Capitolo Quindici - Il Funerale

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Tirava uno strano venticello fresco il giorno del funerale di Yayoi.

La madre di quest'ultima lo aveva organizzato all'aperto al cimitero dove sarebbe stata sepolta la bara, era tutto pronto, gli invitati erano già seduti, mentre la bara era davanti agli altri.

Genzo era seduto in prima fila, non piangeva, fissava la bara di Yayoi con sguardo vacuo, non sentiva nemmeno freddo.

L'odore dei fiori tutt'intorno gli pizzicava il naso, ma non se ne preoccupava.

Lo irritava solo che mancassero i fiori gialli, i preferiti di Yayoi, ma d'altronde non poteva pretendere che quelle persone si interessassero a lei quanto aveva fatto lui.

<< Toccherà presto a te parlare, caro >> sussurrò piano la madre di Yayoi accanto a lui, appoggiandogli una mano sul ginocchio.

Genzo annuì, senza spiccare parola, il suo cuore era stretto in una morsa di gelido terrore.

Appena arrivò il suo turno si alzò meccanicamente dalla sedia, dirigendosi verso la bara di Yayoi per parlare di fronte a tutte quelle persone.

Era così concentrato su quello che doveva dire che non badò nemmeno ai volti che vedeva tra il pubblico, non riconobbe Kojiro e Maki, seduti in terza fila, che lo guadavano.

Kojiro appena lo vide si sentì a disagio, ma non riusciva a distogliere lo sguardo da lui.

Genzo si schiarì la voce, prima di parlare, deglutendo lentamente.

<< S-salve a tutti >> esordì, leggermente imbarazzato.

Prese un bel respiro, pronto a fare il suo discorso.

<< Io sono Genzo... Ero il migliore amico di Yayoi... Vorrei dire due parole su di lei prima che- insomma- la spediscano sottoterra >> commentò piano Genzo.

Il silenzio attorno a lui si poteva percepire con chiarezza.

<< Lei era la migliore persona che io abbia mai incontrato. Ci conoscevamo da quando eravamo bambini, eppure non ci eravamo mai davvero parlati >> continuò Genzo, a mano a mano che raccontava si stava accorgendo di quanto fosse sbagliato.

Yayoi non avrebbe mai voluto che lui raccontasse di loro, lei gli aveva chiesto di parlare solo per rincuorare i suoi parenti, così Genzo serrò le labbra.

<< Yayoi non ha mai avuto paura della morte, Yayoi era coraggiosa, Yayoi non ha mai pianto una singola lacrima! Lei voleva bene a tutti voi, era sempre buona con tutti, molto dolce e non provava rancore verso nessuno >> Genzo stava semplicemente mentendo, dicendo tutto quello che gli veniva in mente.

Sapeva benissimo che Yayoi aveva temuto la morte in ogni istante di agonia degli ultimi giorni, la ragazza aveva anche pianto e aveva chiesto il suo aiuto.

Yayoi non era solo dolce, era anche testarda e sapeva farsi valere, non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno e molte persone le stavano antipatiche.

Portava un terribile rancore verso Misugi e verso Kojiro, questo Genzo lo sapeva bene, ma non voleva più dirlo.

Non voleva più dire la verità, non era quello il suo compito.

In quel momento di disperazione doveva fingere, per i parenti di Yayoi, che la defunta ragazza fosse stata perfetta.

<< Yayoi era sempre buona con tutti, aveva sempre una parola gentile quando ne avevano bisogno >> continuò Genzo, serrando le labbra.

Quella non era la sua Yayoi, la sua Yayoi sapeva essere spinosa, sapeva essere cinica e fredda, era quella la verità.

<< Per me ha fatto tantissimo, si è sempre prodigata per aiutarmi, non so come farò adesso senza di lei al mio fianco >> quella era l'unica cosa vera di tutto il suo discorso.

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