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JACQUELINE

È da stamattina, da quando ho poggiato i piedi scalzi sul pavimento freddo dopo il suono della sveglia, che sento una sensazione strana attanagliarmi lo stomaco.
Appena varcato l'ingresso della scuola, vedo avvicinarsi a passo svelto Matt verso di me. Ha un' espressione strana. Sembra preoccupato, ma anche agitato, ma anche arrabbiato.
"Matt, che mi dici?", lo saluto con un sorrisone, ma lui non ricambia.
"JJ, devo dirti una...", viene interrotto da un paio di voci femminili, alle quali fanno subito eco quelle maschili.
"Allora, è un bravo a baciare?", sono confusa.
"Ti sei divertita? Effettivamente, anche io ci avrei fatto un pensierino, ma solo se non fosse stato un professore", dice una bionda alta quanto una lattina di coca.
"Se proprio non riesci a far a mano di scoparti i professori, mio padre fa lo psicologo", mi porge un piccolo cartoncino, un biglietto da visita con il numero e gli orari in cui chiamare. Lo accartoccio in un pugno e lo infilo in tasca, lo avrei buttato dopo.
"Ma che diavolo sta succedendo?", chiedo decisamente nervosa a Matt. Lui rimane in silenzio mentre gira lo schermo del suo telefono verso di me, mostrandomi quello che più avrei voluto nascondere.
Afferro il cellulare di Matt e mi avvio a passo pesante verso la causa di tutto questo: l'aula professori.
Entrando mi accorgo che è completamente deserta, tranne per un uomo dai capelli biondi e ricci.
"Lucas", sento la rabbia incendiarmi. Lui alza gli occhi. La sua espressione tranquilla si trasforma in una corrucciata e preoccupata alla visione della mia furiosa.
"Che succede?", chiede avanzando rapido verso di me. Gli paro davanti il palmo aperto, dicendogli implicitamente di fermarsi e non avvicinarsi.
"Che succede? Succede che sei uno stronzo, bastardo. Ecco cosa succede. Hai giocato con me. Hai voluto che mi fidassi di te. Noi proviamo questo e quello. Sei uno schifoso", dico a denti stretti. Evito di alzare la voce ma metto tutto il disprezzo e il disgusto verso quell'essere che ho davanti in quelle parole quasi sussurrate.
"Non capisco di cosa stai parlando, Line"
"Di questo brutto stronzo", Lucas sbianca.
Sullo schermo una foto di quella sera. Noi due, io e lui. Premuti uno contro l'altro. Le nostre labbra unite.
In quella foto quello che avrebbe rovinato entrambi: il nostro bacio.

"Aspetta un attimo Jacqueline. Chi può essere stato?", mi sta prendendo in giro.
"Mi prendi in giro?", lo guardo disgustata.
"Perché mi guardi così? - e poi realizza - davvero credi che sia opera mia?"
"Oh, finalmente i tuoi neuroni da matematico si sono svegliati"
"Jacqueline come puoi pensare una cosa del genere? Io sono stato sempre sincero con te. Non potrei mai farti una cosa del genere", prova a prendermi una mano, ma evito il contatto e il mio palmo colpisce violentemente la sua guancia. Sento formicolare la mano. Lucas si porta la mano alla guancia colpita e arrossata.
"Sei disgustoso!", la mia mano intraprende di nuovo la rotta verso il suo viso perfetto, ma questa volta sono troppo lenta e Lucas la blocca a mezz'aria, lasciando un bacio sul palmo ancora aperto.
"Io sono innamorato di me - mi guarda fisso negli occhi, ma questa volta non riuscirà a farmici perdere - Non so come, né perché, ma è successo. E no, non c'entro niente con quella foto. Ti aiuterò a trovare una soluzione. Ti proteggerò", mi divincolo dalla sua presa.
"Non ho bisogno del tuo aiuto, né della tua protezione. Sei solo uno stronzo bugiardo"
"Jacqueline, per favore..."
"Vaffanculo, Lucas. Vaffanculo!", questa volta urlo. Non mi importa più niente. Non mi importa se mi sentono. Non ho paura che Lucas possa finire nei guai. Ho preso la mia decisione.

Busso alla porta delle segreteria. Poco dopo un avanti mi da il permesso di entrare.
"Buongiorno", saluto appena entro.
"Buongiorno signorina. Cosa le serve?", mi ritrovo davanti quella finta bionda, Juliette, la stessa che era a tavolo con Lucas quella sera.
"Un modulo per il cambio di scuola", dico decisa. Mi rivolge una strana occhiata.
"Cambi scuola?"
"Sì", non ho intenzione di dire altre parole. Afferro il modulo, ringrazio ed esco dalla stanza.
Riesco a incontrare Matt per restituirgli il cellulare.
"Dove vai?", mi chiede quando mi vede prendere la direzione opposta a quella sua, verso l''uscita.
"Via. Cambio scuola. Mi dispiace. Non posso più sopportarlo".
Lascio tutto lì, alla mie spalle.
Il mio migliore amico.
La mia scuola.
Il mio cuore.
Il mio Lucas.

Tra i banchi di scuola - Althea PataniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora