Capitolo 6.

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Il buio. Vide solo questo per quelli che le sembrarono anni. Un enorme lago nero in cui stava affogando.
Poi uno spiraglio di luce in mezzo all'oscurità: due voci, che sembravano decisamente preoccupate.
Cercò di chiedere aiuto, ma dalla sua bocca non uscì altro se non un debole mugolio.
La puzza di muffa le intasava le narici e i cinguettii degli uccelli l'assordavano, in più la luce del sole le colpì in pieno gli occhi e le diede un fastidio tremendo, nonostante fossero chiusi, ma si sentiva troppo stanca e debole per muovere il braccio, o qualsiasi altro muscolo e coprirseli.
Tuttavia, era riuscita ad attirare l'attenzione delle due persone nella stanza.
Decise di aprire gli occhi. Inizialmente tutto ciò che vide non furono altro se non una massa indefinita di colori che si mischiavano fra loro. Cercò di mettere a fuoco l'ambiente circostante e constatò che si trovava in una stanza messa piuttosto male,doveva essere abbastanza vecchia.
Poi la sua attenzione si spostò sulla figura che si era chinata accanto a lei.
Sbatté più volte le palpebre per assicurarsi che non fosse una visione, eppure era tutto reale. Jacob stava chino su di lei con l'aria decisamente allarmata.

"Che cosa succede?" farfugliò Jennifer spaesata.

Jacob sospirò e fece cenno all'altro ragazzo di andarsene. Alla ragazza non sembrava affatto di conoscerla.

"Come ti senti?" domandò preoccupato.

"Sento tutto così dannatamente rumoroso e sono anche debole" rispose, cercando di sedersi.

"Non ricordi niente?" continuò lui ansioso.

"No"

"Jenny..." disse, prendendo un enorme sospiro "sei stata attaccata da un vampiro" disse tutto d'un fiato.

I ricordi l'assalirono: i brutti voti in matematica, le ripetizioni e poi Damon Ross o quella creatura malvagia che le succhiava la vita dal corpo.

"Stai scherzando vero?" domandò incredula.

"Sono stato io a salvarti" spiegò lui.

Si massaggiò le tempie, cercando di capire se il mondo fosse impazzito o se le stessero facendo solo un brutto scherzo. Eppure non poteva essere un inganno, quel dolore era troppo reale. Le venne spontaneo tastare il suo collo, alla ricerca dei due buchi lasciati dai canini di Damon e sentirli fu un ulteriore conferma. Sussultò completamente sotto shock, non riusciva a crederci.

"Oh mio Dio..." sussurrò lei.

L'espressione di Jacob era cambiata radicalmente, il suo era un sorriso triste, che mostrava il suo dispiacere. Le accarezzò il viso e prese un altro respiro profondo per annunciarle la prossima notizia.

"Anche io sono un vampiro" confessò.

Jennifer lo guardò terrorizzata, cacciò bruscamente la sua mano del suo viso e cercò di allontanarsi il più possibile da lui. Il cuore le batteva all'impazzata ed impulsivamente balzò giù dal letto, ignorando la sua condizione fisica.
Trovò un pezzo di legno appuntito in un angolino della stanza e glielo puntò al petto come un paletto. Aveva letto parecchi libri e visto abbastanza film e sperava che quello fosse un metodo efficace.

"Stai lontano!" minacciò spaventata.

Jacob si avvicinò cautamente, ma lei si rifiutava di abbassare la guardia. Fu costretto a levarle con la forza il pezzo di legno dalle mani.

"Non voglio farti del male, se no non ti avrei salvato" cercò di rassicurarla il ragazzo.

"Ha ucciso lui Kristen?" domandò esitante.

Non voleva sentire quella risposta, l'idea di aver potuto fare la stessa fine di Kristen la disgustava, anzi la terrorizzava.
Il ragazzo annuì e fu un'ulteriore conferma che tutto quel casino era reale.

"Io non riesco a crederci..." balbettò ancora disorientata.

"Ti spiegherò meglio sotto insieme agli altri" la invitò.

Un po' esitante la ragazza lo seguì al piano inferiore, barcollando.

"Quindi siete tutti vampiri?" domandò per l'ennesima volta.

Tutti annuirono.

"E siete una tribù?"

Annuirono per la seconda volta.

"Ok, credo di capire..." disse, nonostante fosse ancora confusa.

Era circondata da quattro vampiri ed in più da Jacob, il quale si stava sforzando di spiegarle l'accaduto.
Il ragazzo si era trovato vicino casa del professore e un pungente odore di sangue lo aveva attirato (avendo i vampiri un olfatto molto sviluppato) e aveva capito che qualcosa non andava. Dopo aver assistito alla scena in cui Damon si era rivelato e si stava nutrendo di lei, aveva deciso di intervenire e così si era precipitato all'interno dell'abitazione dando inizio ad una furiosa battaglia corpo a corpo.
Nel frattempo lei era svenuta e dopo essere riuscito a distrarre il professore l'aveva portata dove si trovava adesso e l'aveva assistita fino al momento del suo risveglio, circa tre giorni dopo.
Sebbene iniziasse a comprendere la situazione, la sua razionalità era messa a dura prova.
Riteneva quella dei vampiri una stupida leggenda metropolitana, eppure cinque di loro erano davanti a lei in carne ed ossa.

Verso sera le imposero di mangiare per garantire una buona guarigione, data l'enorme quantità di sangue che aveva perso. Jacob l'aiutò ad arrivare in camera sua e la fece coricare, aveva bisogno di riposare dopo quella incredibile giornata. Il ragazzo chiuse le tende e fece per andarsene.

"Ho paura" disse dando voce ai suoi pensieri.

Temeva che un branco di vampiri affamati l'aggredisse nella notte o peggio ancora, temeva il ritorno di Damon.
Eppure Jacob le trasmetteva sicurezza, sin da prima di scoprire tutta la verità.
Sebbene fosse titubante alla fine gli chiese di rimanere a farle compagnia fin quando non si fosse addormentata. Si stava fidando di nuovo di un vampiro, ma stavolta le sembrava diverso.
Sospirando lui si sedette vicino a lei. In fondo poteva comprenderla, non doveva essere stato facile per lei passare da una realtà ad un'altra. Anche lui era spaventato  e confuso dopo essere stato trasformato.
Alla fine la ragazza cedette al sonno ed una volta che fu sicuro che si fosse realmente addormentata le accarezzò la guancia e lasciò la camera.

Make Me Wanna Blood.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora