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JACQUELINE

La ristrutturazione della caffetteria è ancora in corso. Hanno solo sostituito le pareti esterne in vetro, ma all'interno c'è ancora del caos da riordinare. Ci accomodiamo ad uno dei tavoli e aspettiamo che la ragazza riccia venga a chiederci le ordinazioni. C'è una nuova cameriera, penso sia la sostituta di Lucas.
"Buon pomeriggio! - è vestita allo stesso modo di Lucas, con la divisa della caffetteria. Sul cartellino appeso alla maglietta il suo nome: Julia - cosa posso portarvi?"
"Per me un tè all'arancia e per lei uno alla vaniglia", Matt ordina per entrambi, azzeccando il gusto del tè. Quando la ragazza si allontana, Matt inizia a parlare.
"Allora, adesso che non ci sono né il professore - si riferisce a Lucas - né Fletcher, vuoi dirmi che diavolo ti succede?", mentre prima era facile mantenere il segreto, adesso non lo è più.
"È una storia lunga"
"Ho tutto il tempo. Parti dall'inizio", il mio migliore amico si mette comodo sulla sedia pronto ad ascoltarmi.
"È iniziano tutto a scuola - inizio dopo aver preso un grosso sospiro - quando sono mancata per tutta la settimana si è preoccupato e si è procurato il mio numero di cellulare"
"Gliel'ho dato io", mi conferma Matt.
"Mi ha chiamato. Mi ha chiesto come stavo, che si era preoccupato non vedendomi a scuola. Mi ha chiesto del motivo per il quale mi chiamano tutti puttana"
"Gli hai raccontato del professore maniaco", annuisco e proseguo.
"Io gli ho detto che ero contenta si fosse preoccupato, ma che doveva finire lì, perché lui era il mio professore - Julia ci porta i nostri tè con dei biscotti - un giorno tu non eri a scuola, il giorno dell'interrogazione di letteratura. Penso che Lucas era risentito del fatto gli avessi detto di non cercarmi più, e mi ha chiamato per un'interrogazione. Alla fine, mi è venuto un attacco di panico e sono corsa in bagno", prendo un sorso del mio tè. 
"Non so come abbia fatto, è entrato nel bagno delle ragazze e si è seduto accanto a me. Si sentiva in colpa e mi ha chiesto scusa per essere stato così stronzo", faccio una pausa ricordando quello che era successo dopo. Matt capisce e conclude lui.
"E vi siete baciati", faccio cenno di sì con la testa. "E l'hai rifiutato di nuovo", questa non è una domanda, lo sa con certezza. Annuisco ancora.
"Poi è morta sua nonna. Ti ricordi quando era così strano a scuola? - Matt annuisce senza interrompermi - Lui c'era tanto affezionato. E l'ho chiamato. Era davvero sconvolto. Sono stata da lui"
"Da lui, a casa sua?", mi interrompe Matt.
"Sì, abbiamo passato la notte insieme. Non abbiam fatto niente. - alzo le mani come se mi avessero puntato una pistola - Lui ha passato tutto il tempo a piangere e disperarsi. Al mattino, mi ha fatto incazzare. Mi ha fatto una scenata di gelosia perché Fletcher mi aveva mandato un messaggio. A quei tempi, non sapevo fosse uno psicopatico - Matt corruga la fronte a questa affermazione, confuso - ed era il periodo in cui gli davo ripetizioni", intingo un biscotto nel tè e lo mangio.
"Abbiamo deciso di dimenticarci l'uno dell'altra"
"Ed è lì che ti ha baciato nel bagno della pizzeria? E poi, come uno stronzo a diffuso la foto perché tu l'avevi rifiutato per l'ennesima volta"
"No", rispondo secca. "Non è andata così. È stato Fletcher a far tutto questo. A diffondere la foto e a distruggere questa caffetteria"
"Non ci credo...", Matt è sconvolto.
"Ti ho raccontato di quando sono scappata di casa a causa di mio mamma?", annuisce.
"Sono andata da lui. Ero da lui quando ha saputo che la caffetteria era stata distrutta. Quando è tornato abbiamo fatto l'amore. È stata la notte più bella della mia vita. Lui era così bello. E poi è andato tutto a puttane", sento le lacrime pizzicarmi gli occhi e alcune sfuggono al mio controllo precipitando dai miei occhi.
"Fletcher ci ha trovati e ha pestato Lucas. Ci eravamo detti ti amo quella notte, io per proteggerlo gli ho detto di non amarlo, che avevo mentito - un singhiozzo lascia la mia bocca - per proteggerlo, capisci? Lo avrebbe torturato ancora se non l'avessi fatto. I suoi occhi sono stati la cosa più doloroso da vedere. Mi sono sentita morire. Ho provato a contattarlo ma non mi risponde..."

"Non può", mi volto di scatto, verso quella voce improvvisa. È Maëlie. Ha sentito tutto.
"Perché non può?", chiede Matt per me.
"È in ospedale. È stato in coma per dodici giorni. Il suo corpo non voleva saperne di rispondere alle cure, e adesso capisco anche il motivo. Nella seconda settimana ha iniziato a migliorare. Ieri si è svegliato. Lui non ha mai smesso di amarti. Tu l'hai ferito, si stava lasciando morire, ma la prima cosa che ha fatto, prima di aprire gli occhi, è stata chiamare il tuo nome".
A quel punto il mondo mi è crollato addosso. Scoppio in lacrime. Sono una stupida. Devo andar da lui.
"Devo vederlo, per favore"
"Solo se mi prometti che lo amerai davvero e che starai con lui. E che verrai con me a denunciare quel pezzo di merda"
"Sì, te lo prometto. Adesso, portami da lui"

Tra i banchi di scuola - Althea PataniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora