24. Running On The Road

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«Sei pronta?»
Louis tiene lo sguardo puntato su di me, mentre mi do un'ultima sistemata generale davanti allo specchio.
Sistemo il vestito corto rosso che indosso, e penso che forse vado bene.
Sono pronta? Non direi proprio, ma non ho scelta, perciò tanto vale provarci e vedere cosa ne uscirà fuori da questa serata fuori luogo.
È strano pensare che mi sto preparando ad uscire con Harry, proprio come ai vecchi tempi.
Mi sembra di tornare indietro e vivere di nuovo tutte le preoccupazioni che avevo al primo appuntamento con lui.
Ero incredibilmente nervosa e spaventata all'idea di non piacergli, di non essere abbastanza.
Ma lui alla fine si era rivelato dolce e interessato a me, passando la serata a riempirmi di complimenti che mi facevano sentire giusta, e forse anche desiderata.
Cosa ne è rimasto di quel vecchio Harry ora?
Non so come si comporterà, non so a cosa ci porterà questa uscita.
Sono ferma ad un bivio senza indicazioni, mi sento completamente persa e smarrita, incapace di scegliere quale strada prendere.
Dimenticare? Non lo so, potrebbe pensare di essere libero di farmi ciò che vuole ogni volta che vuole, proprio per il fatto che io tornerò comunque da lui.
Ma sono disposta davvero a tornare da lui?
Potrei sbagliare tutto, potrei prendere la decisione sbagliata e buttare così fuori dalla finestra tutto quello che ho costruito dopo tanti sforzi in questi ultimi anni.
Lascio uscire dalla testa solo per un attimo i punti interrogativi che ormai mi perseguitano e raggiungo Louis, posando la testa sul suo petto caldo.
«Non lo so, ho paura» ammetto.
Le sue mani raggiungono la mia schiena e prendono a sfregarcisi contro per rassicurarmi, facendomi sorridere.
«Semplicemente, fai solo ciò che ti senti di fare. Non sentirti costretta a lasciare che quello stronzo ti ficchi la lingua in bocca, okay?»
Tiro indietro il collo per poterlo guardare, e dal suo viso incredibilmente serio capisco che non sta scherzando.
«Sei orribile»
Lui ride, portando una mano tra i miei capelli e l'altra sulla mia guancia.
«Sì, ma è esattamente quello che è successo l'ultima volta»
Mi stacco definitivamente da lui, annullando il contatto tra di noi e fingo una faccia disgustata, con l'ombra di un sorriso sulle labbra.
«Quando smetterai di rinfacciarmelo?»
Dal momento in cui gli ho raccontato dei baci passionali e proibiti tra me e Harry non fa altro che ricordarmi quanto a volte possa essere incoerente, e in fondo non posso dargli tutti i torti.
«Oh, ho appena cominciato tesoro»
Scuoto la testa mentre gli do le spalle per afferrare il telefono che si è appena illuminato.
Un messaggio di Harry mi avvisa che è qui fuori ad aspettarmi, ricordandomi che ho una serata difficile davanti.
Inspiro profondamente e mostro il telefono a Louis, che di fa immediatamente serio.
«Devi andare, non farlo aspettare»
So che è più un avvertimento che un consiglio, dato che entrambi sappiamo quanto Harry possa essere impaziente.
«Io l'ho aspettato per quattro anni, non gli farà di certo male rimanere in macchina per qualche minuto in più»
Louis alza gli occhi al cielo, e con una leggera spinta mi indirizza verso la porta.
«Come mai non vedi l'ora di sbarazzarti di me? Il tuo ragazzo sta per arrivare?»
Gli mostro un finto sorriso malizioso e tento di fargli un occhiolino convincente, facendolo arrossire.
«No, Cam a quest'ora lavora. Voglio solo avere un attimo di pace, è così strano?»
Alzo le spalle sorridendogli, e gli mando un bacio da lontano mentre esco di casa, ritrovandomi sul pianerottolo.
Scendo velocemente le scale, e quando la mia pelle entra in contatto con l'umido vento invernale, riesco a scorgere la macchina di Harry parcheggiata sul lato opposto della strada.
Lo raggiungo e mi siedo velocemente sul sedile a fianco al suo, con il suo sguardo puntato su di me.
«Perché ci hai messo così tanto?» si lamenta, mentre mastica rumorosamente una gomma.
«Dovevo finire di prepararmi, ti avevo detto di mandarmi un messaggio quando stavi per arrivare, non quando eri già sotto casa» puntualizzo, ricordandomi bene le mie parole al telefono.
Lo sento sbuffare prima che metta in moto e si immetta spedito sulla strada, diretto non so dove.
«Dove stiamo andando?» decido di chiedere, sperando che per qualche motivo a me sconosciuto non esploda cominciando ad urlare.
Con Harry bisogna stare attenti a quel che si dice, non si sa mai quando nella sua testa complicata possa scattare qualcosa.
«Al Funky Buddha» dice serio senza nemmeno guardarmi.
E ora cosa ho fatto? Sembrava così di buon umore ieri, e pensavo che venendo lo avrei fatto felice.
Ma ora è così freddo e distaccato senza nemmeno un motivo preciso che possa spingerlo ad esserlo, e non fa altro che confondermi.
«Di nuovo? Tu e i tuoi amici non frequentate altri locali, magari un po' più... Seri?»
Lui aggrotta le sopracciglia, e mi rivolge una rapida occhiata prima di tornare a concentrarsi sulla guida.
«Cosa intendi?»
Alzo gli occhi al cielo e incrocio le braccia al petto.
Il locale nel quale sono stata l'ultima volta non mi dava esattamente l'idea di essere un posto serio per gente adulta, e mi sembra strano che lui non riesca ad afferrare il concetto.
«C'erano delle ragazze che ballavano nude sui tavoli. Non dirmi che non c'hai fatto caso?»
Alludo al modo in cui sono sicura che Harry guardi le altre ragazze, e lui sembra accorgersene.
«Oh sì, c'ho fatto caso»
Un sorriso malizioso spunta sulle sue labbra rosse e perfettamente disegnate.
«Questo non mi stupisce»
Alzo le spalle fingendomi disinteressata quando sono la prima a sapere di essere l'esatto contrario, e appoggio la testa contro il finestrino, spostando lo sguardo sul traffico intorno a noi.
Cala il silenzio, e gli unici rumori udibili diventano i chiacchiericci provenienti dalla strada e il motore delle automobili.
Dopo qualche minuto Harry accosta la macchina, ed entrambi usciamo ritrovandoci sul marciapiede, davanti alla famigliare scritta a led ad indicarci di essere arrivati a destinazione.
«Sei bellissima, comunque»
Harry tenta di aiutarmi e mi porge una mano, che io allontano noncurante del suo complimento mentre lo supero, diretta all'entrata principale.
Lo sento ridere dietro di me ma decido di ignorarlo, continuando a guardarmi incontro alla ricerca di qualche volto già visto.
Intravedo in lontananza una testa verde che si differenzia dalla massa, e lo riconosco come lo strano amico di Harry di cui non ricordo il nome.
Indietreggio quando i nostri sguardi si incontrano e lui alza un braccio nella mia direzione intimandomi a raggiungerlo, e la mia schiena sbatte contro qualcosa.
«Non ti mangerà, Bethany»
Sbuffo al commento di Harry e continuo a camminare in direzione del ragazzo seduto ad un tavolo, facendo un respiro profondo.
Non capisco perché abbia così paura, questa volta c'è Harry con me, perfettamente sobrio, e non mi potrà succedere nulla.
Quando li raggiungiamo sento la mano di Harry ancora dietro di me posizionarsi sulla mia vita, quasi con fare protettivo.
I ragazzi si girano verso di noi, e noto qualche viso sconosciuto.
Riconosco Niall, con una birra tra le mani e una ragazza poco vestita seduta sulle sue gambe.
Zayn, che con la solita sigaretta tra le labbra e i molteplici tatuaggi a ricoprirgli le braccia parla allegramente con il ragazzo dai capelli verdi, seduto davanti a lui a darmi le spalle.
E infine una ragazza che ben presto si gira verso di me, sorridendo.
«Bethany!»
Jodie si alza in piedi e mi raggiunge rapidamente prima di abbracciarmi con forza, facendomi barcollare indietro.
«Ragazze..» lo sento sbuffare Harry mentre prende posto vicino a Zayn, che gli porge prontamente una lattina di birra.
«Che ci fai tu qui?» le chiedo, effettivamente sorpresa.
Ma non mi sarei mai aspettata di vederla con questo genere di persone, ma sono ad ogni modo contenta che ci sia lei a farmi compagnia questa sera.
«Zayn è mio fratello, e qualche volta mi capita di uscire con lui e i suoi amici... E tu che mi dici? Sei uno schianto, sicura di non aver sbagliato posto?»
«Harry ha insistito perché uscissi con lui. Mi aspettavo che mi portasse in un posto effettivamente più carino, ma vedrò di accontentarmi»
Alzo le spalle alquanto imbarazzata, e porto lo sguardo oltre la figura di Jodie, incontrando gli occhi indiscreti del ragazzo biondo seduto che mi osserva insistente.
Ho qualcosa in faccia, per caso?
Decido di ignorarlo e riporto la mia attenzione su Jodie, che intanto sorseggia il cocktail che tiene in mano.
«C'è da aspettarselo, vengono qui ogni sera» urla nel tentativo di sovrastare la musica che rimbomba nella sala.
«Quindi presumo che devo iniziare a farmelo piacere, giusto?»
«Esatto»
Sorride facendomi l'occhiolino, prima di prendermi il polso e trascinarmi sui divanetti raggiungendo tutti gli altri, che mi salutano con un rapido cenno della mano per poi ritornare a parlare tra di loro.
Prendo posto tra Jodie e Michael, e cerco di seguire in imbarazzo i discorsi che stanno facendo i ragazzi.
Ancora mi chiedo come possa mai aver accettato di venire qui, dopo la prima presentazione che c'è stata con gli amici di Harry.
Non è il genere di compagnia che vorrei, e mi sento davvero un'intrusa in un ambiente come questo, circondata da persone che sono il mio esatto opposto.
Noto la ragazza dai capelli color platino ancora seduta sulle gambe di Niall sporgersi all'indietro,
facendo scontrare le sue labbra contro quelle del ragazzo sotto di lei in un bacio che presto diventa esageratamente appassionato e spinto.
Lei si gira agilmente dandomi le spalle e ritrovandosi a cavalcioni su di lui, mentre una mano raggiunge il suo sedere.
Un risolino da parte di Jodie mi fa capire che deve aver notato la mia faccia schifata.
«Tranquilla, è tutto normale»
Mi giro verso di lei ancora disgustata, cercando di capire cosa li spinge a fare queste smancerie in pubblico.
«Normale se si parla di Melanie» conclude, facendomi intuire che quindi la ragazza poco vestita e fin troppo appariscente si chiama Melanie.
«Stanno insieme?» chiedo
«Chi, Melanie e Niall? No, non sono tipi da relazione. Si divertono e basta, nulla di serio»
«Oh»
Annuisco cercando di tenere lo sguardo lontano da quei due che continuano a mangiarsi letteralmente la faccia, senza alcuna preoccupazione.
L'unica a farci caso sembro io, perciò immagino che lo facciano spesso e che sia tutto normale, proprio come mi ha appena detto Jodie.
Cerco di provare un minimo a mostrarmi interessata ai loro discorsi riguardanti cose alle quali preferisco non pensare restando in silenzio, ma ammetto che è davvero difficile.
Quando tutto questo finirà ho intenzione di discutere con Harry per fargli capire che non ho più intenzione di uscire con lui in posti squallidi come questo.
Aveva detto che avremmo provato a discutere seriamente di noi e di Lux, ma quando lo abbiamo deciso sapevo bene che avremmo finito con il parlare di ben altro.
Quando sposto lo sguardo su Harry noto la quantità di bicchieri vuoti davanti a lui, poggiati sul tavolino, e mi chiedo se li abbia bevuti davvero tutti lui.
Ridendo e scherzando non mi sono accorta di quanto si stia lasciando andare, forse un po' troppo.
'Non è di certo la prima volta che si ubriaca'
Ricordo ancora le chiare parole di Niall la sera in cui Harry si era ubriacato, e comincio a chiedermi se per lui non sia diventata ormai un'abitudine.
La serata procede proprio come mi aspettavo, parlo solamente con Jodie, che tenta di includermi nella conversazione con gli altri ragazzi, e scambio un paio di parole con Niall, che non smette di squadrarmi, soffermandosi troppo spesso sul mio petto.
Harry mi lancia ogni tanto qualche occhiata senza dire nulla, e comincio a chiedermi se sia arrabbiato con me.
Forse ha semplicemente voglia di parlare con i suoi amici e per questo mi sta ignorando.
Il pensiero mi infastidisce davvero molto, e prima di alterarmi ancora di più decido di alzarmi.
Sotto gli occhi indagatori di Jodie e Harry abbasso impacciata il vestito per potermi coprire sufficientemente e mi immergo nella folla.
Cerco di ricordare dove si trovi il bagno, e una volta scorto in lontananza, mi faccio spazio per poterlo raggiungere.
Prima che me me possa accorgere, una mano mi afferra decisa il polso, facendomi perdere un battito.
Urlo in risposta, spaventata all'idea che possa essere un cinquantenne perverso con losche intenzioni in testa, ma sospiro sollevata quando due mani calde e ruvide si posano sulla mia vita.
La mia schiena sbatte contro il petto di Harry, e la sua voce calda mi soffia sul collo.
«Dove stai andando?»
Decido di non rispondere, ricordando a me stessa che sono arrabbiata per come si sta comportando con me.
«Lasciami, idiota»
Cerco di liberarmi dalla sua presa ferrea, ma Harry non sembra pensarla allo stesso modo, non permettendomi di allontanarmi da lui.
Sento le sue labbra posarsi delicate sul lobo del mio orecchio, prima che i denti escano per morderlo, facendomi sobbalzare.
«Ma che cavolo hai nella testa?»
Gli do uno strattone facendolo indietreggiare, e appena sento le sue mani perdere il contatto con la mia pelle, riprendo a camminare decisa.
Immagino sia ubriaco di nuovo, essendo questa l'unica spiegazione logica per la quale si sta comportando in questo modo.
Odio lui e i suoi continui sbalzi d'umore, con i quali si diverte a confondermi le idee.
In un attimo sbatto contro qualcosa, e quando alzo lo sguardo, noto due occhi incredibilmente verdi osservarmi a pochi centimetri dal mio viso.
«Te» risponde mordendosi un labbro e portando una mano sulla mia guancia.
«Sei di nuovo ubriaco?» chiedo osservandolo per cercare di capire quanto alcol stia circolando nel suo corpo.
«Cosa te lo fa pensare?» mi risponde con un'altra domanda con le sopracciglia aggrottate.
«Sei più fastidioso del solito»
Magari mi sto sbagliando davvero e lui non è ubriaco, ma solo cretino.
Ridacchia contro il mio orecchio e mi stringe più forte a sé togliendomi il respiro.
«E tu sei più difficile del solito» commenta facendomi il verso.
«Cosa vuoi che faccia?»
Alzo gli occhi al cielo quando vedo un sorriso malizioso comparirgli sulle labbra e sbuffo sapendo già a cosa sta pensando in questo momento.
«No» dico cercando di sembrare decisa, sebbene io no lo sia affatto.
«Andiamo Beth, lasciati andare» quasi mi sembra che mi stia supplicando, simile ad un bambino logorroico che non ha ottenuto ciò che voleva.
Percepisco la sua mano, che scivola lenta lungo la mia schiena facendomi rabbrividire.
«Scordatelo»
Porto una mano contro il suo petto per allontanarlo e mi maledico mentalmente nel momento in cui mi accorgo che sto sorridendo.
Harry la prende come una risposta, e prima che possa dirgli altro scompare velocemente in mezzo alle troppe persone che ci circondano impegnate a ballare e a strusciarsi spudoratamente contro sconosciuti.
Ricompare qualche secondo dopo e mi viene incontro, prima di afferrarmi il polso e trascinarmi verso l'uscita.
«Cosa stai facendo!?» urlo, mentre vengo spinta fuori dal locale
ritrovandomi sul marciapiede affollato.
«Ti porto a casa mia» dice sorridendo e cominciando a correre in direzione della macchina senza lasciare la presa su di me.
«Non possiamo lasciare tutti lì e andarcene come se niente fosse!»
Harry non mi risponde, continuando a correre fino a che non raggiungiamo il marciapiede opposto.
Lascio che mi porti dove vuole rinunciando ad avere un dialogo da adulta con lui, e salgo in macchina.
Il viaggio procede velocemente, Harry come al suo solito fa lo stupido, superando chiunque gli si presenti davanti, facendomi lanciare qualche urlo terrorizzato ogni tanto.
Parcheggia poco dopo davanti a casa sua, e tiro un sospiro di sollievo quando mi accorgo di essere perfettamente intera.
Entriamo nel grande palazzo e mentre attendiamo che l'ascensore ci porti al piano giusto, Harry si fionda senza preavviso sulle mie labbra.
Spalanco gli occhi colta alla sprovvista decisa a scrollarmelo di dosso, ma quando sento la sua lingua passare morbida e lenta sul mio labbro inferiore mi lascio andare, facendomi trasportare dai suoi movimenti.
È tutto così sbagliato, continuo a ripetermelo in testa senza ottenere riuscire a respingerlo.
Mi lascio ogni volta prendere dalla foga del momento, e permetto ad Harry di farmi quello che vuole.
Senza che me ne accorga arriviamo ancora avvinghiati l'uno all'altra davanti all'appartamento giusto.
Harry infila le chiavi nella serratura, e senza staccare le labbra dalle mie, allunga un piede spalancando la porta.
E ora?

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