2. Maschere

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La giornata iniziava male già dalla prima ora di lezione, Reggie non era una persona che amava la sconfitta e Sweet pea non mi sembrava da meno. Intorno ai due una folla di studenti commentava le offese che si rivolgevano. I due non ci misero molto a giungere alle mani, anzi era strano che ancora non lo avessero fatto.

Mi feci spazio sgomitando per raggiungerli. <<Smettetela>>. Dissi cercando di evitare che si ferissero a vicenda, ma invano. Il mio fondoschiena ebbe un incontro ravvicinato con il pavimento accusando una botta al coccige. Mi alzai in piedi, accigliata.
Afferrai con una mossa veloce il braccio di Reggie e lo girai su se stesso nel mentre calciai lo stomaco di Sweet pea in modo piuttosto forte. Così facendo li avevo allontanati.

<<Britney così mi fai male>>. Sussurrò Reggie cercando di nascondere la sua sofferenza.

<<Scusa principessa>>. Gli risposi sarcasticamente. Lo lasciai subito dopo e spintonandolo leggermente, non avevo potuto resistere.

<<Mi dispiace>>. Dissi poi rivolta a Sweet pea che si teneva lo stomaco con una mano. In risposta mi riservò un ringhio, segno che non mi scusava per niente.

<<Dove hai imparato?>>. Mi domandò quello che doveva essere Fangs, sconvolto. Teneva una mano sulla spalla dell'amico supportandolo.

<<Talento naturale>>. Risposi ridendo, vantandomi apertamente delle mie capacità di autodifesa. Una figura snella non troppo alta si avvicinò a me mentre raccoglievo lo zaino, caduto a terra nel trambusto della mancata rissa.
Toni mi sorrideva amichevolmente. <<Hai storia alla prime ore?>>. Sweet pea le lanciò uno sguardo di disapprovazione, visibilmente scontento che la ragazza fosse gentile con me.

<<Si. Anche tu?>>. Chiesi a mia volta facendo poco caso al ragazzo che mi guardava in cagnesco. Annuì facendomi segno di seguirla. Insieme ci dirigemmo verso l'aula di storia. Toni era carina, doversa da come mi aspettavo. Sebbenne facesse parte di una gang e avesse un gusto bizzarro nel vestire, era allegra e socievole.

Passammo le due ore a parlare del più e del meno, quasi come se il professore non fosse in classe. Ero molto felice di aver trovato un compagno con cui poter passare le noiose lezioni e che come me non era intenzionato ad ascoltare.

Salutai la ragazza all'uscita della classe, non avevamo più materie in comune quel giorno e purtroppo per me avrei dovuto dialogare con me stessa. Kevin era impegnato nella ricerca di un fidanzato su siti internet poco raccomandabili e combatteva con se stesso per cercare di trovare il modo giusto per poter fare coming out. Veronica e Betty erano strane e molto misteriose, sembravano nascondere qualcosa e sebbene morissi dalla voglia di sapere cosa, ne restai fuori.

Percorsi il corridoio salutando chi mi rivolgeva un sorriso o veniva a parlarmi. Ero una cheerleader, non c'era studente che non conoscesse il mio nome.
Al mio passaggio Reggie, che era appoggiato agli armadietti, mi guardò in modo enigmatico e solo dopo capì le sue intenzioni. Si voltò verso la ragazza con cui parlava, la guardò negli occhi in modo profondo, pensare che una volta guardava me in quel modo mi fece male. Si scambiarono un bacio appassionato. Le mani di Reggie poste sui fianchi della ragazza si spostarono sui glutei stingendoli leggermente.
Lo spettacolo mi fece ribrezzo ma cercai di controllare i miei sentimenti. Reggie era stato il mio primo tutto ed era difficile ammettere quello che provavo per lui adesso. Indossare la maschera della ragazza forte e indipendente mi sembrava la strada più semplice e quella che mi riusciva meglio. Ero abituata a cavarmela da sola e per quanto ci provassi essere fragile non era da me.

Immersa nei miei pensieri più tristi e deprimenti, urtai qualcuno che non sembrò molto contento. <<Guarda dove metti i piedi>>. Ringhiò subito una voce non fermandosi neanche ad aiutarmi con i libri che erano caduti a terra.

<<Che gentilezza>>. Urlai facendolo voltare. Sweet pea alzò le spalle poco curante, come se non mi avesse fatto niente. Che antipatico, pensai sistemando i fogli degli appunti all'interno del libro che si era aperto a terra.

Sbuffai, afflitta. Mi scostai una ciocca di capelli che ricadeva sul mio volto. Non ero abituata ad essere trattata male da qualcuno, chiunque altro si sarebbe precipitato ad aiutarmi, ma lui per qualche strana ragione non lo aveva fatto. Era diverso. Non ero riuscita ancora ad inquadrato ma conoscevo il tipo e presto anche lui avrebbe capito che non ero poi così male come credeva, o almeno lo speravo.

Spazio autrice
Spero che la storia vi piaccia. Fatemelo sapere con una ⭐️ e mi scuso se ci potrebbero essere eventuali errori, ma sbagliare è umano! Non voglio annoiarvi ancora, perché tanto lo so che non leggerete lo spazio autrice❤️

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