Capitolo 7

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Passo dopo passo mi avvicinai sempre di più a Stre e la paura della sua reazione, quando mi avrebbe visto davanti al suo banco mentre lo guardavo, cresceva sempre di più in me.
Appena fui davanti al ragazzo feci un respiro profondo e con un colpo di tosse finta, fatta per attirare la sua attenzione, riuscì a far alzare lo sguardo a Stre, che puntò sul mio; notai una leggera espressione interrogativa sul suo volto, non sapeva cosa volevo da lui e nemmeno cosa gli avrei detto, ma in realtà nemmeno io ne ero convinto. Per la prima volta presi  l'iniziativa di parlare e cercai di costruire una frase di senso compiuto così da iniziare un dialogo.

《Hey...ciao Stre.》Gli tremò la voce.
《Ciao?》
《Posso parlarti?》
《 Che vuoi?》Chiese sempre più confuso.
《 Volevo scusarmi ancora per prima...ecco, non era mia intenzione venirti addosso e visto che hai reagito in quel modo temevo di aver già rovinato il nostro rapporto ancora prima che incominciasse...》
《 Ho già detto che non importa. Ci sono passato sopra. 》Disse iniziando a spazientirsi.
《 Si, però il tuo tono di voce dice tutt'altro. 》
《Senti ma che vuoi? Devo farti un cartellone di ringraziamento per le tue scuse?》Alzò leggermente la voce, cambiando il suo tono da calmo e confuso a irritato.

"Devo mantenere la calma e continuare a parlare cercando di non farlo arrabbiare o il piano non avrà riuscita. "

《 Scusami, non voglio darti fastidio. È che mi sono davvero sentito in colpa per il nostro piccolo incidente...》
《E io ho detto che è acqua passata, ma se continui così cambierò idea molto presto.》
《Oh no! Scusa, non ti disturberò più per questo motivo.》Disse agitato dalla minaccia di Stre.
《Bene. Ora scusami, ma devo continuare questo.》Tornò a guardare il suo quaderno con il disegno tutto nero sul bianco limpido del foglio.
《Hey...perdonami. Non so se posso permettermi di chiedertelo ma...cosa stai disegnando?》Cercò di chiedere sempre con più ansia.
《 Non è niente di che.》Rispose lui indifferente alla domanda.
《Davvero? Pensavo fosse qualcosa di importante dato l'impegno che ci stai mettendo per finirlo.》
《No, non è nulla di importante. Semplicemente uso l'arte come valvola di sfogo, quindi tutte le volte che sto male o sono arrabbiato prendo in mano la matita e disegno senza accorgermene. Non saprei nemmeno come spiegartelo...》

"Effettivamente il suo disegno è più un intreccio di linee a cui non saprei dare un inizio e una fine, ma devo dire che mi attira parecchio."

《 So che non siamo amici e nemmeno conoscenti, ma posso chiederti cosa ti è successo? 》Chiese con la voce tremolante.
《Ho solo litigato con delle persone e mi sento oppresso da altre. Niente di nuovo. 》Uscì come una cosa ovvia e normale nella vita del ragazzo, senza minimamente far trasparire tristezza o rabbia, era come arreso.
《 Mi dispiace... so che non ha molto senso detto da uno che hai appena conosciuto e a cui probabilmente non vorrai più rivolgere la parola, ma se hai bisogno io sono qui, per qualsiasi cosa. 》
《Grazie, ma non serve. Ora tornatene pure dai tuoi amichetti. 》Finì sempre con la sua indifferenza.

Decisi che era meglio non forzarlo, in fondo ha tutto il diritto di non dirmi nulla, è  già un miracolo che mi abbia parlato del suo stato d'animo. Tornai dagli altri, visibilmente ansiosi di sapere, e iniziai a raccontare quello che avevo visto e che mi aveva detto.
Dai loro volti capì la loro preoccupazione per il loro vecchio amico, notando però quanto Cico sia maggiormente preso dalla situazione rispetto ad Alex, ho anche il sospetto che sappiano qualcosa di più della situazione...spero non sia nulla di grave.

Entrammo nella casa di Cico rendendoci conto di essere soli. Titubante mi guardai intorno, accorgendomi di essere in una stanza molto ampia che doveva essere la sala: le pareti erano rosse con i bordi per ogni lato bianchi, c'erano un divano nero e due poltrone del medesimo colore e davanti a loro un tavolino in vetro e un mobiletto su cui era posta la televisione. 
Ci sedemmo sul sofà, dopo aver riposto in un angolo della sala i nostri zaini, e subito Cico corse a prendere del cibo e delle bibite; dopo pochi minuti di silenzio trascorsi da solo con Alex, dalla cucina tornò Cico con tre panini ripieni di qualche salume, che appoggiò sul tavolino; subito dopo accese la tv, la Playstation e pose a me e ad Alex  due joystick.

È troppo per me...  (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora