01. New York

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Sono pronta a dimenticare, ma perdonarti è una lotta più difficile.
- Alex & Sierra

Ancora non riesco a capire perché ho accettato di portare a termine questo compito. Mi sono sempre offerta per prima per interviste e ricerche, amo assolutamente il mio lavoro, ma quando mi hanno detto di dover preparare una valigia e imbarcarmi sul primo aereo per New York, in una città caotica che non ho mai visto e perfino in un altro continente, mi sono sentita in difficoltà. Grace, la mia collega, ha avuto l'influenza e ha dovuto cancellare l'impegno che si era presa scaricandolo su di me per volere del mio capo.

«Non riesco davvero a credere che tu sia qui » squittisce Louis mentre mi avvolge un braccio intorno alle spalle e prendendomi di mano il trolley.

«Non ti ringrazierò mai abbastanza per esserti offerto di ospitarci »

Louis era un mio vecchio compagno del liceo, che qualche anno fa ha deciso di venire a trasferirsi nella grande mela. Calcolando che dovrò stare qui per un paio di mesi, stare in un albergo potrebbe diventare davvero pesante.

«Sai bene che casa è sempre aperta per te »

Usciamo dall'aeroporto e una brezza invernale mi spettina i capelli ormai annodati dal viaggio di 14 ore che ho appena affrontato.

«E per la piccola Lux» si sporge verso di me per prendere tra il pollice e l'indice la guancia rosa della bimba che tengo in braccio.

«Scommetto che hai sentito la mia mancanza, non è vero?» le dice dolcemente mentre ci guida verso la sua auto parcheggiata a lato della strada trafficata.

«No » risponde la bambina prima di tirare fuori la lingua.

«Sei proprio tale e quale a tua madre» ride Louis pmentre saliamo sulla macchina. Metto Lux sul mio grembo e chiudo la portiera. Dal finestrino ho una panoramica completa del centro della città. I marciapiedi sono gremiti di genti e fiancheggiano la strada affollata di taxi gialli e macchina illuminati dalle insegne dei locali. Anche se il mio lavoro mi impone di viaggiare spesso, non avevo mai visto New York. Ma nonostante questo, è esattamente come me la sono sempre immaginata: affollata, viva e rumorosa.

«Quando dovrai cominciare? » Louis spezza il silenzio mentre vedo il vetro appannarsi sotto il mio respiro.

«Domani penso »

«Lavori troppo» sospira.

«Non lavoro troppo. Semplicemente è uno degli incarichi più importanti che mi abbiano affidato, e voglio fare del mio meglio »

«E lo farai. Già a diciassette anni eri la ragazza più determinata che io conoscessi »

Sorrido al ricordo dei nostri primi giorni di scuola insieme. Io era nuova, a differenza sua, e lui non aveva esitato a farmi sentire la benvenuta.
Era diventato subito per me un caro amico, era sempre presente quando avevo bisogno di lui e mi aveva sempre protetta, e io gliene ero incredibilmente grata.

Gioco con i boccoli morbidi di Lux mentre lei tiene pigramente il pollice in bocca.

«Pensi che potresti tenermi la bambina per domani? »

Non voglio portare mia figlia su un luogo di lavoro, si annoierebbe e non riuscirei a lavorare bene.

«Certo. Con lo zio Tommo ci si diverte sempre »

Sorrido di nuovo come una stupida al suono del soprannome che gli avevo dato in prima superiore.

La macchina viene accostata al lato della strada e Louis ci invita ad uscire. Ci guida all'interno di un palazzo e prendiamo l'ascensore che ci porta al settimo piano. Quando apre la porta del suo appartamento, un'ondata del suo profumo mi invade le narici facendomi capire che sono a casa.

Again? || H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora