Capitolo 13

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DRAKE 

Quella era una di quelle notti in cui sai che la tua vita potrebbe cambiare per sempre, in un modo o nell'altro. O forse non lo sai. Non te lo aspetti, ma accade comunque. Era una di quelle notti in cui ti senti felice e non pensi a nient'altro che a goderti quel momento. Non pensi più al disastro che è la tua vita. Dimentichi per qualche istante il tuo passato e credi di poter diventare una persona migliore. 

Ecco, quella era proprio una di quelle notti. Era così che mi sentivo con Crystal, soprattutto in quel momento. 

Dopo averla spinta contro la mia auto e averla baciata come se non ci fosse un domani, avevo deciso di piantarla e di farla salire per portarla finalmente a casa nostra. Solo a pensarlo mi faceva uno strano effetto, ma mi sentivo davvero bene. 

Lungo il tragitto ci scambiammo a malapena qualche parola, ma ci pensarono i nostri sguardi e i nostri sorrisi a parlare per noi. Arrivammo a destinazione in poco tempo e, quando entrammo nel palazzo, andammo direttamente verso l'ascensore. Peccato che ci stesse mettendo più tempo del dovuto a salire e pensai che forse avremmo fatto prima a prendere le scale. 

Nell'attesa, il mio occhio cadde su una Crystal decisamente imbarazzata e sul labbro che si stava mordendo mentre si portava una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Cercai di trattenere un verso gutturale e dissi: «Se non la smetti di morderti il labbro...». Mi fermai quando alzò la testa per guardarmi in faccia. Sospirai e continuai nel modo meno rude possibile. «non risponderò di me».

Restò per qualche secondo a fissarmi, poi, inaspettatamente, ridacchiò. L'ascensore ci indicò che eravamo arrivati al piano selezionato e le porte si aprirono. «Siamo arrivati, Christian Grey», poggiò una mano sul mio cuore, che palpitava forte solo per lei, e lasciò cadere lentamente la mano al suo fianco mentre usciva. 

Mi morsi il labbro e lasciai passare l'aria tra i denti, mentre mi davo coraggio e la seguivo nel nostro appartamento. Più la guardavo e più pensavo "Ma quanto è sexy?". 

La osservavo mentre si toglieva i tacchi, diventando magicamente più bassa, e andò in cucina per prendere una delle birre dalla mia scorta. Si sporse oltre il bancone e cominciò a sorseggiare la bevanda. Avrei voluto chiederle di offrirmene un po', ma il mio lato responsabile si fece sentire. Sì, a quanto pareva, anche io ne avevo uno. «Non hai bevuto già troppo?»

«Ho bevuto solo qualche drink al locale. Tranquillo, so quello che sto facendo e quello che sto per fare...». Lasciò stare la birra sul bancone, facendola scivolare più in là, e raggiunse me dall'altra parte. Portò una mano dietro il mio collo ed io mi avvicinai ancora di più, schiacciando il suo corpo tra il mio e il bancone. Avevo appoggiato le mani sui suoi bei fianchi e stavo per baciarla, quando mi fermò per dirmi: «Drake, questa è la mia prima volta». 

Restai a guardarla e riuscii a leggere insicurezza nei suoi occhi. Capii che aveva paura di una qualche mia reazione. Sorrisi per rassicurarla e le accarezzai il viso, mentre lo avvinavo al mio. «Non preoccuparti, andrà tutto bene. Fidati di me e lasciati andare».

Annuì mesta e sorrise, anche se sembrava tesa, ma si rilassò quasi subito quando iniziai a baciarla. Il bacio pian piano si stava accendendo, come la mia voglia di averla. Strinsi le braccia attorno alla sua vita e con le labbra scesi sul suo collo. La sentivo gemere e il desiderio di far uscire dalla sua bocca quei versi ogni volta che volevo cominciò a farsi spazio nella mia testa. Ero contento di essere il primo per lei, ma volevo essere anche l'ultimo. Volevo stare con lei e la cosa mi stupì non poco. Crystal era la prima ragazza con cui desideravo stare per più di una notte. O meglio, non solo la notte. La volevo accanto a me anche durante il giorno. Volevo che diventasse la mia ragazza a tutti gli effetti. 

Mi migliori la vita || 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora