Capitolo 9.

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Fu svegliata dalla calorosa voce di Jacob che le annunciava di averle portato la colazione, una vera colazione.
Sorrise come una bambina che riceveva il regalo di Natale, si era scordata di come fosse fatto un vero pasto.

"Dove hai trovato tutto questo?"

"Sono andato a fare la spesa in un'altra città, non volevo farti morire di fame"

"Ti ringrazio" disse la ragazza, addentando una brioche con dentro delle gocce di cioccolato.

Si arrestò prima di offrire al vampiro qualcosa, ricordandosi - come le era stato detto - che per loro il cibo umano non aveva alcun sapore e non li nutriva minimamente. La loro unica fonte di cibo era il sangue.
Vi erano alcuni vampiri che preferivano nutrirsi da altre fonti ed altri che preferivano uccidere e nutrirsi direttamente dagli umani. Jennifer non sapeva esattamente di quale schieramento facesse parte Jacob, ma in seguito alla battuta di caccia credeva fosse tra i primi.

"Era deliziosa e adoro le gocce di cioccolato!" esclamò soddisfatta.

Il ragazzo rise, contagiato dalla felicità della ragazza e la invitò a scendere di sotto per stare insieme a loro.
Non le andava di passare il pomeriggio insieme al resto del gruppo così con un sorriso di circostanza avanzò la richiesta di poter fare una doccia.

"Certo! La doccia si trova di sotto. Vieni, ti accompagno"

Jacob la condusse fino alla stanza dov'era il bagno e le spiegò dove si trovassero gli asciugamani ed i saponi.

"Se hai bisogno di qualcosa basta chiamare, sono in salotto"

Jennifer lo ringraziò ed una volta chiusa la porta a chiave si spogliò e fece passare qualche minuto in modo che la temperatura dell'acqua si regolasse.
Si guardò allo specchio, sembrava un fantasma. Aveva perso il suo tipico colorito ed era più pallida, doveva essere a causa della moltitudine di sangue che aveva perso.
I segni sul suo collo stavano scomparendo e ne era eternamente grata. Non riusciva a non rievocare il ricordo della sua brutta esperienza ogni volta che li vedeva.
Si mise sotto il getto caldo della doccia e si rilassò quando l'acqua venne a contatto con la sua pelle.
Avrebbe tanto voluto che l'acqua lavasse via i suoi mille interrogativi, i brutti ricordi e le sue preoccupazioni.
Immaginava il giornale locale che parlava della scomparsa di Jennifer Johnson. I suoi genitori in pena per lei, i suoi amici distratti e tristi assillarsi alla ricerca di una risposta. Forse la spacciavano per morta, un'altra delle vittime del terribile killer, che altri non era se non un perfido vampiro. Cercò di ricacciare dentro le lacrime, non doveva piangere. Lei era forte, glielo aveva detto anche Jacob.
E Jacob...
Lui sembrava un raggio di luce in mezzo a tutta quella tenebra. Era una sorta di angelo custode per quanto un ragazzo dagli occhi rossi ed i canini potesse sembrarlo. Non solo era gentile con lei e si preoccupava affinché stesse al meglio, ma era l'unico che sembrava comprenderla. Anche lui si era ritrovato a fare i conti con quella realtà da un giorno all'altro e suo malgrado aveva dovuto accettarlo.

Quando si ritenne finalmente pulita decise di uscire e si avvolse il morbido asciugamano intorno al corpo. I brividi percorrevano il suo corpo a causa del cambio di temperatura, ma si sentiva finalmente pulita e a suo agio. 
Riuscì a trovare spazzola e phon e cominciò a pettinarsi i capelli.

"Jennifer!" sentì la voce di Jacob chiamarla dietro la porta.

Aprì la porta e se lo ritrovò davanti visibilmente preoccupato.

"Sei stata per un'ora e mezza sotto la doccia, pensavo ti fosse successo qualcosa!" si giustificò.

"Tranquillo, volevo soltanto pulirmi per bene"

Il vampiro fece per dire qualcosa, ma si bloccò dopo aver notato in che condizioni fosse la ragazza.
Sbiancò ed iniziò a respirare affannosamente, sentendo i canini fargli male per lo sforzo di trattenerli.

"Che ti succede?" domandò allarmata la ragazza.

Sofferente il vampiro rivelò il colore dei suoi occhi che era mutato dal suo naturale castano ad un rosso intenso.
Cominciò ad arretrare spaventata, non capiva cosa avesse Jacob.

"Rivestiti" le ordinò.

Eseguì subito gli ordini attenta a non mostrarsi nuda davanti a lui.
Una volta pronta vide gli occhi di Jacob ritornare normali e il ragazzo tranquillizzarsi.

"Ci vediamo dopo" disse solamente e sparì un secondo dopo.

Jennifer si occupò dei suoi capelli, determinata a chiedere spiegazioni a Jacob.
Il suo comportamento l'aveva spaventata, forse aveva fatto qualcosa di sbagliato che lo aveva fatto arrabbiare.
Quando ebbe finito si diresse spedita da lui e colse l'occasione, essendo da solo.

"Che ti è preso? Mi hai spaventata" domandò.

"Stavo perdendo il controllo" ammise lui.

Jennifer lo invitò a spiegarsi meglio.

"Eri praticamente nuda con solo un asciugamano addosso e l'odore del tuo sangue era in tutta la stanza. Ti ho già spiegato come siamo fatti, la mia natura stava prevalendo"

Il fatto che non l'avesse aggredita ed avesse cercato di trattenersi rincuorava la ragazza. Jacob non sarebbe mai stato capace di farle del mano.

"Grazie per non avermi uccisa, cercherò di stare più attenta" scherzò lei.

I due risero e la giornata proseguì tranquilla.

Make Me Wanna Blood.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora