Capitolo 35 - qual'è il problema?

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Due giorni dopo il mio arrivo cominciai a stare dietro la cassa del magnifico negozio Tiri Vispi Weasley.
Non era quello che sognavo ma amavo il negozio e amavo i gemelli, potevo chiedere di meglio?
Era comunque piacevole lavorare lì, vedere tutti i visi felici delle persone che entravano e uscivano dal negozio. Stancante ma piacevole.
Mi occupavo anche delle creature che vendevano i ragazzi e gli aiutavo con le pozioni.

Le settimane praticamente volarono e un giovedì pomeriggio non c'era molta gente, quindi ero seduta dietro il bancone che leggevo la Gazzetta quando una figura che varcò la soglia del negozio attirò la mia attenzione.
"Oliver Wood, che onore! come stai? da quanto tempo!" gli chiesi sorridendogli e andando verso di lui per abbracciarlo.
"sono venuto appena ho saputo che lavoravi qui! è bellissimo questo posto!" disse lui abbracciandomi e in quel momento apparve Fred che diede una pacca sulla spalla a Oliver e lo salutò.
"Allora, tu e la tua amata scopa come vi trovate nei Puddlemore United?" chiesi sorridendo.
"A gonfie vele! Ti va di andare a parlarne al Paiolo Magico davanti ad una burrobirra?" mi chiese
"ma certo, tanto tra poco il negozio chiude! abbiamo tanto da raccontarci! Ci vediamo dopo Fred!" dissi e lui mi guardò con un'espressione strana. lo ignorai, me ne sarei occupata più tardi dei suoi problemi.

Passai un paio di ore al Paiolo con Oliver a raccontarci storie e avvenimenti passati e presenti e poi verso sera inoltrata tornai all'appartamento.
"ciao ragazzi, sono a casa. grazie per avermi sostituito al negozio" dissi entrando e appoggiando la borsa sul bancone della cucina.
"com'è andato il tuo appuntamento?" chiese Fred seduto sul divano accanto al fratello.
"bene. mi ha raccontato un sacco di cose e-" dissi prima di essere interrotta
"non lo neghi neanche..." sussurrò Fred freddamente alzandosi e evitando il mio sguardo
"ma cosa dici?" gli chiesi
"sei andata ad un appuntamento con Oliver" mi disse freddo questa volta guardandomi
"si, ad un appuntamento con un vecchio amico perché era da tanto che non ci vedavamo. appuntamento non in quel senso certo!" dissi guardandolo
"si va bene" disse alzando gli occhi al cielo
"qual'è il problema?" gli chiesi frustrata
"non c'è nessun problema se ti rimetti con lui" disse
"Fred, ne abbiamo già parlato, lo sai che non provo più nien-" cominciai
"si sì..." disse lui non guardandomi
"no va bene hai ragione allora. è quello che vuoi sentirti dire? si, io amo follemente Oliver Wood e sono andata ad un appuntamento con lui nonostante stia con te. non so neanche perché vivo qui! è quello che vuoi sentirti dire??" dissi io arrabbiata
"io-" disse lui guardandomi smarrito
"no, sono stanca dei tuoi attacchi di gelosia continui. che sia un tuo fratello, Harry, Lee, Oliver.... chiunque che sia un maschio... non capisco, non ti fidi di me? pensi che io potrei correre subito da qualcun'altro in un secondo?? quando lo capirai mai che ti amo più di qualunque altra cosa. è un continuo... io sono stanca" dissi, presi la borsa e uscii dall'appartamento e poi dal negozio.

L'unica cosa che mi faceva e mi fa ancora adesso calmare è camminare all'aria aperta.
era buio e calde lacrime mi bagnarono le guance. si, quando mi veniva il nervoso piangevo. non sapevo cosa fare o dove andare, ma di certo non sarei tornata all'appartamento quella notte, avrei solo litigato di più con Fred.
Mi smaterializzai alla Tana, non volevo andare dai miei genitori in quello stato. mi ero sempre mostrata forte davanti a loro.

Bussai tre volte e vidi un improvviso movimento dietro la finestra della cucina.
"Chi è là? Identificati" chiese la voce nervosa di Molly.
"Sono Grace e per natale ti ho regalato una foto" dissi e la porta si aprì all'istante e apparve la donna avvolta in una vecchia vestaglia verde.
"Grace, cara! Santo cielo, mi hai spaventata! ma cosa è successo?" chiese appena vide le mie guance bagnate.
"Posso?" chiesi
"Certo cara, vieni entra. non ero sola sai" disse lei. entrai e c'era Tonks seduta al tavolo che stringeva fra le mani un grosso boccale.
"ciao Ace" disse lei. Era incredibilmente stanca, quasi malata, con qualcosa di forzato nel sorriso, come l'ultima volta che l'avevo vista.
"ei Tonks. soffriamo per lo stesso motivo sai" dissi sedendomi vicino a lei. raccontai alle due donne quello che era successo e entrambe mi diedero ragione.

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