Capitolo 34

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CRYSTAL 



I giorni passavano ed io non stavo affatto meglio. Sentivo un costante vuoto nel petto e a volte trovavo difficoltà persino nel respirare. Non ero mai stata male così. Per un periodo avevo smesso di andare a scuola; passavo le giornate a girare per casa come uno zombie, aspettando che Zane tornasse e mi raccontasse come fosse andata la giornata, per distrarmi, omettendo qualunque cosa fosse legata a Drake. 

Carly e Lola erano spesso passate a trovarmi, e in un paio di occasioni non mi ero fatta problemi a cacciare Rob, che le aveva seguite. Mi dispiaceva trattarlo in quel modo (dopotutto c'entrava poco e niente con tutta quella faccenda), ma era pur sempre il migliore amico di Drake. A tal proposito, anche lui aveva bussato diverse volte alla porta di Zane per vedermi, ma al mio ennesimo "Vattene" aveva finalmente smesso di venire. 

Mi mancava come l'aria e morivo dalla voglia di vederlo, ma mi faceva ancora troppo male. Avevo bisogno di tempo. 

La notte avevo ripreso a fare gli incubi. Quando mi svegliavo nel cuore della notte, cercavo un corpo caldo e delle braccia che mi stringessero, ma ogni volta mi ritrovavo davanti solo la parte fredda di un letto troppo grande per una sola persona. In alcune occasioni avevo cercato Zane in camera sua come una bambina cerca i genitori dopo aver fatto un brutto sogno. E ogni volta, il mio amico mi aveva offerto le sue braccia e le sue belle parole per confortarmi... per farmi capire che lui c'era e non ero sola. Tuttavia, se da una parte mi sentivo meglio, dall'altra continuavo a desiderare che ci fosse Drake al suo posto. Poi ricordavo tutto quello che era successo e tornavo a stare male. 

Avevo pianto. Tanto. Forse troppo. Così tanto che, quando mi calmavo, credevo di aver finito tutte le lacrime. E invece, erano sempre pronte a bagnarmi le guance la volta dopo. 

Era un giorno di ormai fine gennaio quando Zane si precipitò nella stanza, spalancando le tende per far entrare la luce del sole. Mi diede fastidio come dà fastidio ai vampiri, e mi tirai subito le coperte fin sopra la testa.

«Buongiorno, signorina! Gradisce una... bella colazione a letto?», domandò con tono commediano. 

Dopo qualche lamento, scoprii la faccia quel tanto che bastava per vedere cosa stesse facendo il mio amico. Lo trovai in piedi davanti a me, con un grosso sorriso stampato sulle labbra e un vassoio pieno di squisitezze tra la mani. Se fossi stata di un altro umore, sarei scattata fuori dal letto e avrei divorato il tutto con gusto. Ma al momento avevo solo voglia di passare le mie giornate a letto, a piangermi addosso come una fallita. 

Non mi stavo trattando bene (me ne rendevo conto), ma non trovavo la forza di fare altrimenti. 

«Perché stamattina mi hai portato la colazione a letto?». Pronunciai a fatica quelle poche parole, e mi domandai se mi avesse capito. «Non ho fame». Stavo per nascondere la testa sotto al cuscino con l'intenzione di restarci per un bel po', ma quella mattina Zane non voleva proprio lasciarmi in pace. 

«Eh, no!». Appoggiò con poca pacatezza il vassoio sul comodino e si sedette sul materasso accanto a me, per poi togliermi le coperte di dosso. Sentii freddo e lo rimproverai più del necessario. «Tu adesso mangi quello che ti ho preparato, ti fai una bella doccia, ti rendi presentabile e vieni con me a scuola». 

In quasi tre settimane, Zane era riuscito a convincermi di andare a scuola solo una volta. E per fortuna era stata quella in cui Drake non era venuto, quindi non lo avevo incrociato. 

«Perché?», mi misi seduta e sbuffai, mentre mi riportavo le coperte sulle gambe. 

Mi guardò interdetto. «Ma come "perché"? Non puoi continuare così. Stare a casa dalla mattina alla sera, a piangere e a trascurarti a cosa serve? E poi hai accumulato fin troppe assenze». Praticamente mi gettò il vassoio sulle gambe. I suoi occhi scuri mi istigavano a mangiare tutto quello che c'era. «Oggi è un giorno speciale, perciò bisogna iniziarlo bene». 

Mi migliori la vita || 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora