19. Disaster

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Sistemo il vestito poco appariscente per il quale ho optato per questa strana serata mentre cerco di riconoscere la figura di Jace nella strada ormai buia.
Mentirei se dicessi che non sono nervosa perchè sì, come ho specificato tante volte a Louis questa dovrebbe solo essere una cena di lavoro, ma nonostante questo è da tanto ormai che non esco da sola con un ragazzo.
Non saprei come comportarmi, cosa fare o cosa dire. È dai tempi di Doncaster che non esco con qualcuno seriamente, e sono preoccupata di fare qualcosa di sbagliato. Dopo quello che è successo ieri con Harry forse avrei dovuto rimandare l'uscita, ma ormai è tardi. E poi infondo è solo un uscita tra colleghi, giusto?
Non lo so, potrebbe esserlo come potrebbe non esserlo. L'unica cosa certa della quale inizio a rendermi conto è che penso troppo. Al diavolo Harry e al diavolo il lavoro, voglio staccare solo un attimo da tutto quello che mi sta succedendo, e Jace mi aiuterà di farlo. Proprio mentre penso a lui, una macchina grigia si ferma proprio davanti a me. Il finestrino si abbassa, rivelando un Jace perfettamente vestito e pettinato.
"Buonasera madame" dice sorridendo con tono teatrale. Ridacchio facendogli un cenno con la mano e salgo in macchina al suo fianco.
"Pronta a divertirti?" sorride di nuovo come al suo solito, mostrandomi i denti bianchi.
Okay, a quanto pare la mia idea di 'cena di lavoro' era davvero sbagliata, a meno che lui non pensi che lavorare sia uno spasso, ma dubito fortemente.
"Non aspetto altro"
Lui annuisce deciso facendomi sorridere e mette in moto.
"Allora, dove siamo diretti?" chiedo impaziente mentre lui attraversa le grandi strade affollate della città.
"Ho prenotato un tavolo per due ad un ristorante davvero bellissimo non lontano da qui. Ti piacerà, vedrai"
Sorride spostando per un breve momento gli occhi dalla strada per posarli su di me.
"Mi fido del tuo buon gusto"
Lo osservo di sottecchi, mentre lui è concentrato a guidare e approfittandone del momento. È davvero elegante, e nonostante indossi il solito completo che gli ho visto addosso al lavoro, oggi sembra diverso, forse più rilassato. I capelli sono leggermente lucidi per via del gel che li tiene perfettamente ordinati, con un piccolo ciuffo castano tirato verso l'alto. È davvero bello, e me ne rendo completamente solo ora, vedendolo illuminato dalle luci bianche e rosse delle macchine davanti a noi. Gli occhi sono di uno strano colore, tendente all'azzurro e anche un po' al verde, anche se non sono neanche lontanamente comparabili a quelli di Harry.
Harry... Mi ritrovo di nuovo a pensare a lui senza un motivo ben preciso. Ho la testa altrove, ma non voglio che lui riesca indirettamente a rovinarmi anche questa bella serata.
"Tutto a posto?"
Vengo risvegliata dalla voce di Jace che mi scopre a fissarlo. Scuoto la testa e cerco di sorridere senza riuscire a guardarlo.
"Certo, scusami"
La macchina si ferma dopo qualche minuto di silenzio davanti ad un ristorante.
"Eccoci qui" sospira uscendo dall'auto. Faccio lo stesso, e quando le mie scarpe toccano il marciapiede, alzo la testa, ritrovandomi davanti agli occhi il ristorante molto probabilmente più bello che io abbia mai visto. Le mura dell'esterno sono bianche ed eleganti, e da alcune finestre riesco ad intravedere dei grandi lampadari illuminati che pendono dal soffitto e una grande quantità di persone sedute ai tavoli. Seguo Jace fino all'entrata principale del ristorante, dove ci accoglie freddamente un uomo in smoking.
"Buona sera, h prenotato un tavolo a nome Wood per le 21:00"
Jace dice quello che scopro deve essere il suo cognome, e dopo aver osservato a lungo il quaderno che tiene in mano, l'uomo scuote la testa.
"Spiacente, il suo nome non è presente sulla lista di questa sera"
Guardo confusa Jace, che tiene lo sguardo fisso sul quaderno, con un'espressione sorpresa sul volto.
"Deve esserci un errore, ho prenotato proprio ieri"
Il signore ripete un'altra volta l'azione di prima, e di nuovo non sembra trovare nulla.
"Non c'è nessuna prenotazione sotto il nome 'Wood' per questa sera. Sono mortificato, ma per oggi siamo pieni e non posso farla entrare"
Jace scuote la testa affranto e si gira verso di me mortificato.
"Non preoccuparti, andiamo da un'altra parte" sorrido, cercando di tranquillizzarlo.
Lui mi mostra un debole sorriso, e dopo aver fatto un cenno all'uomo davanti a noi, si allontana in direzione della macchina parcheggiata.
"Mi dispiace davvero tanto, non doveva andare così"
Si porta una mano tra i capelli e poggio istintivamente una mano sul suo braccio.
"Non importa, possiamo andare da un'altra parte"
"E dove?"
Mi guardo intorno, alla ricerca di qualche ristorante che possa vagamente somigliare a questo, ma tutto ciò che vedo sono locali poco illuminati pieni di gente.
Scorgo quello che mi sembra meno disastroso e lo indico.
"Andiamo lì"
Jace segue la traiettoria del mio indice e alza le spalle.
Lo prendo sotto braccio quando noto il suo ancora evidente dispiacere e lo trascino verso il pub. Non voglio che pensi che la serata sia ormai rovinata. Non importa se mangiamo in un ristorante costoso oppure in un locale da quattro soldi per ubriaconi, possiamo comunque stare bene in entrambi i casi.
Entriamo nel pub che si rivela fin troppo affollato e prendiamo posto in uno dei pochi tavoli rimasti liberi.
Jace si guarda intorno abbastanza spaesato, e mi scappa una risatina quando lo vedo arricciare il naso alquanto schifato.
"Che c'è?" chiedo ridendo per la sua espressione. Non deve essere il genere di luogo nel quale ama passare le sue serate, al contrario invece di Harry.
"Non è esattamente il posto nel quale avrei voluto portarti"
Si gratta la testa e mi guarda imbarazzato. È decisamente una delle persone più dolci che io abbia mai conosciuto in tutta la mia vita, e vederlo in difficoltà mi fa sorridere involontariamente.
"Ci divertiremo, non è poi così male dopotutto"
Mi guarda confuso a causa della mia ultima affermazione e dopo qualche secondo di silenzio scoppiamo entrambi a ridere, consapevoli del fatto che quello che ho detto non è affatto vero e che questo posto è estremamente ed irrimediabilmente lurido.
Una ragazza si avvicina a noi e prende le nostre ordinazioni. Prendiamo entrambi un semplice hamburger e delle patatine, dato che non penso ci siano molte altre alternative qui.
Mentre aspettiamo di essere serviti, iniziamo a fare un'ispezione del luogo, commentando il genere di persone che ci circondano.
Ci soffermiamo su una coppia più o meno della nostra età completamente persa in effusioni amorose fin troppo spinte su un divano poco distante dal nostro tavolo.
"Penso mi sia passata la fame" ride Jace alzando le mani e appoggiandosi allo schienale della sedia.
"Concordo"
Lo vedo spostare lo sguardo da un'altra parte, in un punto alle mie spalle.
"Alcuni ragazzi sono davvero inquietanti. Come possono riempirsi di tatuaggi e piercing fino a quel punto?"
Mi giro completamente per vedere di chi sta parlando, ma la troppa gente che c'è non me lo permette.
"Quel ragazzo lì in fondo sembra un quaderno scarabocchiato" ride indicando un ragazzo biondo seduto ad di spalle ad un tavolo lontano da noi. Quando lo vedo girarsi di poco, scorgo il suo profilo abbastanza familiare e il sorriso sul mio volto scompare del tutto.
"Niall?" sussurro parlando principalmente a me stessa, sapendo che lui non mi può sentire. Sembra davvero lui visto da qui, so che l'ho visto solo una volta e che forse le luci di questo posto mi stanno confondendo, ma mi sembra persino di riconoscere i tatuaggi che gli ricoprono le braccia.
"Tu conosci quel tipo?" sento Jace chiedermi. Annuisco senza girarmi e continuando a guardare Niall.
Che ci fa qui? Deve essere il genere di posto nel quale viene spesso, e la cosa non mi stupisce. Ma se c'è lui significa che c'è anche Harry?
Sposto lo sguardo verso i ragazzi seduti al suo stesso tavolo, e i miei dubbi vengono chiariti nel momento in cui noto un ammasso di capelli spettinati.
"Oddio" gemo voltandomi velocemente per evitare che Harry mi veda.
"Che c'è?"
Jace mi guarda senza capire, e con un rapido movimento della mano gli indico il punto dietro di me.
"C'è Harry"
Lui si perde alla ricerca del ragazzo riccio e capisco che lo ha riconosciuto nel momento il cui lo vedo irrigidirsi sulla sedia.
"Forse dovremmo..." inizia a parlare ma si interrompe subito.
"Stai bene?"
Sventolo una mano vicino al suo viso e cerco di attirare la sua attenzione.
"Credo ci abbia visti"
Tossisco nervosamente e inizio a tamburellare le unghie sul tavolo rovinato in legno.
"Ne sei sicuro?"
"Cazzo" impreca senza rispondere alla mia domanda per poi abbassare rapidamente lo sguardo sulle sue mani.
Lo guardo confusa in attesa di una risposta, che mi viene data nel momento in cui due mani si appoggiano pesanti sul tavolo a pochi centimetri di distanza dal mio viso. Sobbalzo lasciandomi sfuggire un gemito per lo spavento e alzo lo sguardo per trovare un Harry alquanto arrabbiato davanti a me.
"Che cazzo ci fate insieme qui?" ringhia guardando Jace senza invece rivolgere nemmeno uno sguardo a me.
"Harry, è un piacere vederti"
Il ragazzo seduto davanti a me balbetta in difficoltà mostrandogli un sorriso tirato.
"Piantala di prendermi per il culo e dimmi per quale fottuto motivo sei qui con Bethany"
Vedo le unghie di Harry scavare sul legno del tavolo e la sua mascella farsi sempre più tesa. Potrei giurare che si sta trattenendo dal tirargli un pugno, e per questo intervengo.
"Harry..." richiamo la sua attenzione, e lui si gira verso di me, e i suoi lineamenti sembrano tornare rilassati. Il mio cuore prende a battere più velocemente, e un familiare senso di calore mi pervade lo stomaco nel momento in cui i suoi occhi incontrano i miei. Rivederlo in un'occasione non pianificata come questa è ancora più strano e sorprendente, ma nonostante tutto non posso dire di essere completamente felice di vederlo.
"Beth, spiegami cosa cazzo ci fai fuori con lui"
La sua voce è rigida e autorevole, mentre la sua testa si muove velocemente facendo un cenno verso Jace, che rimane fermo a torturarsi le mani davanti a me.
"Quello che sembra"
Alzo le spalle cercando di sembrare calma, sapendo che questa cosa lo farà imbestialire. So quanto il mio tono possa infastidirlo a volte, e ammetto che provo un filo di piacere nel momento in cui lo vedo chiudere gli occhi e passarsi nervosamente una mano tra i capelli.
"Alza il culo da quella sedia e vieni con me, ne parleremo a casa mia"
Agita una mano e mi fa segno di alzarmi, ma io incrocio le braccia al petto e non mi muovo dalla sedia. Non ho intenzione di interrompere questa serata tra amici a causa della sua infondata gelosia. Ho una voglia irrefrenabile di tirargli uno schiaffo proprio qui davanti a tutti, ma quel poco di contegno che mi è rimasto mi spinge a rimanere impassibile e comportarmi da adulta.
"Non ho intenzione di venire con te da nessuna parte, quindi smettila di fare l'idiota e torna dai tuoi amici"
Harry sembra stupito dalla mia risposta, così come Jace, che interviene.
"Bethany, forse dovresti fare come dice lui"
Si gratta nervosamente un braccio, e ora la mia voglia di schiaffeggiare qualcuno si rigetta su di lui.
Harry deve spaventarlo davvero tanto, per farlo reagire in questo modo. Ma io non ho intenzione di farmi intimorire e stare ai suoi giochetti, non più.
"No Jace, io e te passeremo questa serata insieme come avevamo deciso, che Harry voglia o meno"
Ignoro Harry che mi osserva immobile al mio fianco, e quasi mi sembra di sentire del fumo uscire dalle sue orecchie.
"Bethany, stai esagerando"
"Quello esagerato qui sei tu. Non ho di certo bisogno del tuo consenso per uscire con un ragazzo"
Harry sbuffa sonoramente e rimane fermo ad osservarmi mentre si prende pensieroso il labbro inferiore tra l'indice e il pollice, per poi rivolgersi completamente a Jace.
"Per questa volta passi, ma giuro che alla prossima ti spacco quella fottuta faccia da angioletto" sbotta, prima di darci le spalle e allontanarsi.
Jace tira un sospiro di sollievo e lo stesso faccio io, prendendomi la testa tra le mani.
"Mi dispiace, a volte si comporta in modo insensato"
Non posso davvero credere che abbia minacciato un suo collega che oltretutto non ha fatto assolutamente nulla per meritarsi questo trattamento poco piacevole. Ha davvero esagerato, e non ho intenzione di fargliela passare liscia. Qualcuno deve pur fargli capire che non ha il mondo ai suoi piedi, e se nessuno ha intenzione di farlo allora lo farò io.
"Non credi che sarebbe meglio fare come ha detto? Possiamo vederci un altro...-"
"No, Jace" lo interrompo "Harry non può comportarsi così e passarla liscia. Non ti spaccherà davvero la faccia, se è quello che temi"
Non sono sicura di quello che gli sto dicendo, so che Harry mantiene sempre le sue promesse, specialmente se si tratta di farla pagare a qualcuno che non ha assecondato i suoi desideri, ma non voglio spaventare Jace più di quanto non lo abbia già fatto Harry. Gli parlerò e gli farò capire che non può pretendere di avere il controllo sulla mia vita e su quella di tutte le persone che mi circondano.
Una ragazza interrompe la nostra conversazione portando a tavola i piatti che abbiamo ordinato, e affamati cominciamo a mangiare. Non posso dire che la mia cena sia buona, ma decido di non dire nulla e continuare a mangiare. Questa serata sta iniziando davvero male, e non voglio che finisca allo stesso modo.
"Allora, che succede tra te e 'Mr. Tenebroso'?"
Rido al soprannome più che azzeccato che gli ha dato, e cerco di inventarmi qualcosa da dirgli. Forse dirgli la verità non sarebbe male, potrebbe farmi sentire meglio e Jace potrebbe anche darmi qualche consiglio su cosa fare.
"State insieme?"
Scuoto la testa, addentando in modo poco femminile il mio panino.
"Abbiamo avuto una storia ai tempi del liceo, ma ormai è finito tutto"
Tralascio la storia dell'abbandono di Harry e soprattutto non gli parlo di Lux, non sono ancora pronta a fare questo passo.
"Era una cosa seria?"
Scrollo le spalle mentre uccido un innocente pezzo di carne con la forchetta, pensando ad Harry.
"Siamo stati insieme un paio di anni, quindi sì, penso fosse una cosa abbastanza seria"
"E perché è finita?"
Mi mordo un labbro e senza dare nell'occhio mi giro lentamente per vedere Harry. È seduto su un divanetto con una birra in mano e sta parlando animatamente con alcuni amici, tra i quali riconosco i ragazzi che ho visto ieri al pub.
"Non voglio ficcare il naso nei tuoi problemi, sto solo cercando di conoscerti meglio"
Alza le spalle e mi sorride forse per la centesima volta in tutta la serata.
"Con il tempo abbiamo capito che volevamo cose diverse"
Rimango vaga senza entrare nei dettagli.
Io e Harry siamo diversi, tanto, anche troppo, ma forse era proprio questo che ci legava. Siamo uno l'opposto dell'altro, il fuoco e l'acqua, il mare e la montagna. Harry è sempre stato un ragazzo strano, adora le feste e adora stare in mezzo alla gente, cosa che io odio. Preferisco di gran lunga rimanere a casa, magari con qualche amico, a guardare un film e a mangiare la pizza. È sempre stato difficile per lui legarsi a qualcuno e potersi aprire con gli altri, mentre a me viene spontaneo. Mi piace parlare, e ad Harry invece no, lui detesta farlo.
Mentre io preferisco cercare di risolvere le incomprensioni parlandone da persone civili, lui preferisce passarci sopra con un trattore e cancellare ogni prova, come se non fosse successo nulla.
Siamo sempre stati così, e abbiamo per questo sempre avuto bisogno l'uno dell'altro. Eravamo come lo Ying e lo Yang, avevamo bisogno dell'altro per essere felici, assaporare tutte le diversità che c'erano tra noi per poter essere davvero completi.
Ma forse ora non è più così. Abbiamo preso strade diverse, abbiamo bisogno di cose diverse, e magari doveva andare così.
Jace rimane in silenzio, e io ne approfitto per lanciare un'ultima occhiata fugace in direzione di Harry.
"Che ne dici se usciamo da qui?" propongo, vogliosa di andarmene e non rivedere più Harry fino almeno a domani.
"Si, certo" sorride alzandosi in piedi e infilandosi la giacca.
Faccio lo stesso e senza aver finito la mia cena lo seguo verso l'uscita. Sento lo sguardo di Harry su di me mentre lo guardo di sottecchi, e senza potermi controllare alzo la testa e i miei occhi incontrano i suoi.
Non dice nulla, si limita ad osservarmi da lontano con un'aria interrogativa. Vedo quello che penso sia Zayn richiamarlo, e quando Harry sposta la sua attenzione da me al suo amico, gli do le spalle e seguo Jace sulla strada.
"Vuoi che ti riporti a casa?"
Annuisco alla sua domanda, stringendo le braccia incrociate al petto per ripararmi dal vento freddo che tira a quest'ora.
Camminiamo in silenzio, forse imbarazzati per quello che è successo o forse semplicemente a corto di argomenti, mentre raggiungiamo la macchina.
Il viaggio è breve, e Jace accende il condizionatore per riscaldare l'abitacolo.
Quando raggiunge il palazzo di Louis gli faccio segno di fermarsi. Lui accosta la macchina e prima di scendere decido di mettere in chiaro quello che è accaduto.
"Mi dispiace per quello che è successo"
Lui sorride, con le mani ancora saldamente appoggiate al volante e alza le spalle.
"Non importa, non è colpa tua"
Mi sembra abbastanza dispiaciuto dal modo in cui tiene lo sguardo fisso verso il basso, e per questo decido di provare a fare qualcosa.
"Che ne dici se ci rivediamo? Potresti venire a casa una di queste sere, così che saremo sicuri che Harry non spunti fuori da un momento all'altro"
Il suo volto sembra illuminarsi, e mi mostra un sorriso a trentadue denti.
"Sarebbe perfetto"
"Mercoledì alle 20:00?" propongo.
"Ci sarò"
Sorrido e abbastanza impacciata esco dalla macchina. Gli faccio un timido saluto con la mano e quando lo vedo partire apro il cancello e salgo le scale per raggiungere l'appartamento di Louis.
"Già di ritorno?"
Sento la sua voce squillante parlarmi, e scorgo un ciuffo castano comparire dietro lo schienale del divano.
"Già..."
Lancio la mia borsa sul tavolo e con la giacca ancora addosso mi lascio andare pesantemente sul divano al fianco del mio amico.
Ha sul naso gli occhiali da vista ed è intento a leggere un libro. Mi giro verso di lui e appoggio la guancia sulla sua spalla, con il naso contro il suo collo caldo.
Lo sento sospirare prima di chiudere sonoramente il libro che tiene tra le mani per poi appoggiarlo per terra.
"Cos'è successo questa volta?"
"Tutto" sbotto
Prima che possa iniziare a raccontargli della magnifica comparsa di Harry nel bel mezzo di questa serata, il campanello suona facendomi sobbalzare.
"Chi diavolo è a quest'ora?" sbotta Louis sporgendosi in avanti per riuscire a vedere l'orario segnato sull'orologio appeso alla parete. Alzo le spalle e lo guardo dirigersi verso la porta per poi guardare attraverso il piccolo spioncino.
"Non ci posso credere"
Sbuffa una risata e apre la porta.
"Dov'è Bethany? Dimmi che non è ancora con Jace perché giuro che appena lo...-" una voce fin troppo familiare fa irruzione in casa, e io mi lascio scivolare sul divano per non farmi vedere. Non di certo un comportamento da ventunenne coraggiosa e matura, ma diciamo che quando si tratta di Harry riesco a dare sempre il meglio di me.
"Chiudi la bocca Harry, è lì"
Louis lo interrompe, e anche se non riesco a vedere Harry sono sicura che sul suo bel viso si sia appena formato un cipiglio di sorpresa per la risposta che gli ha dato Louis.
Faccio un respiro profondo e silenziosa esco dal mio nascondiglio, avvicinandomi a piccoli passi verso Harry, ancora fermo sull'uscio dell'appartamento.
"Cosa ci fai qui?"
Tento di sembrare infastidita, ma la verità è che nonostante mi abbia appena rovinato la serata, sono comunque felice di vederlo.
"Volevo assicurarmi che quello sfigato ti avesse riportata a casa, ma vedo che ovunque tu vada io sono di troppo, uh?"
Sento nella sua voce un filo di ironia, e capisco che si sta riferendo di nuovo a quella stupida storia che aveva tirato in ballo anche qualche giorno fa tra me e Louis.
"Come hai detto, scusa?"
Vedo Louis spalancare la bocca e rivolgersi ad Harry con un tono che non promette bene.
Se non altro, questi due si assomigliano: si comportano entrambi come dei bambini, incapaci di ascoltare l'altro e mettere da parte il loro orgoglio anche solo per un attimo.
"Non fare il finto tonto con me, Louis. Ho capito cos'hai in testa"
Fa un cenno con il capo verso di me, e io e Louis ci scambiamo una rapida occhiata.
"Harry, io...-" Louis prova a parlare mentre io rimango il silenzio sbigottita ad osservare la scena, incapace di dire nulla, ma Harry lo interrompe subito.
"Non me ne frega un cazzo delle tue motivazioni ora, piantala di fare tanto l'amichetto con Beth, perché non sono stupido, e la mia pazienza ha un limite"
Trattengo a stento una risata, e quando entrambi si girano verso di me mi schiaffeggio mentalmente per la mia incapacità di rimanere seria in momenti delicati come questo.
"Sentiamo, cosa ti diverte tanto di tutto questo? Scommetto che vi state fottutamente divertendo alle mie spalle, non è così?"
Harry incrocia le braccia al petto, ma questa volta neanche lo sguardo omicida che mi rivolge fa scomparire il piccolo sorriso che mi è comparso sulle labbra.
"Glielo dici tu?" mi rivolgo a Louis ignorando le parole di Harry.
Il mio amico scuote la testa ridendo e si porta le dita della mano a sfregare gli occhi chiusi.
"Cosa devi dirmi?"
Harry sembra abbastanza confuso, e quasi mi fa tenerezza.
Louis inspira profondamente e tenta di reprimere un sorriso.
"Harry... Io sono completamente e irrimediabilmente dell'altra sponda"
Harry sembra pensarci un attimo, prima di spalancare gli occhi e schiudere le labbra, spostando velocemente lo sguardo da Louis a me.
"Che cosa?"
"È gay" concludo per togliergli ogni dubbio, ottenendo un'occhiataccia da parte di Louis.
"Se è un fottuto scherzo non mi sto divertendo"
Incrocia le braccia al petto e ci guarda entrambi con sospetto.
"È la verità, te lo avrei detto prima se solo tu no avessi cominciato a dire tutte quelle stronzate senza senso" risponde Louis.
Harry sembra accorgersi di quanto sia serio, e sbianca completamente. È comprensibile dopo tutto quello che hanno passato insieme. Louis ha sempre avuto problemi e dubbi riguardo questo argomento, e circa un anno dopo la scomparsa di Harry è riuscito a rispondere a tutte le domande che si era posto.
"Dio, io..." Harry arranca sulle parole in difficoltà e Louis inclina la testa.
"Sei un coglione? Sì, esatto" completa la frase di Harry facendomi sorridere.
"Mi dispiace Lou, non ne sapevo nulla"
Vedo Louis irrigidirsi al suono del vecchio nomignolo che Harry gli dava quando erano più piccoli e decido di intervenire.
"Forse è meglio che tu te ne vada, adesso"
Poggio una mano sul suo petto incredibilmente morbido e tonico e lo spingo con delicatezza verso l'uscita. Ha già fatto abbastanza casini per oggi, ed è ora che mi lasci in pace.
Annuisce abbassando la testa ed esce dall'appartamento. Forse ha capito che è meglio che torni a casa, e sono contenta di questo. È raro che si renda conto dei suoi sbagli, ma con la pessima figura che ha appena fatto dopotutto è comprensibile.
"Ti chiamo domani" aggiunge, prima che io gli chiuda letteralmente la porta in faccia.

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