Make Me Wanna Blood.

Capitolo 14.

Seduta sul davanzale della finestra, in posizione scomposta, Jennifer fumava la sua sigaretta. Avrebbe ucciso per accompagnare l'atto con della musica, ma doveva accontentarsi. Portava la sigaretta alla bocca con fare elegante, la stessa bocca che attimi prima era incollata a quella di Jacob. Ogni tanto aveva fantasticato su quel momento, ma non immaginava che sarebbe stato così bello. Le venivano i brividi al solo rievocare il momento in cui l'aveva morsa, era stato così travolgente, così rassicurante, come venire trasportati in un pacifico limbo.
Le venne spontaneo domandarsi perché con Damon la sensazione fosse stata così terribile.
Con Jacob era stato così naturale offrirsi, abbandonare la paura ed abbandonarsi a lui. Lei voleva salvarlo, esattamente come lui aveva fatto con lei.
Tuttavia, dopo si era sentita parecchio confusa ed i suoi sensi sembravano fossero stati potenziati come in un videogame, dandogli incredibilmente fastidio, era sicuramente un effetto collaterale del morso.
Una volta terminata la sigaretta esitò, era maledettamente tentata dall'andare a dormire da Jacob, ma la sua razionalità glielo impedì. Era ancora scettica riguardo il lato buono dei vampiri e preferì addormentarsi da sola.

La continua sensazione di essere osservata la svegliò. Sperava che Jacob fosse entrato nella sua camera di nascosto e che volesse rimanere con lei, ma non vi era traccia di lui. Si stropicciò gli occhi cercando di avvistare la presenza di qualcuno, ma nessuno sembrava aver messo piede nella sua camera.
Stupida paranoia!,pensò richiudendo gli occhi.

"Non sei molto brava a vedere al buio" la schernì una voce.

Spalancò gli occhi in allerta, sperando con tutto il cuore di sbagliarsi, non poteva essere lui.

"Ciao tesoro" la salutò Damon Ross emergendo dal buio.

Jennifer rimase immobilizzata, non la preoccupava il fatto che fosse tornato, bensì la consapevolezza di essere sola ed indifesa.
Sapeva che chiamare gli altri non avrebbe fatto altro che metterlo in fuga, pertanto l'unica soluzione era affrontarlo.

"Che ci fai qua?" domandò cercando di mantenere un tono fermo.

"Quello stronzetto mi ha beccato in un punto delicato, non sono ancora guarito" le spiegò mostrandogli la ferita che gli aveva inflitto un membro del gruppo qualche giorno fa.

"E quindi?"

"Volevo farti una visita piccola"

Il suo sorriso era in realtà un ghigno maligno. Non aveva l'aspetto migliore del mondo, ma incuteva comunque timore.

"Mi spieghi cosa cazzo vuoi da me Damon?!" sbottò in un misto tra rabbia e disperazione.

"Tu non sai niente, vero?" le domandò confuso.

"Cosa dovrei sapere?"

"Io starei attenta a Jacob, non lo conosci, non sai com'è"

"Jacob non ha colpe, è iniziato tutto per colpa tua! Sei un gran figlio di puttana Damon e te lo giuro, riuscirò ad ucciderti un giorno!" proferì minacciosa la ragazza.

Al vampiro non piacque affatto il tono, non avrebbe permesso che quella ragazzina gli si rivolgesse così.
Si fiondò su di lei e la inchiodò alla testiera del letto, mentre il verde dei suoi occhi era tramutato in uno spaventoso rosso.

"Stai attenta Jennifer perché sarò anche debole, ma potrei ucciderti con una sola mano e mi dispiacerebbe farlo senza aver riassaggiato il tuo sangue" l'avvisò lui.

La ragazza si dimenò ma Damon aveva maledettamente ragione, sebbene non fosse nelle migliori condizioni era forte il doppio di lei. Voleva ucciderlo, voleva vedere il suo cadavere ai suoi piedi. Era tutta colpa sua, meritava di morire dopo l'inferno che le aveva fatto passare.

"Perché non mi uccidi?" lo sfidò ancora lei.

"Era quello che aspettavamo da anni, se ti uccidessi andrebbe tutto in fumo" le spiegò lui.

"Cosa aspettavate?" chiese terribilmente confusa.

"Ci si vede, piccola" disse senza risponderle.

Avrebbe voluto chiedergli delle spiegazioni, ma si era già dileguato e da una parte ne era felice.
Avrebbe dovuto raccontare tutto ai ragazzi l'indomani, Damon andava eliminato.