cadeva forte, il cielo coperto di nuvole nere che sembravano contenere oceani di acqua. Presi a correre in mezzo al maltempo, non mi importava di bagnarmi o se capelli si fossero annodati, volevo e dovevo arrivare al più presto da Lui. Sarebbe stata la prima persona a cui avrei dato delle spiegazioni, a cui avrei detto finalmente la verità.
I vestiti erono zuppi nonostante l'ombrello. Saltai agilmente una pozzanghera ringraziando me stessa per non esserci caduta dentro, il tempo era prezioso.
Bussai alla roulotte energicamente. <<Sweet pea, aprimi>>. Urlai sperando che mi aprisse, ma dopo minuti interminabili di silenzio decisi di parlare di nuovo.
<<So che sei lì dentro, e se non vuoi aprirmi ti capisco. Perciò ascolta soltanto>>. Dissi, infreddolita. Mi passai una mano sul volto per asciugare le goccioline d'acqua piovana che scivolavano sulla pelle candida.
<<Mi dispiace. Mi dispiace di non averti detto niente, mi dispiace per quello che è successo a Jug, ma vedi,>>. Feci una pausa per riprendere fiato, avevo la gola secca, con le lacrime che minacciavano di uscire. Mi ero promessa di non piangere e combattevo per non farlo, per non sentirmi debole. <<Io non sono abituata a condividere i miei problemi con qualcuno, mi tengo tutto dentro e->>.La porta bianca della roulotte, scolorita dal tempo, si aprì rivelando Sweet pea. Mi sembravano anni che non lo vedevo, stava in piedi, la camicia di flanella era stropicciata e aveva i capelli spettinati. La stanchezza era visibilmente sul suo volto, forse non dormiva molto bene la notte.
Ci guardammo negli occhi per un istante, poi mi fece segno di entrare all'interno.
<<Testarda, scellerata>>. Disse scuotendo la testa. Abbassai la testa dispiaciuta. Non volevo che mi vedesse piangermi, nessuno doveva vedermi in quello stato, io ero sempre stata quella che asciugava le lacrime altrui e non le proprie.Lo sentii sospirare pesantemente, il suo sguardo su di me era pesante. Improvvisamente mi abbracciò, sentii le sue forti braccia incatenarmi a lui e di istinto Appoggiai il volto sul suo petto rilassando le braccia sui fianchi. Mi lasciai scaldare lui, sebbene avessi i vestiti bagnati a lui sembrava non importare.
<<Non sei più arrabbiato?>>. Sussurai stretta nelle sue forti braccia, interrompendo il silenzio.
<<Tu mi rendi cieco. Quando si parla di te non riesco a capire più niente. La mia mente si offusca>>. Disse accarezzandomi i capelli. Lasciai che continuasse a sfogarsi, era la prima volta che si apriva con me. Ed era la prima volta che avevamo un discorso serio, solo noi due.
<<Quando hai detto quello che Penny voleva fare, non potevo credere che tu stessi con loro. Mi hai deluso facendomi odiare me stesso per essermi avvicinato a te>>. Ammise sospirando pesantemente. <<Ma forse è per questo che ho scoperto di amarti. Il pensiero di non averti più tra i piedi mi ha spaventato>>. Mi staccai leggermente da lui guardandolo in volto. Era serio, mi guardava intensamente facendomi capire che quello che stava dicendo era vero.<<Ti odio perché ti amo>>. Concluse, sospirando.
Nessuno mi aveva mai detto nulla di simile. Ti amo, erano parole forti da pronunciare. Non le avevo mai sentite da così vicino e mai le avevo dette a mia volta. Non sapevo cosa significasse amare un'altra persona più di se stessi e forse non l'avrei mai scoperto se non lo avessi incontrato.
Gli presi il volto tra le mani e mi allungai sulle punte per posare le mie labbra sulle sue. Fu un bacio dolce, pulito, ma pieno di sentimenti. Non erovamo ragazzi troppo romantici o sentimentali, ma tutto quello che facevamo insieme mi ricordava un film d'amore degli anni ottanta.
Realizza dopo che quello fu il nostro primo bacio. Molte labbra avevano toccato le miei ma mai avevo sentito le farfalle nello stomaco.
<<Sai, conoscendoti ho scoperto nuove sensazioni, mai provate. Quando non mi guardavi, ti cercavo, volevo che mi notassi e quando non eri nei paraggi sentivo la tua mancanza>>. Dissi staccandomi da lui, guardandolo. <<Ho scoperto la gelosia, una sensazione che ti mangia dall'interno, che mi ha ricordato quanto odiassi l'idea di perdere un qualcosa a cui tenessi. E si, forse ti amo anche io, sebbene ancora l'idea d'amore non mi sia ben chiara>>.
Sweet pea sorrise, aveva gli occhi leggermente lucidi mentre dai miei scendevano lacrime di gioia. Il mio cuore parlava al posto mio.
Mi passò una mano tra i capelli, e per quanto odiassi questa cosa lo lasciai fare. Lui poteva farlo, solo a lui avevo permesso di vedermi piangere. Era sempre stato lui.
<<Interessante>>. Esclamò sedendosi sul divano e facendomi segno di seguirlo. Sorrideva, sembrava essersi liberato di un peso, così come anche io.
Mi accocolai vicino a lui posando la testa sulla sua spalla. <<Direi più emozionante>>. Lo corressi. Tutto il mio discorso non poteva averli provocato solo semplice interessante, avevo visto il luccichio nei suoi occhi alla mia ultima frase, non aveva più segreti per me.
Spazio autrice
Ci stiamo avvicinando alla fine della fanfiction🙊
Cosa ne pensate fino ad ora? Vi piace come si stanno evolvendo le cose tra Sweet pea e Britney?
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It's complicated | Sweet pea ✓
FanfictionBritney Weiland era una semplice ragazza della Riverdale High che all'arrivo dei nuovi studenti dal sud rimase colpita da un ragazzo. Il nuovo studente la incuriosiva, non tanto perché fosse un serpents, ma perché sembrava immune ai suoi modi di far...