capitolo 19 : Nostalgia

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Alex

L'aereo aveva spiccato il volo, ed io ero rimasta li ,impalata a fissarlo mentre si allontanava dal suolo.

L'immagine diventava sempre più sfocata a causa delle lacrime che riempivano i miei occhi.

Ci rivedremo presto , promesso. Buon viaggio amore mio !

Se ne era andato, mi aveva lasciato sola ad affrontare tutto.Perchè ? Perché proprio adesso ?

Se ne andato da 10 minuti e già sentivo la solitudine avvolgere il mio corpo.Non riuscivo a muovermi, ormai l'aereo era diventato un puntino.

Più si allontanava e più sentivo una voragine scavare il petto. Sempre più in profondità. Mi sentivo lacerare l'anima.

Non ho mai provato quella sensazione, nemmeno quando ho saputo la verità celata da mia madre, quando ho scoperto che mio padre non era il mio vero padre, quando ho incontrato il mio vero padre.

Ed ecco che i miei demoni  tornano a capolinea.

Mi sentivo sola . La cosa più bella ,forse l'unica,che la vita mi avesse regalato se ne era andata. Non riuscivo a capacitarmi, non riuscivo a rendere l'idea.

Ero entrata in una sorta di trance. Il mio corpo era presente, ma la mia mente e il mio cuore erano da tutt'altra parte.Erano partiti con lui.

Scossi la testa ,mi asciugai le lacrime con le maniche della felpa, Tirai un sospiro per calmarmi e decisi di tornare a casa.

Camminavo tra la gente , con gli occhi persi nel vuoto. Ormai avevano perso la vitalità. Erano spenti , come tutto il resto del mio corpo.

La pioggia picchiettava sulla mia testa.5 secondi dopo ero bagnata fradicia.

Sembravo uno zombie.I miei occhi erano circondati da due occhiaia profonde e marcate, le mie guance erano delineate dal mascara che era colato sia per il pianto che per la pioggia.

Faceva freddo, ma non m'importava. Potevo anche morire in quel momento. La vita ormai era stata crudele sin dall'inizio con me .

Per un attimoavevo sfiorato la felicità, che credevo meritassi, ma poi è volata via in un soffio di fiato.

La vita aveva deciso che non meritavo di essere felice. Dovevo pagare, dovevo soffrire pene care e amare.

Camminando raggiunsi il parco,il mio rifugio.

Era vuoto.Decisi di entrare e sedermi sotto ad un albero.

La pioggia continuava a scendere sempre più forte, e io ero lì. Inerme.Seduta con le gambe incrociate e il volto alzato al cielo. Chiusi gli occhi e iniziai a sentire tutto il vuoto che mi ha lasciato dentro la sua partenza.

Attorno a me si avvertiva la quiete, il silenzio. Ho sempre odiato il silenzio, ma in  quel momento mi piaceva.

Si poteva sentire in lontananza il rumore dei clacson, le campane della chiesa, i passi delle persone.

Mi abbracciai forte , e iniziai a piangere. Ero disperata.

Mentre cercavo di ritrovare la pace interiore, qualcuno mi si a riparandomi dalla pioggia.

"Se rimani li ancora a lungo rischi di Prendere un raffreddore. " quella voce mi fece sobbalzare. Aprii gli occhi e vidi il tizio che mi aveva salvato l'altro giorno .

"Non m'importa! "

"Alex , non fare la stupida...dai vieni con me" mi tese la mano per farmi rialzare. Accettai l'aiuto.

E poi arrivi tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora