20 dicembre.
Napoli.
Il cibo, la musica, i colori, il mare meraviglioso anche in inverno. È tutto bellissimo.
La casa della famiglia di Alessandro è proprio accanto al mare. C'è una vista stupenda.
La casa è molto grande.
Nella zona giorno, c'è un ampio salone con la cucina e un bagno, nella zona motte un secondo bagno e tre camere da letto.
Mentre posiamo le valigie nella camera di Alessandro, Roberto e Bianca preparano la cena.
«Hai una casa bellissima.» dico mentre prendo i miei vestiti per sistemarli nel grande armadio di fronte al letto matrimoniale.
«Ti ringrazio.» mi sorride lui
«Questo sarà il nostro primo Natale insieme.»
Mi avvicino a lui e lo bacio, prendendogli il viso tra le mani.
Dopo aver sistemato tutti i vestiti, aiuto Lucrezia ad apparecchiare mentre mi confessa uno dei suoi segreti, che però mezza Milano e Napoli sicuramente già sa.
«Mi sto frequentando con Andrea.» sussurra.
«Fantastico!»
«Non dirlo ad Ale. Non voglio si incazzi. Lo conosco. Non so se è più geloso di me, o del suo migliore amico.» dice alzando gli occhi al cielo.
«Beh... Se questa frequentazione diventerà una cosa seria, prima o poi lo verrà a sapere.»
«Il più tardi possibile.» esclama lei e io scoppio a ridere.
«La pizza è pronta!» esclama Roberto, orgoglioso della sua cucina.
Mentre iniziamo a cenare, Bianca mi dice che il giorno della vigilia, a casa ci saranno circa una trentina di persone tra zii, cugini e amici.
«Accidenti! Siete una famiglia numerosa.»
«Neanche tanto sai?» ride lei mentre addenta un pezzo di pizza.
«Come si chiama la spiaggia qui accanto?»
«Lido Marechiaro.»
«Chissà in estate quanto sarà affollata.»
«Non immagini nemmeno.»
Dopo aver finito cena e lavato i piatti, io e Alessandro decidiamo fare una passeggiata.
«È un paradiso terrestre qui.» dico mentre camminiamo mano nella mano.
«Quando ero piccolo, verso i dodici anni, quando i miei andavano a dormire ed era estate, io scappavo di casa per andare a nuovare ogni notte.
Tornavo a casa quando vedevo che iniziava a esserci l'alba.
Era bellissimo.» dice e ci sediamo a una panchina.
«Ricordi dove la casa di tua nonna?»
«Via Toledo. Ricordo che il portone per entrare era tutto bianco con dei dettagli colorati di un giallo senape e la maniglia era.»
«Domani ci andremo.» dice e mi bacia la fronte.
Gli accarezzo la guancia e lo bacio sulla bocca mordendogli le labbra. La mia lingua fiora la sua e un gemito sensuale gli esce involontariamente.
«Piccola...» dice staccandosi da me ma io gli appoggio una mano dietro la testa per avvicinarlo a me per continuare a baciarlo.
«Mi sta scoppiando...» mormora quando le mie labbra divorano le sue.
Gli strattono i capelli e gli mordo il labbro per poi girare attorno alla sua lingua con la mia.
Quando ci stacchiamo e lo guardo negli occhi, vedo che ha le pupille molto dilatate.
Abbasso lo sguardo e i suoi jeans sono molto gonfi.
Mi mordo il labbro e arrossisco quando lo sento sussurrare al mio orecchio «se continuiamo, ti prendo su questa panchina.»
«Perchè non ci facciamo una passeggiata sulla spiaggia?»
Senza rispondere, si alza prendendomi in braccio e iniziamo ad andare verso la spiaggia.
«Mettimi giù!»
Appena arriviamo a destinazione, mi deposita a terra e prima che possa rendermene conto, siamo sdraiati sulla spiaggia, l'uno sopra l'altra.
«Potrebbero vederci...»
«È ancora più eccitante, non trovi?»
Ci guardiamo intorno e la spiaggia è completamente deserta data l'ora.
Sono le due e mezza e le uniche persone in giro siamo solo io e lui.
«Che freddo, accidenti!»
«Non spogliarti tutta, abbassa solo i pantaloni per scoprire il tuo bellissimo culetto.» e nel dire l'ultima parola si lecca le labbra.
Faccio come mi dice e mi siedo sopra di lui che lentamente mi entra dentro.
«Cazzo piccola come sei stretta.» geme e si spinge più a fondo dentro di me mentre io mi aggrappo alla sua giacca mentre mi muovo si e giù su di lui a cavalcioni.
«Così...bravissima.» getta la testa all'indietro e geme forte.
«O mio dio.» aumento il ritmo mentre l'unica cosa che si sente, è il nostro respiro, i nostri gemiti, il fruscio del vento e il rumore delle onde del mare.
«Sei così bella.» ansima lui mentre sento di essere sempre più vicina al culmine.
Mi alzo e mi metto a pecorina appoggiando mani e ginocchia sulla sabbia ghiacciata.
«Prendimi così.» ansimo e sento la punta del suo membrio sfiorarmi le natiche.
Metto una mano sul clitoride e inizio a massaggiarlo mentre lui mi entra dentro fino in fondo.
Lancio un grido ma lui mi tappa la bocca con la mano mentre con l'altra mi strattona i capelli e inizia a muoversi avanti e indietro sempre più velocemente dentro di me.
«Piccola mi stai facendo impazzire.» toglie la mano dalla mia bocca e gli dico «non muoverti.»
Mi muovo davanti a lui scopandolo senza sosta.
«Oh cazzo!» geme e lo sento pulsare dentro di me.
Lo toglie e viene sul mio culo mentre mi penetra con tre dita forte. Vengo attorno alle sue dita gemendo e ansimando il suo nome.
Quando torniamo a casa, tutta la sua famiglia sta dormendo e senza fare rumore, ci facciamo la doccia insieme per poi metterci a letto a vedere un film che non ho mai visto.
«Davvero non hai mai visto Sister act?»
Faccio di no con la testa e l'espressione scioccata sul suo volto mi fa troppo ridere.
Mentre lo guardiamo, mi addormento con la testa sul suo petto entrambi nudi sotto al piumone.
Mi sveglio di soprassalto con il viso imperlato di sudore. Alessandro dorme tranquillo accanto me con le braccia che stringono il cuscino, sdraiato a pancia in giù e la gamba destra leggermente piegata.
Allungo una mano per accarezzargli i capelli ma mi fermo a mezz'aria e cercando di non svegliarlo mi alzo dal letto.
Apro un cassetto e prendo la biancheria, e dopo essermela messa, tiro fuori un pantalone grigio con una felpa nera dall'armadio.
Vado in cucina per versarmi un bicchiere d'acqua per poi berlo tutto d'un fiato.
L'unica cosa che illumina la stanza, sono le luci accese dell'albero di Natale.
«Bea?»
La voce di Alessandro che mi chiama mi risveglia dai miei pensieri.
Salgo le scale ed entrambi sussultiamo quando ci scontriamo a metà scala.
«Ehi.» sorrido e lo seguo al piano di sopra.
«Va tutto bene?» chiede preoccupato mentre entriamo entrambi in camera.
Annuisco e mi sdraio sul letto accanto a lui.
«A che cosa pensi?»
«Alla mia mamma...» la mia voce è un sussurro.
Lui fa per abbracciarmi ma io alzo una mano per fermarlo «no, non serve».
«Non chiuderti in te stessa. Ti prego.» esclama e dal tono della sua voce, capisco che anche lui provi dolore anche se fa di tutto per nasconderlo.
«Domani voglio andare da sola a casa di mia nonna. Prenderò un taxi se non puoi prestarmi la macchina.» dico mentre mi giro di spalle a lui nel letto, tirandomi il piumone fino a sopra la testa.
«Non esiste. Ti accompagno. Non conosci la città, potresti perderti.»
«No. Ci vado da sola. Ho bisogno di stare da sola. Per favore...»
Non risponde e nessuno dei due dice un'altra parola per questa notte.
Non so perché mi senta tanto triste. Fra pochi giorni è Natale!
Il primo Natale con il mio ragazzo. Dovrei essere al settimo cielo, invece mi sento incompleta. Sento che manca qualcosa nella mia vita... Qualcuno del quale non riesco a ricordare.
I miei sogni sono frammenti di immagini offuscate e confuse di persone che non riconosco.
Due occhi verde smeraldo, due capelli biondi, una voce roca, un pianto di un neonato...
Non so perché non riesco a rimettere insieme i pezzi dei sogni che faccio. Sono così confusa e disorientata a volte...
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Do you remember us?
ChickLit(SEQUEL DI "TOGETHER AGAIN") Dopo l'incidente aereo, Ella, si sveglia in un letto d'ospedale in una città che non conosce. Confusa e spaventata, troverá l'aiuto di cui ha bisogno nel medico che la visita ogni giorno, Alessandro. Non avendo un posto...