Capitolo 7.

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Passò tre notti senza riuscire a dormire, gli incubi la tormentavano, sognava occhi rossi, canini affiliati, sangue e morte, la sua.
Alla quarta notte si rassegnò e rimase sveglia per un bel po' cercando di razionalizzare ancora una volta il mondo di cui era entrata a far parte da poco.
Le creature della notte dormivano profondamente, sarebbe stato così facile fuggire, ma se poi l'avessero seguita?
Jennifer si poneva mille interrogativi, quando alla fine con quel poco di lucidità che le rimaneva un'idea le balenò nella testa, non sapeva se fosse una scelta giusta, le sarebbe potuta costare la vita, ma in fondo morire sarebbe stato meglio che vivere in quel mondo.

Sgattaiolò fuori dalla sua camera e si mosse cautamente cercando di non fare nessun rumore che avrebbe potuto destare una di quelle creature. Si infiltrò in quella sottospecie di cucina alla disperata ricerca di un coltello, che trovò dopo qualche minuto passato a rovistare nei cassetti e nella dispensa.
Lo teneva tra le mani tremanti, guardando quella lama che rifletteva la sua immagine, una ragazza dai capelli castani compigliati e gli occhi sconvolti.
Archiviò la sua immagine e risalì al piano superiore. Sgusciò nel corridoio e si fermò accanto alla porta in cui aveva visto spesso sgattaiolare Jacob. Saggiamente sbirciò nella serratura e riconobbe la sua figura.
Jacob era il capo della tribù da quanto l avevano raccontato ed uccidere lui avrebbe portato ad uno sconvolgimento del gruppo, il tempo di fuggire e supplicare la sua famiglia di scappare altrove in modo che i vampiri non la trovassero più.
Poggiò la mano sulla maniglia della porta che fortunatamente non fece nessun rumore. Solo quando fu nella tranquilla stanza si accorse di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo. Prese una boccata d'aria e sollevando il coltello con le mani ancora tremanti, si avvicinò al letto del vampiro.
Era girato di lato e non si era minimamente accorto di lei, nonostante fosse sveglio.

Ora o mai più Jenny, ripeté dentro di lei.

Prese la mira meglio che poteva e affondò il coltello diritto nel cuore, rigirandolo nella piaga.
Vide il dolce viso di Jacob tramutarsi in quello di un mostro, spalancò la bocca con i canini bene in vista e gemette di dolore.
Un secondo dopo si era già ripreso ed aveva estratto il coltello dal suo petto.
La ragazza vide la grossa ferita rimarginarsi all'istante come per magia.
Il vampiro si alzò minaccioso verso di lei, senza mutare il suo aspetto mostruoso.
Arretrò in preda al panico e si pentì subito di quell'affronto.

"Ti porto in camera" fu quello che le disse.

L'espressione della ragazza cambiò di colpo, lasciando spazio ad un'espressione stupita.
Come poteva non essere arrabbiato?
Le porse la mano con gentilezza, ma guardandolo ora con quei canini e quegli occhi rossi non la rassicurava affatto. Lui lo notò e si affrettò a ritornare al suo normale aspetto.
Fu allora che Jennifer si convinse a lasciarsi condurre da lui in camera sua.

Jacob la coprì con il lenzuolo e si sedette accanto a lei.
Sembrava di nuovo così dolce, con i riccioli biondi scompigliati e lo sguardo rassicurante.

"Ti capisco..." sussurrò lui.

La ragazza lo invitò a continuare con lo sguardo.

"Quando sono diventato così, non riuscivo ad accettarlo" fece una breve pausa e poi riprese "ho ucciso chiunque mi si trovasse davanti per due giorni, fin quando poi mi sono arreso e l'ho accettato" concluse con un sorriso malinconico.

Come aveva potuto pensare di fare del male a Jacob? L'aveva salvata e l'aveva accudita in questi giorni.
Quel vampiro sembrava così diverso. Capì che era solo un'anima intrappolata in quella orribile realtà, sempre che avesse ancora l'anima.

"Perché non mi lasciate andare?" chiese intimorita.

"Sarebbe troppo pericoloso, per noi e per te" le spiegò.

 "Ma la mia famiglia, Elisa, Lorenzo..."

"Stanno bene, immagino che gli mancherai, ma se non vuoi metterli in pericolo devi stare con noi" replicò ancora.

"Scusami Jacob, non volevo..." mormorò realmente dispiaciuta, guardando lo strappo nella maglietta nel punto in cui l'aveva accoltellato.

"E' tutto okay, tranquilla" le sorrise sinceramente, rivelando le sue fossette.

Jennifer sorrise di rimando ringraziandolo con gli occhi per essere così comprensivo con lei. Jacob le lasciò un lieve bacio sulla fronte e se ne andò.
Rassicurata dalla presenza del ragazzo, si abbandonò al sonno.

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