Capitolo 16.

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Damon aveva deciso che Jennifer avrebbe condiviso la sua stessa "camera". La ragazza tremava infreddolita ed il vampiro le consigliò di usufruire dei suoi vestiti. Alla proposta di una maglia calda, non rifiutò. Cominciò a frugare nel mucchio di vestiti, alla ricerca di qualcosa che le potesse calzare bene. Si accontentò di una felpa e di un paio di pantaloni. Nonostante le andassero un po' grandi, la tenevano al caldo e ciò le bastava.
Nel cambiarsi aveva provato parecchio imbarazzo, poiché il vampiro non le aveva mai tolto gli occhi di dosso. Alla fine, voltandosi di spalle per far vedere il meno possibile, si era infilata gli indumenti per la notte. Damon sorrise deliziato dalla vista dell'attraente corpo della ragazza e lei si sentiva davvero umiliata.
Infine il vampiro la invitò a convidere il letto, che non consisteva in altro se non un vecchio materasso, ma lei rifiutò sdegnata e preferì coricarsi per terra.
Damon sbuffò per l'atteggiamento testardo della ragazza e decise di cederle il suo posto, sdraiandosi per terra.
Né parlarono, né si guardarono. Il vampiro le lanciava degli sguardi furtivi per assicurarsi che si fosse addormentata. Quando vide che la ragazza era totalmente assopita decise di chiudere gli occhi e rilassarsi, non potendo dormire.

Jennifer aprì gli occhi, scrutando l'ambiente circostante. Era sempre stata brava a fingere di dormire e notando che Damon era realmente addormentato sgattaiolò al di fuori della grotta, iniziando a correre più veloce che poteva. Si sforzò di riconoscere al buio il percorso che avevano intrapreso i due prima, ma invano. Non aveva tempo per ritornare indietro così decise di imboccare una via a caso. Il buio, il freddo, la solitudine, niente la spaventava più di ritornare tra le grinfie di Damon. Se la sua fuga fosse andata a buon fine non aveva alcuna certezza, non sapeva se avrebbe potuto contattare i suoi o rifarsi una vita, ma non avrebbe sopportato un secondo di più con quei maledetti vampiri.
Poi il suo nome riecheggiò nell'ambiente, terribile come lo stridio delle unghie sulla lavagna, stroncando le sue speranze.

"Dannazione..." mormorò.

Cercò di accelerare al massimo la sua corsa, ignara che il suo inseguitore l'avesse quasi raggiunta. In un attimo sentì il suo corpo venire schiacciato a terra da quello massiccio di Damon. Un dolore atroce la trafisse, era seriamente convinta di essersi rotta una costola.
Il vampiro la prese di forza, circondandola con le braccia in modo che non potesse scappare.

"Lasciami, lasciami!" urlò disperata, scalciando impazzita.

Damon non proferì parola, ma il suo sguardo era glaciale, segno di una rabbia contenuta. Era esausta e distrutta dal dolore, ma niente riuscì a frenare la sua voglia di scappare. La forza del vampiro era nettamente superiore e riuscì a domarla fin quando non raggiunsero la grotta.
Si sentirono alcuni commenti come "Ci vorrebbe una lezione per questa stupida umana" o "Avrebbe dovuto ucciderla". Nessuno dei due se ne curò. Damon la trascinò in fondo alla grotta, in quella sorta di stanza, liberandola dalla presa.

"Perché mi fai questo?" disse con voce strozzata.

Damon rimase impassibile davanti le lacrime della ragazza.
Jennifer si domandò come potesse essere così perfido, cosa mai avesse fatto per meritarsi tutto quel male. Le lacrime le sgorgavano dagli occhi, ormai incontenibili.
Crollò sulle ginocchia, ignorando il dolore fisico. Le era rimasta solo un'ultima cosa da fare, un atto estremo.
Intravide alla sua sinistra una bottiglia di vetro, l'afferrò e la ruppe, afferrando un pezzo di vetro appuntito.
Damon la fissò inarcando un sopracciglio, era convinto che quel vetro fosse per lui, ma sapeva che non gli avrebbe fatto niente.
Jennifer ripensò a tutti i momenti più importanti della sua vita. Il volto dolce di sua madre, la gelosia di suo padre, le serate passate con gli amici sotto le stelle a fumate sigarette con Elisa e Lorenzo, agli unici momenti in si era sentita davvero bene in quell'inferno: con Jacob.
Alzò il pezzo di vetro, puntandoselo diritto al cuore.
Guardò per l'ultima volta Damon, l'artefice di tutta quella sofferenza, il suo ultimo pensiero fu per lui.

"Spero che Jacob ti uccida" disse con la voce calma, ma carica di odio, un tono che avrebbe ferito più di una coltellata in pieno petto.

Sotto lo sguardo incredulo del vampiro conficcò il pezzo di vetro diritto nel suo petto. Crollò a terra, pronta ad esalare il suo ultimo respiro, pronta a ritornare libera.
E morì.

Make Me Wanna Blood.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora