30. Games

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«Niall?»
Porto automaticamente una mano sul petto all'altezza del cuore e rilascio un sospiro quando noto il viso familiare del ragazzo ora davanti a me.
«Non sembri molto felice di vedermi» dice inclinando la testa.
«Non dovresti assalire le persone in questo modo, mi hai spaventata»
Lo vedo alzare gli occhi al cielo portandosi le braccia al petto, mentre un sorriso impertinente si fa spazio sulle sue labbra chiare e incredibilmente sottili.
«Non dovresti essere con il tuo ragazzo?»
«Harry non è il mio ragazzo» puntualizzo, scuotendo la testa.
«Quindi fare sesso dovrebbe essere una cosa tra semplici amici?»
Sento le mie guance diventare più calde, e mi chiedo con che coraggio si stia comportando in modo tanto sfacciato, calcolando che so a malapena il suo nome.
«Noi non abbiamo fatto sesso»
Il ragazzo ride ironicamente, sollevando le sopracciglia scompigliate.
«Non vorrai farmi credere che dopo essere scappati dal pub siete andati a casa a fare una partita a carte?»
Ricordo immediatamente la foga con la quale Harry mi ha trascinata verso casa sua l'altra sera, e mi rendo conto che avremmo dovuto essere più attenti a non destare sospetti per evitare disagi di questo tipo.
Apro la bocca per parlare, ma non so cosa dire per potermi difendere, le intenzioni di Harry quella sera erano a dir poco chiare.
«Non devo darti alcuna spiegazione» sbuffo mentre lo supero velocemente, facendo scontrare le nostre spalle.
Sento una risata rauca alle mie spalle, e stringo le braccia intorno al mio corpo infreddolito senza girarmi.
«Cosa c'è, sei arrabbiata perché ho scoperto il gioco malato al quale stai giocando?»
Mi fermo di colpo puntando le suole delle scarpe contro il terreno asfaltato, e mi giro di centottanta gradi facendo perno sui miei talloni.
«Di cosa parli?»
«Io credo tu lo sappia molto bene, una brava madre non farebbe mai quello che stai facendo tu ora»
Stringo i pugni all'altezza del mio bacino, e conto mentalmente fino a dieci prima di rispondere alla sua provocazione.
«Tu non sai niente»
«Credi che Harry non mi racconti quello che succede tra di voi? Sono il suo migliore amico, so ogni singola cosa che lo riguarda, comprese quelle che riguardano te, Bethany»
Alza le spalle, alludendo a qualcosa del quale non ero a conoscenza.
Davvero Harry ha raccontato tutto quello che è successo? Non gli è mai piaciuto parlare di sé nemmeno con i suoi amici più stretti, e comincio a chiedermi se questo ragazzo non si stia semplicemente prendendo gioco di me raccontandomi cose non vere.
Mi porto le mani sui fianchi e alzo il mento.
«E sentiamo, cosa ti avrebbe detto?»
«Ogni cosa» risponde semplicemente scrollando le spalle.
«Non ti credo»
Mi rifiuto di pensare che Harry abbia detto le nostre cose private, specialmente calcolando che c'è di mezzo anche mia figlia.
«Harry non è più l'angelo del quale ti sei innamorata da ragazzina»
Non dico niente, bloccata in uno spazio vuoto, a metà tra la curiosità e la sicurezza. Davvero Harry è la persona che vuole farmi credere di essere?
Sono passati anni da quando ci siamo conosciuti, e non ho mai pensato a quanto potrebbe essere cambiato.
Ci sono migliaia di cose che vorrei chiedergli, migliaia di cose che vorrei sapere su di lui, a partire da cosa ha fatto in tutto questo tempo fino ad arrivare ai suoi più veri e sinceri sentimenti.
Ma so che da lui non saprò mai nulla, perché per ogni passo che faccio verso di lui, lui ne fa un altro più lontano da me.
È sempre stata la sua tecnica, il suo modo di stare al mondo.
Si tiene tutto per sé, nel piccolo spazio che sta tra il cuore e le costole, al riparo dall'esterno e da qualsiasi colpo che potrebbe in qualche modo ferirlo.
È così che protegge sé stesso, credendo che la sua prigionia possa essere definita la sua libertà.
So quante cose potrebbe dirmi ora questo ragazzo che Harry non mi direbbe mai, ma so anche che questo non è il modo giusto per scoprirle.
Ma se sapere la verità potrebbe aiutarmi a capire? Potrei portare tutto così com'era un tempo, fare dei suoi dolori un punto di forza.
Senza ancora un'idea precisa di cosa fare in testa, faccio un passo in avanti.
"Dimmi quello che mi nasconde»
Il ragazzo ride soddisfatto, forse aspettandosi da me una risposta del genere, quasi come se avesse calcolato ogni mia singola mossa.
«Penso che dovresti fartelo spiegare da lui, non credi anche tu?»
Sporge in avanti il labbro inferiore, quasi a prendersi gioco di me. Sa com'è fatto il suo amico, e sono sicura che stia facendo tutto questo solo per confondermi ancora di più.
«Lui non me ne parlerebbe mai, ti sto chiedendo di farlo al posto suo»
La mia voce rimane severa, ma mi rendo conto che di questo passo non farò altro che alimentare la sua voglia di girarci intorno.
È esattamente quello che vuole, desidera mettermi sulle spine, farmi pendere dalle sue labbra, e ci sta riuscendo perfettamente.
«Per favore» aggiungo quasi in un sussurro impercettibile, rilassando le spalle e mordendomi un labbro.
«Cosa vorresti che ti dicessi?» chiede con un ghigno in faccia che non promette nulla di buono.
«Quello che c'è da sapere» dico senza pensare a cosa vorrei precisamente sapere, mentre scrollo le spalle.
«Cosa sei disposta a fare per saperlo?»
La foga e l'entusiasmo con il quale stavo partendo scompaiono nel momento in cui elaboro a fondo le sue parole, e capisco dove vuole arrivare.
«Aspetta un attimo, non hai mai parlato di alcuna ricompensa» dico confusa, aggrottando le sopracciglia.
«Lo sto facendo ora»
Non so cosa possa mai volere, ma non ho intenzione di ascoltarlo nemmeno per un minuto di più.
Gli dò le spalle e riprendo a camminare lunga la stretta via completamente deserta, in cerca di qualche sbocco che mi rimetta sulla strada principale.
«Questo è il mio gioco, Bethany» sento urlare alle mie spalle, ma mi costringo ad aumentare il passo.
Non avrei dovuto fermarmi, non lo conosco nemmeno e non ho idea di cosa voglia. Ho avuto una dimostrazione della persona che è la prima volta che l'ho visto, e mi sarebbe dovuta bastare quella.
Sento qualcuno afferrarmi violentemente il braccio facendomi girare con forza, e in un attimo mi sembra di non essere più in una grigia strada di New York.
Quello che vedo è l'oceano più vasto che possa immaginare, un mare in tempesta, un ciclone furioso che non riesce a trovare pace.
Mi sembra di percepire dei movimenti all'interno dei suoi immensi occhi, quasi mi sembra di oscillare su una piccola barca di legno persa in mezzo al blu dell'oceano più profondo, e annaspo all'indietro quando mi accorgo di non respirare più.
Sono in apnea, completamente, e un solo movimento delle mie gambe che si allontanano, fa tornare i miei piedi saldi al terreno.
«Gioca con me» sussurra, stringendo il mio avambraccio sotto la sua mano calda e incredibilmente forte.
«Perché ho l'impressione che tu giocherai sporco?»
Stringo gli occhi in due fessure, e tento di sembrare il meno spaventata possibile, anche quando mi sembra di sentire il sangue scorrermi nelle vene.
«Non puoi saperlo, devi solo fidarti»
Non so se sia il modo in cui le sue pupille frenetiche in continuo movimento mi scrutino o il modo in cui il dolore al braccio si faccia sempre più forte, fatto sta che stringo i denti e in un attimo so già quale sarà la mia prossima mossa.
«Accetto»
I denti bianchi compaiono circondati dalle labbra chiare, e due piccole fossette si formano sotto i suoi occhi sulla parte superiore delle sue guance leggermente arrossate.
«Sapevo che non ti saresti tirata indietro»
Con un rapido movimento del braccio mi libero dalla sua presa, e automaticamente porto una mano sul punto di pelle che ancora sembra pulsare, come se l'elettricità dovuta al contatto fosse ancora presente e viva.
«Cosa vuoi da me, Niall?» chiedo, impaziente di arrivare al punto e sapere fino a dove si spingerà.
«Solo che tu ti allontani da Harry»
Faccio un passo indietro, senza riuscire più a seguire il filo del discorso, confusa e spaesata.
«Che cosa?» chiedo, sbattendo velocemente le palpebre.
«Stagli lontana, ti farà solo del male»
«Non ne sarebbe capace, lui non è come te e i tuoi stupidi amici»
Il ragazzo scuote la testa emettendo una lieve risata, seguita poi da un breve silenzio, spezzato quasi subito dalla sua voce graffiata.
«Non ti sto obbligando ad accettare la mia offerta, prendere o lasciare»
Mi ero promessa di allontanarmi da Harry, quindi tutto questo non cambierebbe comunque le cose. Non so perché, ma ho la sensazione che non ci sia solo questo, come se non si stesse realmente parlando solo della mia protezione.
Cosa ci guadagna Niall? Dalla sua versione apparentemente nulla, ma per quel poco che so di lui, capisco che forse vuole trarne un profitto.
Ma quale? Da quanto mi ha detto, lui ed Harry sono amici stretti, cosa potrebbe ricavarne da tutta questa storia?
La versione dei fatti che mi ha dato non equivale alla completa realtà, sono a conoscenza del fatto che mi stia nascondendo qualcosa, ma non ho le prove necessarie per capire di cosa si tratti.
Da una parte sento il bisogno di sapere, di scoprire cosa nasconde Harry sotto la pelle, al riparo da me.
Dall'altra c'è il mio buon senso, che mi dice che non è una buona idea, che mi ricorda che la vera Bethany non correrebbe mai tutti questi rischi, non prenderebbe mai parte ad un gioco tanto contorto come questo, del quale non sa nemmeno le regole.
Non sarebbe corretto nemmeno nei confronti di Harry, ma infondo è lui a commettere l'errore, no?
Dovrebbe aprirsi a farmi capire cosa gli è successo, ma non sembra volerlo fare.
Non ho alternative, e in fondo lo sto facendo per una buona causa.
Quando saprò tutto forse le cose miglioreranno, lo capirò così come capirò le sue ragioni, e potremmo ricominciare tutto da capo.
Mi sento schiacciata tra due pareti troppo imponenti in confronto al mio esile corpo, e so che dovrò scegliere quale parete spingere indietro con tutta la mia forza, per poter liberare il mio petto da questo peso ormai insopportabile.
«Va bene» sussurro, insicura della mia risposta, senza nemmeno sapere a cosa io mi stia davvero riferendo.
«Accetti?» chiede soddisfatto, mente io annuisco.
«Ci vediamo questa sera al parco, dove nessuno potrà vederci» ghigna, facendo un cenno con il capo alle sue spalle.
Con le braccia incrociate fa qualche passo avvicinandosi a me, e quando le nostre spalle arrivano a sfiorarsi, tende il viso verso il mio.
«Brava bambina» sussurra, mentre il suo respiro caldo si infrange contro la pelle della mia guancia sinistra.
Rimango ferma dove sono, in attesa di qualcosa che però non arriva.
Niall mi supera velocemente e scompare in pochi secondi, lasciandomi finalmente sola.
Appoggio la schiena contro il muro ormai rovinato, dal quale fuoriescono piccoli ciuffetti di erba e muschio.
Esausta, mi lascio cadere sul cemento, e in un attimo mi ritrovo per terra.
Porto le mani sul mio viso, e comincio a chiedere a che cosa mi potrà mai portare tutto questo.
Mi ero promessa di allontanarmi da Harry, ma il disperato tentativo di scoprire qualcosa su di lui è la prova evidente del fatto che sto facendo l'esatto contrario.
Ormai ci sono dentro, so che da questo gioco non posso più tirarmi indietro, e l'unica cosa che mi rimane da fare è presentarmi questa sera e ascoltare quello che Niall avrà da dirmi.
Tiro i dadi e faccio la mia prima mossa.

Again? || H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora