Capitolo 15.

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"Dannazione, mollami idiota!" imprecò Jennifer.

Nel cuore della notte un perfetto sconosciuto si era intrufolato nella sua stanza e l'aveva presa di forza, senza accusare dei colpi che la ragazza gli aveva dato per liberarsi. Non era riuscita nemmeno ad invocare aiuto. Doveva riuscire a liberarsi, doveva scappare dalle grinfie di quel maledetto. Non aveva la più pallida idea di chi fosse o di dove la stesse portando, era intimorita per ciò che le sarebbe potuto aspettare.
Continuò ad imprecare e a divincolarsi per tutto il tragitto, ma quello era impassibile.
Ad un certo punto venne buttata a terra senza alcun tipo di garbo, incapace di reagire perché tutta indolenzita.

"Ehy piano, non si trattano così le signore" lo ammonì qualcuno.

Merda, pensò capendo che era spacciata.

"Ora puoi andare e mi raccomando, non farti scoprire" ordinò autoritario.

Vide la figura del suo rapitore e quella di Damon, il cui volto era celato dal cappuccio di una felpa.

"Lo sapevo che c'eri di mezzo tu!" ringhiò lei furiosa.

Damon la fece alzare, attento a non farle dal male. Si ritrovarono faccia a faccia e solo ora riuscì ad intravedere il viso dell'attraente vampiro.

"Andiamo, ci aspetta un bel po' di cammino" la incitò lui.

"Io con te non ci vengo, stronzo!"

Il vampiro rivelò il suo vero aspetto e le mostrò i canini affilati per intimorirla.

"Attenta Jennifer, perché la mia pazienza ha un limite e spero che tu non sia così sciocca da volerlo sorpassare. Ti conviene seguirmi fin dove dico io e farlo da brava ragazza, altrimenti sarò costretto ad usare delle maniere che non si addicono ad  un gentiluomo" minacciò.

Terrorizzata a morte dalle parole e dall'aspetto di Damon, Jennifer si calmò e con la testa bassa si costrinse a seguirlo. Erano passati pochi giorni dal loro ultimo incontro e lei si domandava perché avesse scelto proprio questo momento per rapirla.
Aveva paura di ciò che le sarebbe capitato, non riusciva a fingere di essere calma davanti a lui. Damon Ross la teneva intrappolata, la faceva sentire debole ed insignificante.
Nessuno dei due proferì parola durante il cammino, Jennifer avrebbe voluto dargli un pugno e scappare, ritornare da Jacob, l'unico che la faceva sentire al sicuro.
D'un tratto il loro cammino si arrestò e si ritrovarono davanti ad una sorta di grotta.
Damon la strattonò dentro, all'interno non vi era molta luce, ma era possibile constatare che non fossero soli.

"Dam chi è questo delizioso bocconcino?" squittì una ragazza venendogli incontro.

"Lei è una nostra ospite, voglio che la trattiate per bene" annunciò con tono perentorio.

La ragazza che si era avvicinata prima, la guardò sdegnata, era chiaro che l'idea di avere un'umana con loro non l'allettasse per niente.
Jennifer ebbe il tempo di osservare che oltre a Damon e alla ragazza, vi erano altri quattro vampiri ed i loro occhi erano puntati su di lei, c'era chi la fissava come se fosse un ottimo pranzetto e chi mostrava disapprovazione nei suoi confronti.
Il vampiro la condusse fino in fondo alla grotta, dove potè notare una moltitudine di armi ed un po' della sua roba sparsa ovunque: vestiti, scarpe ed altre cianfrusaglie.

"Il mio appartamento in centro era molto meglio" commentò lui, notando il curiosare di lei.

Gli rifilò un'occhiataccia che non fece altro se non accrescere il divertimento del vampiro. Adorava averla in pugno, ma gli piaceva anche il fatto che non fosse incline ad assoggettarsi del tutto a lui.

"Ora dimmi cosa vuoi da me, una volta per tutte!"

"Io non voglio niente da te Jennifer, non ho mai voluto niente da te se non il tuo sangue" chiarì.

"Cosa ho di così importante da costringerti a rapirmi? Vuoi il mio maledetto sangue? Prenditelo!" disse furibonda, avvicinandosi.

"Sebbene sia una grande tentazione, non posso ucciderti, non più. Ho bisogno di Jacob e tu sei l'unica che può darmelo" chiarì.

"Non farò mai del male a Jacob!" continuò indignata Jennifer.

"Oh... ti sei innamorata di Jacob" la punzecchiò Damon.

Jennifer era accecata dalla rabbia, gli diede uno schiaffo e sebbene non fece un grande effetto al vampiro, le era servito per liberarsi.

"E dimmi questo amore è così forte da offrirgli volontariamente il tuo sangue?" la provocò lui, tirandole i capelli per esporre il collo dove erano ben evidenti i segni del morso.

La ragazza ammutolì, senza smettere di linciarlo con lo sguardo. Damon le sorrideva trionfante e lei non poteva fare niente se non cercare di sopravvivere in quel gioco.

Make Me Wanna Blood.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora