17.

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10 giugno.

MATRIMONIO.

Il grande giorno si avvicina. Mi sembra ieri che io e Mark ci siamo conosciuti. Sono un fascio di nervi.
Non faccio che pensare che tra circa ventiquattro ore, sarò la signora Harper.
Sono così felice che piango ogni secondo, dannazione.
L'addio al celibato mio e di Mark sarà questa sera.
I suoi nuovi colleghi di lavoro gli hanno organizzato qualcosa in un locale. Ovviamente non mancheranno ragazze in costume e spogliarelliste.
Vorrei ucciderlo al solo pensiero che possa vedere un'altra nuda, ma alla fine anche per me hanno organizzato qualcosa stasera.
Cassidy e Dakota, insieme alle mie colleghe Hannah ed Erika, hanno affittato anche loro un locale.
«Cosa indosserai stasera?» mi chiede Dakota.
«Non lo so. Non sono sicura di voler venire. E poi, sapere che Mark sarà in un locale pieno di spogliarelliste, mi rende molto nervosa. Sinceramente, vorrei non ci andasse. Ma al tempo stesso mi chiedo se andandoci, mi sarà fedele. E comunque, io stasera non vengo!» mi butto sul letto con la testa immersa nei cuscini.
«Tu ci vieni! Ho già in mente l'abito perfetto per te.» dice Cassidy togliendomi da sopra la testa tutti i cuscini.
«Ma come faccio con Kris?»
«Non preoccuparti, ho chiamato una babysitter notturna che la terrà tutta la sera e anche la notte. Stai tranquilla.
E adesso... A prepararci!» urla la mia bellissima e splendida cognata.
Mi portano nella cabina armadio, facendomi sedere sul divanetto al centro della stanza.
«Allora, io opterei per qualcosa di scollato, magari rosso.»
«Non sarebbe male.» dico guardando i vari vestiti che Cassidy tira fuori dal gigantesco armadio.
«Nero, oro o rosso?»
«Quello oro non è male.» dico prendendolo dall' appendiabiti.

Dopo una lunga doccia, indosso l'abito che mi ha consigliato mia cognata

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Dopo una lunga doccia, indosso l'abito che mi ha consigliato mia cognata.
«Ecco le scarpe e la borsa.» dice e io torno in camera per finire di prepararmi.
Dakota mi aiuta a truccarmi e dopo aver finito, mentre prendo il telefono sul comò, vedo un biglietto posato sopra una scatola nera.
"Ti staranno benissimo piccola.
Divertiti stasera. Non bere troppo, mi raccomando.
Ti amo signora Harper.»
Quando apro la scatolina, resto senza parole. Un paio di orecchini pendenti di diamante.
Il mio cuore ha fatto una mega capriola leggendo "signora Harper".
Mentre scendo le scale, il mio telefono vibra.
Quando rispondo, vedo che è Mark in videochiamata.
«Ciao amore» dico con un sorriso «come procede la serata?»
«Una noia mortale. Aspetta... Fatti vedere un po'.» allontano il telefono e riprendo in basso per mostrargli il mio outfit.
«Accidenti com'è corto!»
Scoppio a ridere mentre arrivo all'ultimo scalino.
«Devo andare ora piccola, non muoverti troppo. E non toglierti nulla quando arrivi a casa, vorrò prenderti tutti i buchi con quel vestito e quei tacchi addosso.
Ti amo.» dice con un sorriso smagliante per poi attaccare la chiamata.
«O mio dio sei strepitosa!» urlano in coro le mie furure quattro demigelle.
«Coraggio, andiamo!»

Arrivate al locale, ci avviamo subito al bar.
Qualche Martini, Cosmopolitan e Mojito più tardi, arrivano al nostro tavolo quattro ragazzi.
Il primo è vestito da poliziotto, ha i capelli biondi e gli occhi verdi, il secondo è molto più alto del primo, è vestito da pompiere e ha i capelli neri e occhi azzurri.
Il terzo invece è il più muscoloso  tra i tre, è vestito da vigile e ha i capelli castani e occhi neri.
L'ultimo, è vestito anche lui da poliziotto, è moro, capelli ricchio e occhi celesti.
Tutti si inchinano davanti a me e a turno mi baciano la mano, per poi, iniziare il loro balletto a ritmo di musica.
La canzone che risuona nelle casse è Back to sleep di Chris Brown a tutto volume.
Uno dei ragazzi mi prende per mano e mi accompagna a una poltrona di pelle rossa.
Quando mi siedo, si spengono tutte le luci, ma la musica continua.
Il ragazzo biondo, viene illuminato da un grande riflettore che lo abbaglia con una luce rossa.
Viene verso di me con passo deciso e inizia a strusciarsi su di me. Sento la voce di Cassidy urlare mentre le sue mani finiscono sul mio collo.
Mi fa segno di toglierli la camicia e io, la afferro di colpo e la apro, facendo saltare tutti i bottoni.
Lui sorride e si spila anche la cravatta, sempre continuando a muoversi su di me.
Quando arriva il torno dei pantaloni, si toglie la cinta di cuoio e la mette dietro i miei capelli muovendola attorno al mio collo, quasi come se fosse un collare.
Poi, con un rapido gesto, si strappa via i pantaloni blu e resta in boxer grigi.
Le luci si spengono di nuovo e quando si accendono, sul palco appaiono il ragazzo vestito da vigile e quello vestito da pompiere illuminati entrambi da due riplettori, uno rosso e uno bianco.
Entrambi si spogliano mentre ballano e si strusciano su di me.
L'ultimo, il secondo poliziotto, appare dietro di me prendendomi la mano.
Si sfila la cravatta e mi benda gli occhi.
«Stia tranquilla.» sussurra al mio orecchio mentre mi conduce in un punto a me sconosciuto.
Ad un tratto, sento qualcosa di freddo posarsi su entrambi i miei polsi e con uno scatto, vengo ammanettata.
Qualcuno mi sbenda e mi ritrovo legata a una X di legno.
Davanti a me, i ballerini, tutti solo con i boxer e una maschera di pizzo in viso che copre solo gli occhi.
Io mi giro per cercare con gli occhi le mie amiche ed eccole lì. Tutte sedute a un tavolo che si godono lo spettacolo.
Uno dei ragazzi, mi fiora la camba con un frustino fatto a cuore che mi ricorda molto la regina nel cartone Alice nel paese delle meraviglie.
Il ragazzo che fino a poco fa era vestito da poliziotto, riprende il suo balletto seducente insieme al ragazzo che era vestito da pompiere.
Quando lo spettacolo finisce e io torno dalle mie amiche, le maledico col pensiero per questa serata.
Dopo diversi drink, le mie amiche decidono che sono troppo ubriaca, tanto da non reggermi in piedi, così torniamo a casa ormai alle quattro del mattino passate.
Quando mi butto sul letto, vedo che Mark ancora non è tornato.
Sono troppo stanca per darci peso, starà ancora festeggiando.
Mi tolgo i tacchi, il vestito, il trucco e mi sciolgo i capelli per poi buttarmi sul letto, addormentandomi in pochissimi minuti.

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