Capitolo Uno - Troppe Cose E Poco Tempo

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Sei solo un fallito.

La notte non gli era mai piaciuta...

Vai ad ucciderti, che è meglio.

Non perché avesse paura del buio o cose del genere, ormai aveva vent'anni, un'età in cui si sa che nel buio non c'è nulla da temere se non le colpe degli uomini.

Sei solo un coglione.

No, aveva paura del buio perché quando tutto diventava buio e si sdraiava nel letto restava da solo con loro.

Perché sei ancora vivo?! Non è meglio per tutti se ti ammazzi?!

Loro. Le voci. Le paure.

Di giorno cercava di non pensarci, aveva imparato a riconoscere quella voce, che poi era la sua, che lo accusava, ma di notte non aveva scampo.

Non ne aveva più da un anno ormai.

Di giorno si teneva impegnato, per non sentire quella morsa di terrore e non iniziare a gridare. E poi di giorno ad aiutarlo c'era lei.

L'unica donna che avesse mai amato nella sua vita era al suo fianco, ogni mattina, ogni sera e ogni notte, per aiutarlo.

Si chiamava Yayoi Aoba.

Era davvero una bellissima ragazza, anzi donna ormai, era come un angelo che gli era caduto tra le braccia quando ne aveva avuto più bisogno.

Non l'amava per il suo aspetto, anzi a livello fisico e romantico non l'amava proprio, però l'amava a livello sentimentale, come una grande amica, perché lei era sempre lì quando lui aveva bisogno.

E lui era lì per lei a sua volta.

Quella profonda amicizia non era mai mutata in quell'ultimo anno, dopotutto perché lui non riusciva ad amare le donne come le altre persone normali.

Ci aveva provato, ad essere normale, ma non ci era riuscito.

Quante donne aveva potato a letto prima di realizzare che non provava nulla...

E quando si era guardato allo specchio e si era sorriso, nonostante tutto, aveva capito quello che voleva davvero.

Non era normale, o almeno non per gli altri, in effetti c'era un motivo se aveva deciso di giocare a calcio nella nazionale maschile.

Il calcio in sé gli interessava poco, i suoi compagni già di più, questo poco interesse però gli era costato il posto da titolare.

Quindi adesso, anche se era tornato in Giappone, non si allenava con la squadra.

Non aveva nemmeno detto loro di essere tornato, per loro era ancora in Germania ad Amburgo.

Eppure lui non era più lì da un anno ormai.

Lì aveva avuto la prima e ultima vera storia romantica della sua vita, che fosse durata più di una notte almeno.

Si era innamorato, sul serio per la prima volta, di un ragazzo tedesco, Karl Heinz Schneider.

La loro storia non era stata facile, era sempre stata parecchio squilibrata, ma con Schneider al suo fianco le voci avevano smesso di gridare nella sua testa.

Schneider aveva scacciato tutte le sue paure.

Eppure aveva commesso un errore, era andato via, solo per due mesi, ma era andato via.

Quando era tornato, appena sceso dall'aereo proveniente dall'Inghilterra, Schneider lo stava aspettando nel gate.

Gli era corso incontro, stringendolo in un abbraccio, innamorato di lui così tanto da non rendersi conto che non erano soli.

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