17. Drowning

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Seguo in silenzio Harry, senza dire una parola, mentre lui mi guida verso il suo appartamento. Quando entro non posso fare a meno di ripensare a tutto quello che è successo e alle cose che gli ho detto la prima volta che sono entrata qui.
Le parole che gli ho detto erano del tutto sensate e avevano un fondo di verità, ma mi rendo conto che forse sono stata troppo brusca con lui, e lo capisco ora, vedendo come si è conciato. Rimango ferma sulla soglia con la schiena contro la porta chiusa, senza sapere cosa fare e cosa dire, mentre lo osservo bere un bicchiere d'acqua per poi buttarlo bruscamente nel lavandino. Fi ferma a pochi metri da me, e mi osserva con occhi vuoti che non riesco a decifrare. Ci divide un piccolo spazio, ma ora come ora mi sembra che tra noi ci siano anni luce. Lo sento distante e quasi impercettibile, senza sapere a cosa stia pensando e perché il suo sguardo sia così duro.
Alza un indice verso di me e con l'altra mano si regge al bancone della cucina.
"Mi dispiace, io..."
Si interrompe, chiude la mano a pugno e serra gli occhi.
"Dio, in questa stanza gira tutto"
Senza pensarci gli vado incontro, e con una mano sulla sua schiena lo porto a sedersi sul divano, per poi prendere posto al suo fianco.
Poggia i gomiti sulle sue gambe e si porta il viso tra le mani, mentre si tira le punte dei capelli.
"Mi dispiace, i miei amici sono dei coglioni"
"Quelli non sono neanche tuoi amici, Harry, non hai visto come ti hanno trattato?"
Mi si stringe il cuore a pensare che possa anche solo definirli amici, e al pensiero che possa aver passato gli ultimi anni con quei ragazzi.
"Sono le uniche persone che mi sono rimaste, da quando tu non ci sei più"
Forse sono davvero io la causa del suo malessere, e forse è proprio quello che sta cercando di farmi capire. So che se n'é andato lui, ma sento comunque che la mia assenza nella sua vita è stata anche causa mia. Magari sta realmente male per me, magari le sue parole sono vere, e io dovrei semplicemente seguire il mio cuore e buttarmi tra le sue braccia, dimenticandomi quello che è stato e ricominciando da capo. Ma non posso farlo, perché a casa ho una figlia ad aspettarmi e non posso ancora fidarmi di lui. Potrebbe illudermi e ferirmi un'altra volta, e io non potrei sopportarlo.
"Sei cambiato in questi ultimi anni"
Cambio discorso, perché so che se continuiamo così potrebbe finire di nuovo male. Non voglio litigare con lui, non questa volta, voglio solo sapere come ha passato quest'ultimo periodo, se ha conosciuto qualcuno e se davvero gli sono mancata come mi ha detto.
"Mi sono solo adattato a questo schifo di vita, ecco tutto. Doncaster è sempre stata la mia dolce bolla, e quando me ne sono andato ho iniziato a vivere davvero, e ho capito quanto sia sudicio il mondo"
Rimango sorpresa dalle sue parole, troppo dure e piene di rabbia per un ragazzo come lui. Una cosa però la capisco: Doncaster non è di sicuro il posto adatto per fare nuove esperienze. È quello che si definirebbe il tipico paesino inglese, con le sue piccole ville a schiera, i bambini che giocano a pallone nelle strade vuote, tutti conoscono tutti e semplicità e allegria sono all'ordine del giorno. Harry ha ragione, l'America è decisamente più difficile, più selvaggia, e io forse non ho ancora scoperto i suoi lati più particolari e magari pericolosi, che lui ha già vissuto. Ma voglio che lui sia felice, che capisca che la vita va avanti e che può essere bella, fuori o dentro Doncaster, l'importante sta nel trovare le persone giuste con le quali viverla.
"Avere amici così non ti aiuterà di certo"
Lo sguardo di Harry, che fino a poco fa era fisso sulle sue mani candide, si rivolge verso di me.
"Smettila con questa storia, non sono affari tuoi"
Gli occhi verdi e lucidi mi guardano rimproveranti, coperti in parte da una ciocca di capelli che gli ricade sulla fronte. Senza nemmeno pensarci allungo una mano verso di lui e la tiro indietro. Sembra essere sorpreso e stupito da questa mia improvvisa ondata di coraggio, ma poi la sua espressione si fa lentamente più dura e lo sento irrigidirsi al mio tocco. Questa volta però non mi lascio impressionare, appoggio il mio avambraccio sulla sua spalla e prendo tra le dita un ricciolo che gli pende sulle spalle. Si è fatto crescere i capelli per mio grande stupore. Prima li teneva sempre abbastanza corti e ordinati, con il ciuffo alto ad incorniciargli in viso, mentre ora sono molto più lunghi e spettinati.
Mi perdo a giocherellare con una riccio ribelle, arrotolandolo intorno al mio dito, con il suo sguardo ora più rilassato fisso su di me, mentre riscopro la dolce sensazione dei suoi morbidi capelli a contatto con le mie mani. Rido leggermente quando una ciocca ricade improvvisamente sulla sua fronte, e mentre gliela porto dietro l'orecchio, vedo le sue labbra incurvarsi e le dolci fossette formarsi ai lati della sua bocca.
Mi piace vederlo così, i suoi sorrisi mi sono mancati, così come mi è mancata la sua parte giovane e spensierata, come quando ridevamo insieme, per nessun motivo particolare, ma semplicemente perché eravamo insieme solo io e lui, e questo ci bastava. Lascio una mano sulla sua guancia, mentre sento il suo indice posarsi sotto il mio mento e alzarmi la testa, leggermente abbassata mentre sono completamente persa a guardare il suo bellissimo sorriso.
So che dovrei alzarmi e andarmene, dirgli che non sarei dovuta nemmeno venire, così come ho fatto due giorni fa, ma la verità è che questa volta non ho voglia di scappare. Voglio rimanere qui, chiarire tutto, stare con lui e ascoltare tutto quello che ha da dirmi. Forse è il fatto che lui sia ubriaco a spingermi a rimanere, ma non importa.
Guardo i suoi occhi che ora mi sembrano più luminosi e più verdi, fino a che lui me lo permette, prima di chiuderli. Lo vedo avvicinarsi e mi sento assalire dal panico e dalla paura di rovinare tutto e prendere la decisione sbagliata. È troppo tardi ormai per tirarsi indietro.
Caccio l'ultimo briciolo di buonsenso che mi è rimasto, e spingo le mie labbra contro le sue. In un attimo tutto scompare, le mie certezze si spezzano davanti a lui, e una sensazione di pienezza e calore si fa spazio nel mio stomaco.
Rimango immobile mentre le sue labbra piene lavorano sulle mie, e finalmente chiudo gli occhi, abbandonata alla riscoperta delle sensazioni che solo Harry può trasmettermi.
Non importa più quello che è stato e quello che forse sarà, ci siamo solo noi, vicini ma forse ancora troppo lontani. Sento il cuore quasi esplodermi nel petto, quando lui si sposta più vicino a me senza interrompere il contatto. Sento la sua mano morbida appoggiarsi sul mio fianco e porto entrambe le mani sulle sue guance. So che è sbagliato, per quanto questo momento sia magico e per quanto la mia ragione mi stia abbandonando, sono a conoscenza del fatto che è troppo presto, che mi sto lasciando andare senza pensare alle conseguenze. Ma non riesco a separarmi da lui nemmeno per un attimo, soprattutto ora che ce l'ho di nuovo qui davanti a me, mio, forse per poco, ma comunque mio.
Un brivido mi fa tremare quando la sua lingua passa morbida e delicata sul mio labbro inferiore per poi infilarsi tra le mie labbra chiedendomi di approfondire.
È strano come l'amore possa confondere le idee. Mi sembrava di essere sicura ormai su tutto, di sapere sempre cosa fare ed essere preparata a qualsiasi evenienza. Ma se penso a pochi giorni fa, non mi sarebbe mai passato per il cervello che avrei incontrato Harry e che si sarebbe intromesso nella mia vita, con le buone o cattive maniere. Mi ha scombussolato tutti i piani che avevo per il futuro, spazzando le idee che mi ero fatta e facendomi riscoprire qualcosa che pensavo di aver perso per sempre.
Mi lascio trasportare, mentre la sua lingua stuzzica la mia e mi esplora, come a ricercare disperatamente qualcosa dentro di me di cui ha bisogno. Faccio scivolare le mani tra i suoi capelli ancora umidi e li stringo tra le dita, mentre lui mi spinge la schiena in avanti avvicinandomi a lui.
È la mancanza di aria a farci separare e ad interrompere questo momento. Mi separo contro voglia dalle sue labbra, con gli occhi ancora chiusi a godersi il momento e il naso a sfiorare il suo. Quando li riapro lo colgo a guardarmi, con gli occhi verdi spalancati, e per un attimo mi sembra di sentire il fresco profumo del muschio autunnale che ritrovo al loro interno.
Mi ritrovo a pensare a come possa essere successo così in fretta senza poter essere calcolato.
Come quando sei troppo preso ad ammirare il mare, che non ti accorgi di essere stato inghiottito tra le sue onde. Avviene tutto in un battito di ciglia, senza preavviso l'acqua cristallina ti avvolge tra le sue braccia, e una volta che ci sei dentro non riesci più a porre fine, non riesci più a farne a meno. Diventa una cosa al di sopra delle tue capacità e della tua percezione. Harry è così, un'onda estiva che ti coglie di sorpresa, che non ti lascia più, diventando parte di te.
"Beth..." lo sento sussurrare con le mani ancora a stringermi e un piccolo sorriso sulle sue labbra rosee.
La sua espressione cambia velocemente, i suoi occhi si aprono ancora di più e tira indietro il collo.
"Tutto okay?"
Si porta una mano sulla bocca e si alza in piedi senza rispondermi. Lo vedo correre verso la sua camera da letto e lo seguo senza avere idea di cosa stia succedendo. Capisco immediatamente quando lo raggiungo e lo vedo inginocchiato davanti al water in bagno. Senza pensarci lo raggiungo e mi inginocchio a fianco al suo corpo tremante scosso da conati di vomito. Gli porto una mano sulla schiena e una sulla fronte sudata, mentre rigetta fuori tutto l'alcol che ha ingerito.
"Non devi per forza stare qui a guardarmi" sussurra con la voce rauca tra uno sputo e l'altro.
Sorrido al pensiero di quanto Harry certe volte possa essere testardo.
Non gli do ascolto, muovo su e giù la mano sulla sua schiena e aspetto che finisca di liberarsi.
Si alza in piedi e si lava i denti senza dire nulla. Lo lascio solo ed entro in camera sua. Il mio sguardo schizza un'altra volta sulla nostra vecchia foto ancora adagiata sulla scrivania mentre mi siedo sul bordo del letto.
Harry esce dal bagno poco dopo e si dirige verso l'armadio. Quando vedo che inizia a spogliarsi distolgo imbarazzata lo sguardo, e mentre sono alla disperata ricerca di trovare qualcosa al quale rivolgere la mia attenzione mi ricordo di Louis. Prendo il telefono dalla giacca che ho ancora addosso e gli mando un breve messaggio, dicendogli che è tutto a posto e che mi fermo a dormire da Harry. Non so come la potrebbe prendere, dopotutto ho fatto come mi ha detto lui, ho seguito il mio cuore, ma ho la sensazione di averlo fatto in un modo troppo brusco e impulsivo che Louis potrebbe non appoggiare del tutto.
Il letto si abbassa e cigola alle mie spalle riportandomi alla realtà, e mi irrigidisco quando sento il respiro caldo di Harry soffiarmi sul collo.
"Hai intenzione di dormire vestita così?"
Scuoto la testa incapace di dire una sola parola, e lui mi porge degli indumenti. Li afferro e mi alzo velocemente dal letto per potermi allontanare da lui, ma prima che possa entrare in bagno sento la sua voce chiamarmi alle mie spalle.
"Dove stai andando?"
"A cambiarmi" alzo le spalle senza girarmi, con lo sguardo rivolto verso la porta chiusa.
"Andiamo Beth, ti vergogni di me?" ride
Mi giro completamente verso di lui e lo vedo seduto sul letto, con addosso dei larghi pantaloni grigi e una maglia bianca che lascia intravedere i tatuaggi che gli ricoprono il petto.
"No, è solo che dobbiamo fare le cose con calma"
Scuote la testa ridendo e si butta pesantemente indietro sul letto.
Entro in bagno e una volta assicuratami che la porta sia ben chiusa mi spoglio e indosso i vestiti che mi ha dato. La maglietta nera dei Rolling Stones mi sta troppo larga e mi arriva a metà coscia. Quelli che capisco sono dei boxer altrettanto neri mi stanno abbastanza larghi e comodi, ma mi sento comunque fuori posto ad indossarli. Ho sempre adorato mettere i suoi vestiti, impregnati del suo odore, ma farlo ora che non stiamo neanche insieme mi fa una strana sensazione, quasi fosse sbagliato.
Esco dal bagno e lo ritrovo sdraiato su un lato del letto, con i gomiti piegati e la mani sotto la testa. Sento i suoi occhi osservarmi dalla testa ai piedi mentre silenziosa raggiungo la parte opposta del letto. Mi infilo sotto le coperte e mi sdraio su un fianco rivolta verso di lui per poterlo guardare. Ha gli occhi fissi sul soffitto, contornati dalle ciglia lunghissime, e mi perdo ad osservare il suo profilo perfetto. È davvero bellissimo.
"Harry, riguardo a prima..."
Mi decido a parlare, ma lui non me lo lascia fare, girandosi verso di me ed interrompendomi.
"Parliamone domani, sono davvero stanco"
Non so se stia dicendo la verità, che lui sia stanco o meno dovremmo parlarne ora, senza rimandare. Non credo che potrei comunque prendere sonno ripensando a quello che è successo e senza averne prima parlato con lui. Ma forse è davvero stanco, dopotutto ha ancora una sbornia da smaltire completamente, e sarebbe meglio parlare di tutto questo da lucidi.
Annuisco e sento la sua mano appoggiarsi sulla mia schiena per spingermi dolcemente contro di lui. Mi accoccolo sul suo petto caldo, e lascio che il suo profumo mi invada le narici.
Chiudo gli occhi, cullata dal lento movimento del suo petto che si alza e si riabbassa a contatto con la mia guancia.
Sento le sue labbra poggiarsi sui miei capelli e lasciarci un dolce bacio
"Notte Beth"
Sfrego il naso contro il suo collo e stringo tra le dita il tessuto morbido della sua maglietta.
"Notte Harry"

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