Capitolo 14

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Uscì dalla classe insieme ai tre ragazzi ridendo a causa di Cico, ma appena il mio sguardo si spostò da loro al corridoio mi bloccai. Vidi l'unica persona che in quel momento avrei voluto non vedere. Dopo il litigio che abbiamo avuto due giorni fa per colpa della sua testardaggine, non ci ho più parlato; ho voluto evitare di imbattermi anche solo nei nostri amici in comune, che ormai per me sono persone con cui non voglio avere a che fare.

Vedo il ragazzo guardarsi intorno, come per cercare qualcuno, e io so che quella persona sono io. Siamo amici dall'infanzia e lo conosco molto bene, non si da per vinto al primo fallimento e per questo sicuramente cercherà di fare pace con me, per farmi tornare ad essere uno dei suoi burattini.
Non so da quando abbiamo iniziato questo rapporto simile a padrone e schiavo, so solo che prima non eravamo così, anzi, è sempre stato uno dei miei migliori amici su cui potevo sempre affidarmi.

Faccio un respiro profondo e mi volto verso i ragazzi tralasciando per un attimo l'altro. Appena li guardo noto che si sono bloccati anche loro, non stanno più ridendo e mi fissano con sguardo interrogativo.

"Adesso cosa mi invento?" Penso mentre la mia bocca si apre e inizia a emettere suoni senza che io me ne accorga.

《Ecco...ragazzi io vado, mi sono appena ricordato che ho un impegno importante. Ci vediamo domani, ok?》Disse gesticolando e cercando di fuggire aumentando la distanza dai tre.
《 Va bene, ma sei sicuro di star bene?》Chiese Giorgio non convinto della reazione improvvisa del ragazzo.
《Si certo, perché non dovrei? Ah! E a proposito, vi ringrazio ancora per quello che avete fatto per me oggi...lo apprezzo molto.》Sorrise imbarazzato, ma indubbiamente felice e sincero.
《 Ma figurati, noi siamo qui per te e ti ascolteremo ogni volta che ne avrai bisogno. 》Constatò Cico ricambiando quel sorriso timido.
《Siete fantastici. Non capisco proprio perché vi ho allontanato...mi dispiace ancora per questo.》Finì sussurrando l'ultima frase, guardando le sue scarpe diventate improvvisamente interessanti.
《Non ti preoccupare per questo, avremo tempo per parlarne e sistemare le cose.》Lo rassicurò Cico. 《Allora ci vediamo domani.》
《Si, a domani.》Salutò un'ultima volta i ragazzi prima di scappare il più velocemente possibile, sperando che Lucas non lo avesse visto.

Superai l'entrata e girai l'angolo della scuola, che porta al retro di essa, per poter tornare a casa sperando di non  imbattermi in lui. Purtroppo fu la scelta sbagliata, perché sentì la sua voce rimbombare tra i due muri ai miei fianchi, quello della parete della scuola e quello della recinzione.

《STRE!》Urlò per richiamare la sua attenzione.
《Hey...》Disse flebilmente girandosi di poco, il giusto per far capire al ragazzo che aveva la sua attenzione.
《Ascolta, ti devo parlare.》
《Dimmi.》Acconsentì titubante.
《Ti volevo chiedere scusa per il litigio che abbiamo avuto qualche giorno fa, sai che ci tengo alla tua immagine per questo ho reagito in quel modo. Non avresti dovuto rifiutare un'occasione come quella di partecipare ad una festa della famiglia di Kate, una delle più facoltose, solo per un tuo capriccio.》Disse con tono accusatorio.
《Primo, la mia immagine me la gestisco da solo. Secondo, non mi interessa né Kate né la sua famiglia facoltosa, se voglio una carriera da stilista mi basta l'azienda dei miei genitori per cominciare e in ogni caso non mi interessa passare il tempo con quelle persone, che chiami amici, passando per un figlio di papà che non sa fare altro che lamentarsi. 》Disse tutto d'un fiato, cercando di far prevalere la sua sicurezza, che davanti a Lucas perdeva sempre.
《Per questo ora sei tornato a stare con quelle nullità?》Chiese riferendosi a Cico e Alex.
《Non chiamarli così. 》
《E perché? Non è quello che sono? Non hanno né un titolo, né un cognome noto, né una azienda conosciuta. Quindi? Non sono nulla per la società in cui viviamo noi.》
《Bhe non serve che lo siano per forza, posso starci insieme anche se non hanno nulla di speciale per le nostre famiglie. 》Puntualizzò Stre cercando di chiudere il più infretta possibile il discorso e andarsene.
《Stre...forse tu non hai capito in che situazione ti trovi. Se non torni a stare con me e gli altri, racconterò a tutti il tuo segreto. In quel caso la tua popolarità sparirà del tutto...giusto? Che cosa si proverà a vedere tutto il proprio castello di carte crollare dopo che qualcuno ci ha soffiato sopra? Vuoi questo?》
《N-no...》Balbettò preoccupato dalle intenzioni di quel ragazzo.
《Lo sai che ci servi e noi serviamo a te. Non perdere tempo con certe persone che non possono fare altro che schiacciarti, quando hai solo bisogno di elevarti per diventare il miglior stilista che ci sia.》Disse cercando di convincerlo. 《Stre...lo sai che ti voglio bene e non voglio perderti, non voglio nemmeno farti soffrire, ma non mi lasci altra scelta se invece di me scegli loro. Lo sai che possiamo vivere solo di noi due, non ci servono altri, se non per arrivare al nostro obbiettivo. Te lo ricordi il nostro sogno no?》
《Diventare stilisti e aprire insieme una casa di moda che faccia invidia a tutte le famiglie facoltose e che vesta le persone più importanti. 》Pronunciò lentamente e a bassa voce, mentre ricordava come da piccoli dicevano questo con gli occhi che luccicavano di passione e felicità.
《Quindi? Tornerai?》
《Se lo faccio...non potrò più stare con Cico e Alex?》Domandò con fare preoccupato.
《Stre...lo sai che non sono all'altezza. Ti consiglio di lasciarli perdere e concentrarti su di te. 》Disse serio senza accettare repliche.
《Perché...fai questo? Prima non eri-》
《Sono cresciuto Stre. Ho un'altra visione del mondo e un altro progetto per la vita, in cui vorrei che ci fossi anche tu. Per questo ti chiedo di lasciare quei due e tornare da me, altrimenti giuro che racconto a tutti quello che stai mantenendo segreto da sempre, ma in quel caso non so quanto possa essere genuino per la carriera che vuoi intraprendere.》Finì minacciando un'ultima volta prima che Stre cedette.
《Va bene, va bene. Non voglio che tu sveli niente della mia vita privata e men che meno che tu faccia del male a Cico e Alex. Se quello che devo fare è solo tornare ad essere tuo amico...allora ci sto.》Affermò tristemente guardando il terreno coperto di ciottoli.
《Eh bravo Stre, vedo che ragioni ancora molto bene.》Terminò, iniziando a camminare nella stessa direzione in cui doveva andare Stre. 《Andiamo a casa?》
《S-si...》

Ci incamminammo verso il nostro quartiere, uno dei più costosi, e per tutto il tragitto non parlammo né ci gurdammo; Lucas, perché era preso a chattare con qualcuno, e io, perché ero perso nei miei pensieri.

Anche a distanza di anni non sono cambiato minimamente, non riesco a prendere una decisione con la mia testa, vengo trascinato dai giudizi e seguo sempre la folla.  Potevo benissimo fregarmene di quello che Lucas voleva fare e dire per infangarmi, ma sono troppo insicuro per mostrarmi senza problemi davanti a qualcuno che ha sempre creduto che fossi in un modo per poi scoprire essere il contrario. Ho paura e sono un codardo.

Forse è vero...devo crescere e diventare l'uomo che vogliono tutti. Peccato che io sia il ragazzino ricco che tutti credono essere antipatico e finto; il tipico figlio di papà che non ha bisogno di nulla, il viziato che si sceglie le amicizie con famiglie di alto rango, che evita e odia tutti quelli che non sono come lui.  Ma io non sono così. Io sono tutto il contrario...

*Angolo me!*

Ragazzi mi rendo conto che sia davvero corto, ma anche l'originale era molto ristretto e ho cercato di fare il possibile per poterlo allungare e aggiungere cose che non c'erano. 
Spero comunque che vi sia piaciuto e cercherò di postarvi il continuo domani (ammesso che la tavola di disegno che devo finire non mi occupi troppo tempo.)
Grazie a tutti, a domani, notte!💙

È troppo per me...  (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora