Capitolo 12.

2K 107 0
                                    

Ad una settimana di distanza degli avvenimenti che avevano scosso la tranquillità della tribù, questa non si era per niente ripristinata. L'unico che riusciva a stabilire un po' di ordine era il capo.
Non c'erano stati altri attacchi fortunatamente ed ogni sera almeno due vampiri uscivano di pattuglia.
Quella sera tutti si riunirono, inclusa Jennifer, che ascoltava ogni singola parola che dicevano i suoi compagni e a sua volta proponeva delle idee che sperava contribuissero a migliorare la situazione.
Dopo aver dimostrato il suo coraggio e la sua lealtà nel precedente scontro, i vampiri non la guardavano più con la stessa diffidenza di prima ed al contrario sembravano nutrire nei suoi confronti vero e proprio rispetto.
Verso mezzanotte la riunione terminò e tutti quanti si ritirarono nelle loro stanze, mentre Jacob ed un altro vampiro si assicuravano che non accadesse più niente.

Anche questa notte fu insonne per la ragazza. Gli avvenimenti di sette giorni fa l'aveva profondamente turbata. Aveva temuto di morire tra le braccia di Damon, come la prima volta.
Sfilò una sigaretta dal pacchetto che le aveva regalato Jacob e non appena sentì il sapore familiare del fumo diffondersi nella gola si rilassò, cercando di sgomberare la mente dagli altri pensieri.
Ne approfittò per fare un resoconto della situazione: Damon era tornato e voleva lei e nonostante niente avesse più minacciato il gruppo, nella riunione avevano deciso di trovare un nuovo posto in cui vivere.
Eppure le ansie e le paura che avevano gravavano su di lei, caricandola di un fardello insopportabile.
E se Jacob avesse perso la vita?
Rabbrividì solo al pensiero di perderlo, tra i due si era instaurato un fortissimo legame e lei si era affezionata troppo a lui, non avrebbe sopportato di perderlo per avere salva la sua vita.

La mattina seguente, Jacob irruppe nella sua camera, come era solito fare. Lei lo guardò con fare interrogativo e lui la informò che, insieme agli altri, sarebbe andato a trovare un posto più sicuro. Le affidò, inoltre, un altro coltello imbevuto di acqua santa ed infine la salutò con un sorriso.
Una volta rimasta sola, decise di ispezionare la casa. Sebbene fosse passato parecchio tempo da quando era lì, non aveva mai avuto l'occasione di esplorarla per intero, ad eccezione della sua stanza e quella del vampiro ed il salotto.
Girò per varie stanze al piano di sopra, erano tutte camere da letto. In alcune trovò dei pezzi di arredo parecchio bizzarri.
Quando scese al piano di sotto, non scoprì niente di nuovo. Solo grazie ad un'attenta osservazione scorse una piccola porta, collocata sotto le scale.
Non aveva mai visto uno dei vampiri entrarci, chissà cosa nascondeva quella stanza. Deglutì la saliva nervosamente e facendosi coraggio aprì la porta.
Il buio più totale l'avvolse, ma era decisa a scoprire cosa vi fosse in quella camera. Ripensò ai vari film horror che aveva visto e poi sorrise scuotendo la testa, abitava in una casa con quattro vampiri, una vecchia cantina era l'ultima cosa di cui aver paura.
Accese la luce e la cantina non si rivelò particolarmente spaventosa, a parte alcune macchie di sangue sparse sui muri, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine.
Giunta più in fondo Jennifer intravide una figura accovacciata a terra. Sussultò e lentamente avanzò verso di lei. Era una ragazza addormentata, il suo viso era nascosto dai lunghi capelli biondi unti ed appiccicati ed il suo abbigliamento consisteva in un jeans strappato e sudicio ed un maglione conciato allo stesso modo.
La ragazza trasalì quando la bionda si svegliò ed arretrò allo stesso modo dell'altra.

"Chi sei tu?"

"Sono Jennifer, tu chi sei?"

"Sei umana?" le domandò stupita.

"Sì, vivo qua con Jacob e gli altri" confermò.

"Perché ti lasciano libera?

Jennifer la guardò senza capire di cosa parlasse.
La giovane si rannicchiò di nuovo nel suo angolino, nella stessa posizione di prima, singhiozzando.
Jennifer si inginocchiò accanto a lei ed avendone compassione, decise di portarla sopra a mangiare qualcosa con la speranza di scoprire cose le fosse successo.
La bionda fece una faccia terrorizzata e farfugliò qualcosa sui vampiri che l'avrebbero uccisa, ma lei la rassicurò che non erano lì al momento. Dopo alcuni tentativi la ragazza si convinse a salire e ci impiegarono un po', poiché la gamba dell'altra era malridotta.

"Allora dicevamo, chi sei e perché ti trovi qui?" domandò curiosa Jennifer.

"Mi chiamo Melanie, sono loro prigioniera da quasi un anno..." spiegò triste lei.

Jennifer rimase confusa per un secondo e la invitò a continuare.

"Sono la loro scorta di cibo, quando sono particolarmente affamati bevono da me, oppure se si vogliono divertire usano il mio corpo" continuò.

"Oh mio Dio!" esclamò schifata Jennifer.

"E tu, invece, perché sei qui?" deviò l'argomento l'altra.

"Ti sembrerà strano, ma Jacob mi ha salvata..." disse confusa.

"E' bello vedere che non hai fatto la mia stessa fine..." le sorrise la bionda, triste.

"Io... Non credevo fossero così" sussurrò delusa.

"Ho dovuto accettarlo" ribattè malinconica Melanie.

Jennifer capiva perfettamente cosa si provasse, sebbene a lei non fosse toccato l'orribile destino capitato all'altra. Era sinceramente delusa da cosa facessero quei vampiri, come potevano trattare quella ragazza come un oggetto?
Stavolta non sarebbe rimasta a guardare, non voleva che quella giovane passasse un giorno di più in mano a quei mostri.

"Vieni con me" le porse la mano.

"Dove andiamo?" chiese intimorita Melanie.

"Ti aiuterò a scappare!" esclamò decisa Jennifer.

La bionda le afferrò la mano e si lasciò condurre dall'altra, intravedendo finalmente uno spiraglio di speranza.

"Grazie" esclamò commossa Melanie.

"Fai attenzione" le raccomandò Jennifer.

Melanie l'abbracciò forte, prendendola alla sprovvista, ma dopo l'abbracciò forte. Era orgogliosa di sé stessa, si sentiva bene. La immaginava ritornare dai suoi genitori e ritornare alla sua vita, lo stesso destino che si riservava una volta posta fine a quell'inferno.

"Spero di rivederti!" disse la bionda, avviandosi verso l'uscita.

"Anche io, mi raccomando Melanie" ribadì l'altra.

Melanie annuì e sorridendo si addentrò nel bosco, correndo, Jennifer la seguì con lo sguardo fin quando non si allontanò troppo e sperò affinché avesse il meglio.

Make Me Wanna Blood.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora