Capitolo 5

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Il ragazzo a cui andai addosso mi iniziò a guardare male e subito si alterò, iniziando a gridarmi dietro. 

《Hey stai più attento! Hai gli occhi per che cosa!?》
《S-scusami...non volevo.》Pronunciò flebilmente, intimorito dal ragazzo. 
《Bhe la prossima volta guarda dove vai! 》
《Andiamo, non farne un dramma. E' nuovo non voglio che abbia già dei problemi.》 Disse stranamente calmo. 
《Allora se devi fargli da babysitter cerca di farlo bene!》 Lanciò subito uno sguardo di sfida al ragazzo più alto, sapendo che era l'unico a poter sostenere un litigio con lui. 
《Ascolta figlio di papà non voglio essere cattivo, ma smettila, stai esagerando.》 Rispose Alex  visibilmente scocciato dal comportamento dell'irrequieto ragazzo. 
《Come vuoi... Per questa volta ci passo sopra, ma spero non ricapiti più.》 Tornò subito a guardare Giorgio, aspettando una risposta. Doveva far capire chi comandava lì, nessuno lo poteva intimorire, soprattutto un misero ragazzo come lui. 
《No, promesso, non ricapiterà. Mi dispiace davvero molto, non ti avevo visto.》Si scusò tremando al solo pensiero di imbattersi di nuovo nel ragazzo. 
《Mh...me ne vado, non ho tempo da perdere con persone inutili come voi.》 Terminò in modo altezzoso e lasciò i due ragazzi ad ammirare lui che si voltava e si allontanava, con una eleganza che avrebbe fatto invidiare anche la più fine delle principesse. 
《Oh, scusa mister "sono il re del mondo e voi siete inutili plebei che non hanno il diritto di toccarmi".》Disse infastidito Alex, guardando il ragazzo che spariva dietro l'angolo. 

Non mi aspettavo che dopo soli dieci minuti in questa scuola mi sarei fatto un nemico, e non mi aspettavo nemmeno che ci potesse essere qualcuno di così tanto scontroso. Comunque è un peccato, era parecchio carino; nonostante mi stesse rimproverando non ho potuto fare a meno di notare come era fatto: i suoi capelli, lunghi fino a sotto il collo e tinti di un rosa ormai scarico, alto, magro, con degli orecchini di diamante bianco alle orecchie. Infine indossava jeans e camicia bianchi con sopra un cardigan rosa e dei mocassini neri. 

Alex, preoccupato che fossi rimasto turbato dalla conversazione appena avvenuta, mi venne vicino e mi chiese se stessi bene. Dopo averlo rassicurato cercai di tranquillizzarmi. Devo ammettere che avere qualcuno che vi grida addosso di prima mattina non è il massimo, ma non è un buon motivo per abbattersi, o almeno questo cercavo di autoconvincermi a pensare.

《Scusalo Giorgio...purtroppo fa sempre così.》
《Non ti preoccupare, avrà avuto le sue ragioni. Magari è solo di cattivo umore. 》
《Si, certo. Pensiamola pure così. 》

Mentre camminavamo per i corridoi feci qualche domanda ad Alex su quel ragazzo. Il suo modo di fare e parlare mi aveva incuriosito parecchio e volevo sapere come mai era così. Riuscì a sapere il suo nome, si chiamava Strecatto, o meglio, lo chiamava così tutta la scuola. Era un ragazzo ricco e popolare in tutto l'istituto e non solo, era anche un modello per svariati prodotti e questo perché i suoi genitori possiedono una azienda di moda. Ha la nostra età e non so se chiamarla sfortuna o meno, ma è nella nostra classe. 

《Non ti preoccupare. Se resti con me o con Cico non ti succederà nulla.》Mi rassicurò Alex, vedendomi un po' preoccupato all'idea di averlo in classe. 
《Grazie. Posso chiederti un'ultima cosa?》 Chiesi incerto. 
《Certo, spara.》
《Come mai si comporta così? Hai detto che lo fa sempre. Perché?》
《Ah, n-non lo so...è-è  sempre stato così.》 Rispose stranamente nervoso appena udì la domanda. 

(Pov Alex)

In realtà? Non è vero che è sempre stato così, era un ragazzo simpatico e gentile prima, ma per stare insieme a cattive compagnie è diventato... come è ora.

Appena risposi mi accorsi della mia voce tremante e della poca convinzione con cui parlai. Subito cercai di cambiare discorso e continuare con il tour della scuola, per evitare che Giorgio si incuriosì ancora di più di Stre. Non è il caso che un ragazzo così dolce e fragile si imbatta in questioni e persone non adatte ad una persona come lui. 
Lo portai finalmente alla mensa e infine alla nostra aula, essendo ormai l'ora di inizio. Ci avvicinammo alla porta, fermandoci sull'uscio. Non era ancora arrivato nessuno, eravamo solo noi due. Cico non si era ancora fatto vedere e la prof sicuramente sarebbe arrivata fra poco. Mentre i nostri compagni sarebbero entrati appena la prima campanella sarebbe suonata.

《Allora? Ti piace la scuola?》
《Si è molto bella. E' la più grande tra tutte quelle a cui sono andato. 》
《Wow, menomale. Ah, sicuramente la prof ti farà presentare alla classe. Quindi preparati. 》
《S-stai scherzando!?》Esclamò sorpreso, sentendo l'ansia che prendeva possesso del suo corpo. 
《 Dai non sarà così terribile.》 Disse ridendo per l'espressione sconvolta del più basso. 
《 Come no!? Sai che morirò dalla vergogna? 》
《Eddai! Magari è la volta buona che ti sblocchi un po'. 》
《Ne dubito fortemente...》Abbassò lo
sguardo sconfortato e sicuro del suo imminente fallimento. 
《 E ora che ti prende?》 Sconfortato guardò il giovane davanti a lui, cercando di capire ogni segnale che poteva mandargli con lo sguardo. 
《Ho paura di non piacere a nessuno...》
《Come? Sarebbe una cosa impossibile da fare.》 Rispose sorpreso da ciò che frullava nella testa del suo nuovo amico. 
《E perché?》
《Perché sei così innocente, carino e gentile.  Come puoi non piacere a nessuno? 》
《Non lo so...di solito nelle mie vecchie scuole c'era sempre qualcuno a cui non piacevo.》Imbarazzato da ciò che sentì fuoriuscire dalla bocca del ragazzo divenne rosso in viso e il desiderio di scomparire per potersi nascondere agli occhi dell'altro si fece sempre più forte. 
《Bhe, è vero. Ci sarà sempre qualcuno a cui non piacerai, ma è davvero una cosa surreale che tu non possa piacere a tutta la classe. E poi ti stai scordando ancora una volta di me e Cico.》Sorrise sicuro di ciò che aveva detto al ragazzo. Nessuno potrebbe mai odiarlo e se mai ci fosse qualcuno così avido Giorgio non sarà mai solo, lui e Cico non lo lasceranno. 
《Hai ragione, scusa.》
《Non ti preoccupare, ti perdono. Ma d'ora in poi cerca di essere più sicuro di te, altrimenti gli altri se ne accorgeranno e li sì che sarai nei guai. Per loro sarai debole. 》
《Va bene, ci proverò.》Sorrise confortato dal suo amico. Sembrava saperne molto su questo tipo di relazioni difficili, ma non sembrava il tipo da avere problemi con gli altri.
《Comunque stai  tranquillo, non potrai mai battermi.》
《Cosa intendi? 》
《Diciamo che sarà difficile essere più odiato di me.》
《In che senso? 》
《Ecco...tu mi vedi come un ragazzo normale, sorridente e che fa il simpatico. Però anche io ho le mie insicurezze e purtroppo le ho date a vedere per troppo tempo. Ho sempre avuto pochi amici e la maggior parte dei ragazzini a scuola mi prendevano in giro; sono stato vittima di bullismo fino alla terza media e Cico era l'unico che mi proteggeva. Alla fine ho deciso di cambiare atteggiamento e mi sono liberato di quei giorni di inferno, anche se la paura di essere giudicato non mi è ancora sparita. Per questo ti ho detto quelle cose prima. 》

Rimasi sconvolto, non avrei mai immaginato che un ragazzo così bello e carismatico avesse sofferto così tanto in passato. Ecco perché sa tutte quelle cose e da quello che ho capito non è ancora del tutto fuori da questa situazione. Non pensavo che uno come lui avesse gli stessi problemi che ho io. 

Non so perché, ma credo che mi troverò davvero bene in sua compagnia. 


È troppo per me...  (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora