capitolo 43-

1K 30 1
                                    

In quei giorni lasciai un Po perdere la situazione,volevo godermi un Po mio padre,poiché eravamo stati lontani per quasi 4 mesi.
Ogni mattina ,mentre lui era a lavoro , passavo in ospedale da mia madre, e notavo che le sue condizioni di salute stavano migliorando,anche se aveva avuto ancora dei brevi vuoti di memoria. Tipo a volte pensava di essere incinta e si accarezzava la pancia inesistente,per renderla più reale la sua immaginazione infilava un cuscino sotto al camice. Ripeteva che non vedeva l'ora di vedere i suoi adorati gemellini.
Quando ritornava in se è scoppiava a piangere,ripetendo che era stata una madre ingrata.
Vederla così, in quei momenti faceva davvero male ,dovevo fare qualcosa . Così un giorno mi ritrovai da sola a casa,presi l'elenco telefonico e decisi di cercare il numero dell'unico orfanotrofio di Detroit. Infatti non fu difficile trovarlo. Con molta esitazione e con le mani che tremavano come foglie al vento, composi il numero. Ad ogni squillo l'ansia,l'agitazione e il panico aumentavano a vista d'occhio in me. La tentazione di buttare giù la cornetta era tanta, ma non potevo farlo, non potevo tirarmi indietro a un passo dal traguardo.Dovevo essere forte e non una vigliacca .

"Orfanotrofio bellville di Detroit con chi parlò?" la voce meccanica mi catapultó nella realtà. La voce apparteneva ad una donna ,che dalla voce matura potei immaginare che potesse avere su per giù 40 anni .

"Si sono Alexandra Johnson ,volevo fissare un appuntamento con la direttrice "la mia voce risultò al quanto incerta ,poiché ero troppo emozionata.

"Certo ,allora se è possibile per lei può incontrarla il lunedì,il mercoledì e il venerdì ,a lei la scelta " quindi potevo incontrarla anche nel pomeriggio ,ma davvero non ero pronta ad affrontarla subito ,avevo bisogno di qualche giorno per rifletterci su e prepararmi psicologicamente .

"Va benissimo per venerdì "

"Ok,allora si assicuri di portare carta di identità e codice fiscale. A quasi dimenticavo a che ora desidera venire ?"

"intorno alle 11 del mattino, se per lei va bene "
Dovevo chiedere a bri se mi accompagnasse , non ero pronta ad affrontare una situazione del genere sola. Non so ce l'avrei fatta a reggere ,e assimilare la verità. In cuor mio speravo di ricevere una risposta positiva.

"Certo ,Grazie mille signorina Johnson a venerdì "

"Arrivederci"

Staccai la telefonata e tirai un sospiro profondo ,tra qualche giorno avrei finalmente dato una risposta definitiva a questi dubbi che avevo da un bel Po. Avrei tolto un peso grande quanto un macigno dallo stomaco.

Mi diressi in cucina e iniziai a cucinare qualcosa per pranzo.
Decisi di preparare un bel minestrone di verdure con del pollo a forno e patate . Con quel freddo era il menu ideale. Invitai anche bri e Jason ,i quali in quei giorni mi erano stati molto vicini.
Anche se Jason era un Po contrario al fatto che non volessi dire niente a Justin ,contribuiva a distrarmi.

Eravamo stati varie volte in centro ,avevamo visto film,fatto videochiamate con i nostri amici .

Avevo trascorso del tempo con mio padre ,eravamo andati a cena fuori ,fatto un picnic ,un escursione nei boschi . Tutto però con la massima cautela ,ero pur sempre incinta.
A mio padre non gli avevo ancora detto nulla ,così quel giorno pensai che dovesse finalmente sapere poiché stava iniziando a sospettare di qualcosa . Ultimamente avevo avuto nausee e capogiri molto frequenti ,per quanto cercassi di nasconderlo si notava a vista d'occhio che non stessi bene.
Ero molto pallida ,il viso molto sciupato , avevo perso persino 2 kg. E avevo un leggero rigonfiamento sulla pancia,che cercavo di nascondere con maglioni e vestitini larghi.
Chiamai il dottor brown e mi disse che era tutto normale ,la gravidanza procedeva a gonfie e vele. La nausea e i capo giri erano cose naturali,soprattutto nei primi mesi di gravidanza,poiché l'organismo doveva abituarsi a un corpo estraneo che col tempo avrebbe accettato.

E poi arrivi tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora