Parte 14

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 Parte 14

Tommy/Franci


I giorni successivi alla frana furono piuttosto caotici anche per Tommy e Fra che decisero, insieme alla famiglia Werner e ad Andrea di mettersi a disposizione della protezione civile e dell'esercito per aiutare la popolazione di Courmayer totalmente isolata dalle tonnellate di rocce cadute dalla Aguille Noir del Monte Bianco.

In meno di una settimana era stato attrezzato parallelo alla strada provinciale del paese un ospedale da campo e una grande tendopoli per ospitare le famiglie (poche per fortuna) che avevano dovuto lasciare le proprie abitazioni nella zona a rischio, nonché tutti gli alpini, volontari e militari arrivati in soccorso da tutta la Valle d'Aosta, dalla Lombardia e dal Piemonte.

Grazie alla decisione del sindaco di chiudere la zona a rischio il giorno prima dello smottamento miracolosamente non ci furono morti, qualche ferito grave fu portato all'ospedale di Aosta in elicottero e quelli meno gravi furono curati nell'ospedale da campo della protezione civile.

Tommaso si offrì di fare il lavoro tedioso ed impegnativo di trasmissione dati al computer, in collegamento costante con la direzione della Farnesina e le sedi centrali del soccorso nazionale. Francesco invece si spostò continuamente a piedi accompagnando squadre di alpini lungo tutti i sentieri intorno a Courmayer essendo pratico di tutta la zona boschiva e fuori sentiero. Grazie a queste continue escursioni riuscirono a raggiungere un piccolo villaggio rimasto isolato dalla frana e portarono alla decina di famiglie che abitavano lì tutto il necessario per mangiare e vestirsi oltre a medicine e cure mediche per loro e i loro animali, usando anche delle teleferiche per il trasporto del materiale.

Nel giro di due settimane, grazie a ruspe e caterpillar dedicati a scavare le macerie, la zona della frana fu sgombrata da tutte le rocce precipitate a fondo valle, vennero recuperati miracolosamente anche centinaia di pini ancora intatti che sarebbero stati ripiantati subito nel vallone accanto al Monte Bianco. Furono impiegati più di un migliaio di persone tra volontari, esercito, alpini e abitanti della zona per tutte le operazioni di sgombero, scavo e inserimento di piante nel territorio circostante la frana insieme ai preziosissimi muri di contenimento, con l'apporto fondamentale anche dei cani addestrati per il soccorso durante i terremoti.

Fiocco non era entusiasta della loro presenza dato che Franci aveva ospitato tutto il gruppo cinofilo nei due grossi capanni accanto alla baita ma appena conobbe Laika una labrador dal pelo color champagne più 'vecchia' di lui solo di un paio di mesi se ne innamorò follemente. Tommaso stava parecchie ore al computer ma ogni tanto era costretto ad andare a cercare il cane in giro perché Fiocco cercava la sua Laika ovunque anche se quest'ultima era impiegata in tutt'altra zona per il suo lavoro di soccorso.

In un mese di impegno costante Francesco approfittò per una decina di volte del viaggio in elicottero insieme al gruppo del soccorso alpino per scendere a Milano, per continuare a dare il suo apporto all'azienda e come già programmato in precedenza rientrava sempre nel primo pomeriggio. Adesso non vedeva l'ora di tornare alla baita sia per Tommy sia per riprendere ad aiutare gli abitanti di Courmayer.

Nel frattempo ci fu un cambiamento incredibile in Tommaso: tra le lezioni on line per l'Accademia e tutto il lavoro informatico per l'esercito e la protezione civile il ragazzo era immerso full time tutto il giorno e questo gli permise lentamente di spostare tutto il suo interesse primario al soccorso e alla ricostruzione dell'ambiente montano che ormai amava profondamente.

Gli incubi notturni erano spariti del tutto e il ricordo doloroso dei fatti accaduti alla villa erano ormai alle spalle, il bisogno di aiutare il prossimo in difficoltà e la sensazione di rendersi utile agli altri aveva spronato il subconscio di Tommaso a rimuovere definitivamente i brutti pensieri portandolo a rivalutare i suoi obiettivi primari e dando priorità alle necessità impellenti del momento.

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