Capitolo 17.

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"Ciao Jenny" le disse amorevolmente sua madre.

"Oh mio Dio, mamma!" esclamò incredula e felice.

Prese la rincorsa e si buttò fra le braccia di sua madre, abbandonandosi ad un pianto di gioia, mentre sua madre le accarezzava dolcemente i capelli.

"Mi sei mancata mamma" mormorò lei.

"Anche tu mi manchi, tesoro mio" ribattè la madre malinconica.

"Ma io sono qui" affermò confusa.

"Lo vorrei, ma adesso è tutto diverso per te, per noi. Hai una nuova vita davanti" le spiegò triste la donna.

"Cosa stai dicendo mamma?"

"Ti voglio bene amore mio" sussurrò ormai lontana la madre.

"Mamma?" urlò lei cercando di inseguirla.

Ma la figura di sua madre era scomparsa, come se non fosse mai esistita. Si ritrovava in un vuoto bianco, dove non vi era niente. Forse era il paradiso, o anche l'inferno.
Jennifer non riusciva a capirlo.

Sentiva migliaia di rumori assordanti, degli sgradevoli profumi le inondavano le narici e si sentiva debole ed incredibilmente forte contemporaneamente.
Eppure non avrebbe dovuto sentire niente.
Rinvenne di soprassalto, guardandosi intorno, riuscì a distinguere i contorni familiari della grotta e quelli della persona davanti a lei.
Scattò in piedi impulsivamente, attaccando la persona che le stava davanti, senza capire nemmeno cosa stesse facendo.
Fu bloccata da lui, il quale faticò a tenerla a bada, visto il suo notevole aumento di forza.
Riuscì a graffiargli il viso più volte, ma riuscì a contenerla fin quando un altro vampiro irruppe in quello spazio con in mano una tazza.
L'odore forte ed avvolgente del sangue annebbiò i sensi di Jennifer.
Abbandonò la sua iniziale vittima e sferrando un pugno nello stomaco all'altro gli sottrasse la tazza da cui bevve avidamente quel liquido rosso.
Ora sembrava aver recuperato la sua lucidità. Guardò Damon cacciare via l'altro ragazzo con un cenno del capo e guardarla con rassegnazione.
Solo dopo aver confermato di aver bevuto realmente del sangue, fece cadere a terra la tazza, rischiando quasi di svenire, fu proprio Damon a sorreggerla.

"Oh mio Dio..." balbettò scioccata.

Era sotto shock, totalmente incredula. Era un vampiro. Era diventata un maledettissimo vampiro. Non riusciva a muovere un muscolo, sebbene si sentisse alla grande fisicamente.
Capendo lo stato d'animo della ragazza, il vampiro si affrettò a portarla fuori, in modo che potesse riprendersi.
Non appena uscirono i raggi del sole investirono Jennifer accecandola. Era disorientata da quella luce che le divorata gli occhi e dovette affidarsi a Damon.
Pochi minuti dopo si fermarono presso la riva di un fiumiciattolo, doveva essere lo stesso dove si erano fermati lei e Jacob. Si sistemarono all'ombra e rimasero in silenzio per qualche secondo.

"Fa schifo essere un vampiro" cominciò lei sconfortata, alludendo alle innumerevoli sensazioni che sentiva dentro.

"È perché non sei ancora abituata, hai delle nuove capacità adesso"

Qualche altro secondo di silenzio. La ragazza si avvicinò allo specchio d'acqua, scoprendo il suo aspetto totalmente cambiato: occhi rossi e canini affilati.

"Perché hai dovuto trasformarmi? Sapevi che non volevo! Perché?!" domandò amareggiata Jennifer.

"Non volevo che fossi tu, davvero" ammise con tono triste lui.

La ragazza si lasciò accarezzare la guancia da lui, era così triste da essersi dimenticata di tutto l'odio che provava verso di lui. Doveva rassegnarsi a quel destino ormai.

"La verità Damon, è che sia tu che Jacob siete piombati nella mia vita, l'avete rivoluzionata, anzi me ne avete dato una nuova, una vita che non volevo ed ormai non posso più uscirne"

"Era meglio se ti avessi uccisa quella volta, staresti sicuramente meglio di adesso" continuò lui.

Il suo atteggiamento era del tutto cambiato, adesso sembrava comprensivo e sinceramente triste per ciò che le era capitato, eppure era colpa sua.
Ormai non le restava altro se non accettare la sua nuova vita. Non aveva idea di cosa le aspettasse in futuro, non sapeva se sarebbe rimasta per sempre con Damon o con Jacob o con nessuno dei due, non aveva più alcuna certezza.
Sospirando si alzò da terra, imboccando la direzione opposto a quella che portava alla grotta, seguita attentamente dal vampiro.

"Ho bisogno di un po' di tempo da sola" annunciò voltandosi a guardarlo.

"Scapperesti" rispose lui incline a rifiutare la richiesta della ragazza.

Quest'ultima rise sconfortata.

"E poi cosa farei? Sono un vampiro, immagino che i miei genitori non starebbero tranquilli in casa con me, così come nessun altro. Non posso rinchiudermi in una vecchia catapecchia ed aspettare che venga il giorno del giudizio per morire"

Damon deglutì nel sentire la risposta tanto tagliente quanto amareggiata di lei.

"Sono appena morta e poi resuscitata per opera tua, nonostante non volessi. Credo di avere il diritto di rimanere da sola per qualche minuto o quanto ne avrò bisogno. E poi, credo che ti sia chiaro il fatto che non sei esattamente la prima persona che voglio vedere in questo momento" concluse acida.

Il vampiro si arrese davanti alle parole rabbiose della ragazza e si voltò ritornando al rifugio.
Nel guardare Jennifer non poté far altro che paragonarla ad una smarrita, una bambina così fragile che deve affrontare il mondo contando solo su sé stessa.

Make Me Wanna Blood.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora