Capitolo 18 - l'occhio del serpente (1)

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a tarda notte scesi nella Sala Comune perchè non riuscivo a dormire.
mi sedetti nella poltrona vicino al camino e mi misi a leggere.

passò circa un'ora quando sentii dei passi correre giù dalle scale del dormitorio maschile.
Neville arrivò, era paonazzo e spaventato e tremava un poco.
"cosa succede Neville?" gli chiesi
"Harry sta male, sta-" disse prima che lo interrompessi alzandomi
"chiama la McGranitt, io vado su" gli dissi e lui annuì. mi alzai e corsi su nel dormitorio maschile fino alla camera di Harry.

quando entrai Ron parlava con voce spezzata
"Harry, tu stai male. Neville è andato a chiamare aiuto" disse
"Harry, sono qui. mi senti, sono io. stai bene? cosa succede?" gli chiesi avvicinandomi e prendendogli la mano
"Io sto bene!" tossì Harry pulendosi la bocca sul pigiama, scosso da brividi incontrollabili "io non ho niente, è del padre di Ron che ti devi preoccupare... dobbiamo scoprire dov'è, sta sanguinando, io ero... era un serpente enorme" continuò
Cercò di scendere dal letto, ma Ron lo respinse indietro; Dean e Seamus bisbigliavano e ció mi diede un'enorme fastidio.
"state zitti voi due!?" chiesi dietro di me e i bisbigli cessarono subito.

si udirono passi affrettati su per le scale, e la voce di Neville "di qua, professoressa" diceva.
La professoressa McGranitt entrò di corsa nel dormitorio, avvolta nella sua vestaglia scozzese, gli occhiali un po' storti sul naso ossuto.
"Che cosa c'è, Potter? Dove ti fa male?" gli chiese l'insegnante
"È il papà di Ron, È stato attaccato da un serpente ed è grave, io l'ho visto" disse Harry tirandosi su
"Che cosa vuol dire, l'hai visto?" chiese la McGranitt, aggrottando le sopracciglia scure.
"Non lo so... dormivo e poi ero lì..." disse lui.
"Vuoi dire che l'hai sognato?" chiese la professoressa
"No! prima stavo facendo un sogno completamente diverso, una cosa stupida... e poi questo l'ha interrotto. Era vero, non l'ho immaginato. Il signor Weasley dormiva sul pavimento ed è stato attaccato da un serpente gigantesco, c'era un sacco di sangue, lui è svenuto, qualcuno deve scoprire dov'è..." rispose Harry furioso
"Non sto mentendo e non sono matto!" la supplicò Harry, quasi urlando "gliel'ho detto, io l'ho visto!"
"Ti credo, Potter. Mettiti la vestaglia, andiamo dal Preside" rispose brusca la donna
"Weasley, Cooper è meglio che veniate anche voi" disse la McGranitt.

La seguimmo (superando le figure silenziose di Neville, Dean e Seamus) fuori dal dormitorio e giù per le scale a chiocciola fino alla sala comune, oltre il ritratto della Signora Grassa e lungo il corridoio illuminato dalla luna.
Incrociammo Mrs Purr, che ci guardò con gli occhi simili a lampadine soffiando leggermente, ma la McGranitt disse "Sciò!" e la gatta scivolò via nell'ombra. Dopo pochi minuti giungemmo al gargoyle di pietra, a guardia dell'ufficio di Silente.
"Ape Frizzola" disse la professoressa McGranitt.
Il gargoyle si animò e fece un balzo di lato; la parete al suo fianco si aprì rivelando una scala a chiocciola di pietra in continuo movimento, come una scala mobile.
Tutti e quattro salimmo sui gradini; la parete si chiuse con un tonfo e salimmo a spirale fino alla lucida porta di quercia con il batacchio a forma di grifone.
Benché fosse mezzanotte passata, si udivano voci nella stanza, un gran parlare. Sembrava che Silente stesse intrattenendo almeno una decina di persone.

La McGranitt bussò tre volte e le voci cessarono di colpo, come se qualcuno le avesse spente. La porta si aprì da sola e la McGranitt ci precedette all'interno.
"Oh, è lei, professoressa... e... ah"
Silente era seduto alla sua scrivania, su una sedia dallo schienale alto; si chinò in avanti nel cerchio di luce della candela che illuminava le carte sparse davanti a lui.
Indossava una vestaglia viola e oro, sontuosamente ricamata, sopra una camicia da notte candida, ma era perfettamente sveglio, e i suoi penetranti occhi azzurri fissavano la professoressa McGranitt.
"Professor Silente, Potter ha avuto un... un incubo. Dice..." esordì la McGranitt prima di essere interrotta
"Non era un incubo" intervenne Harry.
La McGranitt si voltò verso di lui.
"Molto bene, Potter, raccontalo tu al Preside" disse la donna.
"Io... ecco, io stavo dormendo...ma non era un sogno normale... era vero... l'ho visto succedere..." respirò a fondo "il papà di Ron, il signor Weasley... è stato aggredito da un serpente gigantesco" aggiunse

"Come lo hai visto?" chiese Silente piano, senza guardare Harry.
"Be'... non lo so. Nella mia testa, credo..." rispose Harry nervoso.
"Mi hai frainteso. Voglio dire... ricordi... ehm... da quale posizione hai osservato l'attacco? Eri vicino alla vittima, o guardavi la scena dall'alto?" chiese Silente tranquillo.
"Il serpente ero io. Ho visto tutto dal punto di vista del serpente" rispose Harry
Per un momento nessuno parlò, poi Silente, guardando Ron che era ancora bianco come il latte, domandò "Arthur è ferito in modo grave?"
"si" rispose Harry con enfasi.
"Everard. E anche tu, Dilys!" chiamò Silente.
un mago e una strega in due ritratti aprirono gli occhi all'istante.
"Stavate ascoltando?" chiese Silente.
risposero positivamente.
"L'uomo ha i capelli rossi e gli occhiali. Everard, dovrai dare l'allarme e accertarti che lo trovino le persone giuste...." disse Silente.
Entrambi assentirono e uscirono di lato dalle cornici, ma invece di riapparire nei quadri vicini (come succedeva di solito a Hogwarts) non si videro più.

"Everard e Dilys sono stati due dei più celebrati Presidi di Hogwarts. La loro fama è tale che entrambi hanno i ritratti appesi in altre importanti istituzioni magiche. E poiché sono liberi di muoversi fra i loro ritratti, potranno dirci che cosa accade altrove..." spiegò Silente, aggirandoci per avvicinarsi al magnifico uccello che dormiva sul trespolo.
"Ma il signor Weasley potrebbe essere ovunque!" esclamò Harry.
"Per favore, sedetevi tutti" disse Silente, come se Harry non avesse parlato "Everard e Dilys forse ci metteranno un po'. Professoressa McGranitt, vuole procurarci altre sedie?" aggiunse
La McGranitt estrasse la bacchetta dalla tasca della vestaglia e la agitò; quattro sedie comparvero dal nulla, di legno e con lo schienale diritto.

mi sedetti e voltando il capo vidi il Preside sfiorare con un dito la cresta dorata di Fanny. La fenice si svegliò subito, raddrizzò la testa e guardò Silente con i lucidi occhi scuri.
"Avremo bisogno...di un segnale d'allarme" le disse il Preside molto piano.
Ci fu un lampo di fuoco, e la fenice sparì.

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