Teresa
Distesa sul letto Teresa quel lunedì sorrideva. Tutto intorno a lei sembrava riflettere il suo colore, un colore finalmente caldo, sui toni del giallo e dalle sfumature perlacee. Nonostante fosse ormai gennaio, la sua stanza era invasa dal sole, nonostante il cielo fuori minacciasse pioggia, Teresa era vestita d'estate. Sentiva i muscoli delle guance farle male, non riusciva a rilassarli, non smetteva di sorridere.
Quelle settimane sembravano aver annullato tutto, non ricordava i pomeriggi passati a tremare, a sospirare, ad ascoltare i pianti dei suoi amici. Non ricordava quel senso di freddo che la invadeva quando era sola, quella voglia matta di fare qualcosa alla quale seguiva il repentino senso di impotenza. Quanto aveva odiato la sua impotenza Teresa, quanto l'aveva fatta star male, quanto avrebbe voluto schioccare le dita e riportare tutto a come era prima: sorrisi, chiacchiere, scuola, adolescenza.
La vita però la sorprese, la vita le regalò un bacio che annullò tutto il contesto intorno ad esso. Quel bacio non la fece tornare indietro come sperava, quel bacio, le fece fare ciò che Teresa non sapeva di aver bisogno di fare, quel bacio la portò avanti, le aprì le porte del dopo, e il dopo non faceva così paura: era rassicurante, familiare, come se sapesse da sempre che quello era destinato ad essere parte di lei, come se non fosse Teresa ad aspettarlo ma, al contrario, era lui ad aspettare lei. Così, come una madre sotto il periodo natalizio attende con ansia suo figlio fuori sede, allo stesso modo il suo dopo attese lei e, quando la vide, la accolse con uno di quei baci che toccano tutto fuorché le labbra, uno di quei baci che non puoi scordare, uno di quei baci che ti insegnano l'amore, uno di quei baci che ti urlano di essere arrivato ad un nuovo capitolo della tua vita, un capitolo che, sai per certo, sarà bellissimo.
Le bastò allungare il braccio per capire che il suo dopo era lì, sdraiato vicino a lei, vestito del suo stesso colore. Sentendo la mano fredda di lei sul suo petto, Greto si scosse e le sorrise. Quanto le piaceva il suo sorriso, quanto le piaceva Greto.
Fece poi scivolare la sua mano verso quel viso che tanto amava, giocò con i suoi lineamenti mentre lui assecondava il suo movimento. Gli accarezzò gli zigomi, le guance, ripassò con l'indice il profilo del naso, lo stesso naso che Greto detestava. Teresa non aveva mai capito il motivo di tanta avversione, per lei, quello era il naso più bello che si potesse desiderare, forse perché non lo aveva mai visto su nessun altro, forse perché, in quel naso leggermente deviato a sinistra, riusciva a vedere solamente Greto, e in Greto non c'era nulla di sbagliato, nulla era fuori posto.
Il suo pollice scivolò poi fino alla bocca di lui, qui il tocco di Teresa si fece leggero, quasi impercettibile, era così ipnotizzata dal suo stesso movimento da non accorgersi degli occhi di Greto immersi nei suoi. Arrivata al mento, impresse una labile pressione, necessaria però per fargli aprire di pochi millimetri la bocca. La sua stanza era così silenziosa quel lunedì pomeriggio da farle percepire il suono generato dall'allontanamento delle labbra di lui. Rimase a guardare quella bocca, per pochi secondi ancora, come se avesse il timore di dimenticarla, poi, pudicamente, avvicinò le sue labbra ad essa, accarezzandola con la stessa delicatezza del suo pollice, assaporandone ogni centimetro, sperando, in cuor suo, che quel momento non finisse mai.
Fu Greto a staccarsi da lei e, dalla bocca, passò a baciarle la mano ancora sulla sua guancia, ripetutamente, come a voler recuperare tutti i baci mai dati nei quattro anni precedenti. Teresa fu percorsa da un brivido che la portò a sollevare la testa verso il soffitto della sua camera da letto. La stessa camera da dove tutto era cominciato. La stessa stanza che li aveva visti svestiti di ogni sicurezza, impauriti di fronte a quella che avevano scoperto essere la vita, ora li vedeva adulti, consapevoli e uniti in una sola entità. Lì, occhi esterni avrebbero fatto fatica a distinguere dove cominciasse Teresa e finisse Greto, perché, in quel momento, Teresa e Greto non esistevano: assorti l'uno nell'altra finirono per annullarsi a vicenda dando vita a qualcosa di nuovo, qualcosa che qualcuno avrebbe di certo chiamato amore.
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Mentre i topi ballano
Teen Fiction«Teresa saresti sola a controllare più di trenta persone, una ragazza senza nessun adulto. Si sa, quando il gatto non c'è i topi ballano, e Dio solo sa cosa può succedere mentre i topi ballano» Per quanto Teresa odiasse farlo, quella volta fu costre...