Capitolo 23.

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Quando si svegliò Jennifer non trovò Damon nel letto accanto a lei. Si alzò confusa e decise di dirigersi al piano inferiore per poter mangiare, tuttavia non trovò nessuno neanche lì. Sempre più confusa, decise di andare a cercare gli altri fuori e finalmente riuscì a trovarli. Tutti erano impegnati a combattere fra di loro, mentre Karen e Damon, i due capi, li osservavano.
La ragazza si diresse verso i due e gli domandò cosa stesse accadendo.

"Ci stiamo migliorando per combattere" rispose Karen.

"Allora dovrei darmi da fare anche io" propose Jennifer.

"Non se ne parla. Ti voglio fuori da questa battaglia" la riprese Damon.

La ragazza non fece nemmeno in tempo a protestare che il vampiro la fulminò, chiarendo il concetto: lei non avrebbe dovuto combattere.
Ma se il nemico, che lei ancora non conosceva, fosse giunto lei sarebbe potuta rimanere ferma a guardare gli altri che si uccidevano? Aveva ancora paura di affrontare dei vampiri, ma d'altronde anche lei lo era ed avrebbe potuto fare qualcosa invece che rigirarsi i pollici. 
Rimase ad osservare i combattimenti, cercando di imparare qualcosa, in modo da non farsi cogliere totalmente impreparata. 

Più tardi dopo che l'allenamento fu finito, tutti quanti ritornarono alle proprie camere per concedersi del riposo. Erano state stabilite delle dure regole, c'era un coprifuoco e ogni sera almeno due vampiri sarebbero usciti di pattuglia. Jennifer non capiva il perché di quell'eccessivo controllo della sicurezza, non era ancora accaduto nulla. 

Mentre ritornava alla sua stanza intravide Damon e Karen entrare nella camera del primo, come era accaduto il giorno precedente, fu colta da un'improvvisa gelosia e decise di origliare nuovamente la loro conversazione.

"Dovresti fare combattere Jennifer, è più vulnerabile se sta ferma in un angolo" propose lei.

"E vederla mentre la fanno a pezzi? Non esiste!" ribatté deciso lui.

Karen sospirò ed il vampiro aggiunse qualcosa che fece tranquillizzare la ragazza immediatamente.

"Non posso perderla Karen, non Jennifer. Ho già perso abbastanza"

Jennifer sorrise, cullata dalle parole di Damon. Forse la loro non sarebbe mai stata un favola che terminava con l'epilogo "e vissero felici e contenti", ma era certa dei sentimenti che provavano l'uno verso l'altra. 

Come stabilito due vampiri uscirono di pattuglia e come dettato dal coprifuoco, tutti quanti andarono a dormire, inclusa Jennifer. Sarebbe voluta scappare di nuovo tra le braccia di Damon e magari rivivere la loro notte di passione, ma temeva di essere scoperta e di andare incontro a qualche punizione, così dovette accontentarsi di raggomitolarsi fra le coperte ed addormentarsi da sola.

Nel cuore della notte, improvvisamente, una mano grande e forte le tappò la bocca, impedendole di urlare per la sorpresa ed un'altra l'afferrò bruscamente. Jennifer si dimenava spaventata, cercando di capire chi fosse stato a strapparla dal suo letto. Venne portata al piano di sotto ed infine condotta all'esterno della struttura, dove riuscì a riconoscere l'imponente figura di Zoan illuminata dalla pallida luce della luna. Il vampiro le liberò la bocca, in modo che questa formasse una "o" perfetta per lo stupore di vedere Jacob davanti a lei.

"Jacob..." mormorò incredula.

Il vampiro biondo le sorrise, ma non era il suo solito sorriso dolce e rassicurante, bensì un perfido ghigno. 

"Sto bene qua, non c'è bisogno che tu mi porti via di nuovo" spiegò timidamente la ragazza.

Jacob scoppiò in una fragorosa risata, Jennifer arrossì credendo di aver fatto una figuraccia davanti a colui che si era preoccupato di lei per parecchio tempo.

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