27. Cotton Candy

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Bethany's POV

Il silenzio regna nella vettura, Harry sembra molto concentrato a guidare, e io tengo lo sguardo fisso sulla strada.
Non c'è effettivamente molto da dire, sono felice che Harry mi abbia proposto di uscire insieme a Lux, ma non posso negare di essere comunque arrabbiata per la scenata che ha fatto poco fa. Davvero non capisco come possa comportarsi in un modo tanto infantile e pretendere di avere comunque ragione, senza nemmeno voler ascoltare ciò che ho da dire.
Sono stata stupida ieri sera, questo è il minimo, mi sono lasciata trasportare dall'impulso, e mi sono dimenticata di essere una madre.
Non accadrà mai più, ne sono sicura. È stato solo un momento di passione, e devo cercare di far in modo che questa sia stata la prima e ultima volta.
Appena Harry accosta sul lato della strada, scendo velocemente dall'auto ed entro nell'alto palazzo che si erge davanti a me. Raggiungo l'appartamento di Louis, e nel momento in cui entro, vedo la sua figura corrermi incontro.
Mi afferra violentemente le braccia e il suo viso rosso a pochi centimetri dal mio mi spaventa.
«Io... Mi dispiace, mi sono dim-...»
«Mi dispiace un cazzo! Hai una minima idea di quanto mi sia preoccupato? Ti ho chiamata tutta la notte!»
È davvero furioso, e non posso biasimarlo. Mi sono completamente dimenticata di fargli sapere che non avrei passato la notte a casa, ma in effetti era una cosa che nemmeno io mi sarei aspettata.
«Scusami... Mi dispiace, sono orribile»
Abbasso lo sguardo sul pavimento, e sento da parte di Louis un sospiro.
«Dove sei stata?!»
Non posso dirgli la verità, o almeno non ora che è in queste condizioni. Lo farei arrabbiare ancora di più, e non so se me la sento di raccontargli quello che è successo. Non lo approverebbe mai, e conoscendolo mi farebbe il muso per una buona settimana.
«Sono... Andata a dormire da Jodie. Non si sentiva molto bene e ho pens-...»
«Aspetta, chi è Jodie?»
Dimenticavo che Louis non la conosce. Gliela dovrei presentare, sono molto simili caratterialmente, e scommetto che andrebbero molto d'accordo.
«Oh, lei è un'amica di Harry. Lavorano insieme, l'ho conosciuta qualche giorno fa, ed è davvero simpatica»
Lui annuisce, sembra quasi disinteressato o comunque seccato.
«È successo qualcosa ieri? Qualcosa di così tanto importante da farti dimenticare di me?»
Incrocia le braccia al petto, e vedo il suo sguardo farsi meno duro, facendolo lentamente tornare il vecchio Louis.
«Oh, no. Ero solo molto stanca, e mi sono dimenticata di chiamarti. Mi dispiace, non avrei dovuto prenderla così alla leggera»
Chiude per pochi secondi gli occhi e annuisce, per poi cogliermi alla sprovvista e abbracciarmi, facendo incastrare il suo corpo al mio.
«Non farlo mai più» sussurra, stringendomi ancora più forte.
Annuisco contro il suo petto e lascio che le sue braccia mi cullino.
Sono incredibilmente fortunata ad aver un migliore amico come lui, e so che non potrò mai sdebitarmi per tutto ciò che fa per me.
«Mamma!»
La voce di Lux mi richiama oltre il soggiorno, e la bambina mi si getta tra le braccia, inondandomi del suo entusiasmo.
«Dove sei stata?»
Allunga il collo per potermi osservare mentre la tengo in braccio.
«Sono stata a casa di un'amica. E dimmi, piccola peste, tu ti sei comportata bene con lo zio?»
Annuisce sorridendo, proprio come fa Louis, che ci osserva silenzioso.
«Ti andrebbe di fare una passeggiata con la mamma?» propongo.
Lei apre leggermente la bocca, per poi cominciare a scalciare muovendo i piedi.
La poso giù sul pavimento, e in un attimo scompare oltre il corridoio correndo verso la sua camera.
«Cos'hai intenzione di fare?»-
Louis mi guarda con le braccia incrociate, forse ha intuito che c'è sotto qualcosa, ma finché non mi chiede nient'altro, decido di non dire nulla.
«Solo un giro in città. È da tanto tempo che non ci prendiamo una giornata per stare insieme, e glielo devo»
«Vuoi che venga con voi?»
Scuoto la testa in risposta. Harry non ne sarebbe felice, e per il momento voglio che Louis non sappia nulla di quello che è successo questa notte e quello che sta per succedere.
Se glielo dovessi dire non mi lascerebbe mai portare mia figlia con me.
Non ha ancora perdonato Harry per quello che ci ha fatto, credo che lui pensi che sia una specie di pericolo per Lux. E in fondo ha ragione, potrebbe essere tutto sbagliato, forse non dovrei più nemmeno permettergli di vederla.
Ma questa volta sembra abbia buone intenzioni, forse vuole semplicemente conoscerla, e non me la sento di impedirglielo per il momento.
«Sai, pensavo più a una cosa tra madre e figlia»
Louis sembra rimanerci male per un attimo, pare pensieroso, ma poi annuisce, sorridendo.
Lux compare completamente vestita pronta ad uscire, e una volta raggiuntami, mi afferra la manica della giacca, trascinandomi verso la porta.
«Qualcuno qui sembra impaziente» ride Louis, dandole un affettuoso buffetto sulla guancia.
Le afferro la mano, e insieme usciamo dall'appartamento.
«Allora, ci vediamo questo pomeriggio»
Muovo una mano in direzione di Louis, che appoggiato allo stipite della porta, mi fa un cenno con la mano, per poi fare la linguaccia a Lux, che ride divertita prima di cominciare a trotterellare giù per le scale.
Quando usciamo dal palazzo, Lux cammina davanti a me canticchiando una canzone.
La fermo prima di raggiungere la strada, e mi accovaccio al suo fianco per poterla guardare bene negli occhi.
«Indovina chi ci fa compagnia oggi?»
Sorrido muovendo la testa in direzione della macchina parcheggiata davanti a noi.
La portiera si apre qualche secondo dopo, e sotto lo sguardo attento di Lux, Harry scende dall'auto, sorridendo e agitando un braccio verso di noi.
«Harry!» urla Lux, lasciando la mia mano e correndo da lui.
Una macchina si avvicina, e prima che la piccola possa attraversare la strada, Harry la raggiunge a grande velocità, prendendola in braccio di peso e saltando sul marciapiede.
Tiro un sospiro di sollievo quando vedo l'auto in movimento superare mia figlia, mentre l'uomo alla guida suona ripetutamente il clacson.
«Dio Lux, sei impazzita? Ti ho detto mille volte di controllare la strada prima di attraversare!» dico irrimediabilmente, andandole incontro.
È sempre così distratta e impulsiva, e certe volte mi spaventa davvero tanto.
Se Harry non fosse stato pronto a correrle incontro avrebbe rischiato grosso, e se mai le succedesse qualcosa non potrei perdonarmelo.
La bambina affonda il viso nel petto di Harry, che le passa una mano sulla schiena mentre l'altra la tiene salda da sotto il sedere.
«Mi hai sentita? Non puoi metterti a correre in questo modo ogni volta!»
Cerco di richiamare la sua attenzione, afferrandole un lembo della giacca, ma Harry mi ferma.
«Calmati, Bethany, sta bene»
«Non hai visto come ha attraversato? Si sarebbe potuta fare male!» alzo la voce, indicando con furia la strada a lato.
«Sì, ma non è successo. Sono sicuro che non accadrà più, non è vero Lux?»
Harry muove leggermente la spalla scuotendo Lux ancora avvinghiata al suo petto. La piccola annuisce senza guardarmi, conoscendola non mi parlerà per una buona ora, odia sentire la gente urlare.
Raggiungo in silenzio l'auto prendendo posto davanti, seguita da Harry, che sistema poi la bambina nei sedili posteriori.
Lascio andare la testa contro lo schienale morbido nel momento in cui Harry parte immettendosi nella strada principale, e rilascio un sospiro.
«Dove andiamo?» chiedo, osservando la città attraverso il finestrino.
«È una sorpresa» dice, guardando di sottecchi Lux dallo specchietto posto sul cruscotto.
«Devo preoccuparmi?» rido, cominciando a sentire il battito tornare lentamente regolare.
«Andiamo Beth, ci divertiremo» sbuffa, con lo sguardo fisso davanti a sé.
«Se lo dici tu» alzo le spalle, mentre accendo la radio.
Nessuno dice nient'altro, Lux intona qualche canzone durante il viaggio, mentre Harry tiene lo sguardo fisso sulla strada, senza nemmeno rivolgermi uno sguardo.
Forse è arrabbiato, o forse è semplicemente concentrato, ma i suoi continui cambi di umore mi confondono, lasciandomi sempre perplessa e in qualche modo stordita.
Questa mattina mi ha fatta davvero innervosire, e non riesco a capire come faccia a negare il fatto che quello che è successo sia stato solo un errore.
Ma dovrei aspettarmelo, ho davanti sempre la stessa persona, imperturbabile, decisa, egoista, e soprattutto lunatica.
E questo mi porta ad essere confusa, non riuscendo a capire se sia arrabbiato o più semplicemente, intento a guidare.
Quando la macchina si ferma in un parcheggio pubblico, esco dalla vettura seguita da Harry, che solleva di peso Lux dal sedile per poi posarla delicatamente sul cemento del marciapiede.
Cerco di guardarmi intorno, alzo la testa con una mano a coprirmi gli occhi dai raggi solari incredibilmente forti, e tutto ciò che vedo sono palazzi esageratamente alti che non riesco a riconoscere.
Nonostante sia qui ormai da una settimana, non riesco ancora ad ambientarmi in questa città troppo grande e affollata per me.
Deve essere una zona in cui non sono mai stata, è l'unica spiegazione.
«Dove ci vuoi portare?» chiedo impaziente e abbastanza nervosa mentre seguo Harry, che attraversa la strada con la mano salda a quella di Lux.
«Dovresti prendere esempio da tua figlia, perché non chiudi la bocca anche tu e ti fidi semplicemente di me?»
Mi fermo immediatamente, puntando i piedi sul cemento, con la bocca semi aperta.
Non avrei mai pensato che avrebbe avuto il coraggio di parlarmi così anche davanti a Lux. Sono ormai abituata ai suoi modi spesso sgarbati, ma questo davvero non me lo aspettavo, e mi ha colta completamente alla sprovvista.
Harry non sembra accorgersene, e continua a camminare, dandomi le spalle.
Scuoto la testa, riprendendomi, e aumento il passo fino a raggiungerli.
Lux segue Harry senza nemmeno guardarmi, e non posso negare di essere gelosa.
Non si è mai fidata così tanto di persone quasi estranee, odia perdermi di vista anche solo per un attimo, ma nonostante questo, sembra essersi dimenticata della mia presenza.
Osserva Harry dal basso cercando di stare al suo passo, inciampando qualche volta nei suoi stessi piedi.
Ogni tanto Harry si ferma per aiutarla, e poi, imperterrito, continua a camminare, senza girarsi neanche una volta verso di me, che li osservo da dietro.
Svoltiamo l'angolo facendoci strada tra un gruppo di ragazzini, e quando alzo gli occhi, noto un'enorme ruota panoramica in lontananza, oltre un paio di grattacieli.
Capisco immediatamente le sue intenzioni, a differenza di Lux, che a causa della sua piccola statura, non riesce a vedere cosa la aspetta.
Appena imbocchiamo una via, ci si presenta davanti un enorme cancello.
Oltre ad esso, fiumi di bambini corrono in ogni direzione, con in mano zucchero filato o altri dolciumi, e una decina di giostre e bancarelle affollate prendono posto più avanti.
Lux sembra sbigottita in un primo momento, dopodiché comincia a saltellare sul posto, facendomi ridere.
«Un Luna Park!» urla, agitando le esili braccia e afferrando tra le mani il tessuto nero dei jeans di Harry, che si china per prenderla in braccio.
«Mamma, è un Luna Park» urla ancora verso di me, con un dito puntato verso l'entrata.
«Sei contenta?» le chiede Harry, con il viso a poca distanza dal suo, mentre mi avvicino lentamente.
«Sì» squittisce la bambina, circondandogli il collo con le braccia.
Osservo da dietro come il suo piccolo nasino affonda nella spalla di Harry e i suoi occhi si chiudono.
Dovrei evitare che succedesse tutto questo, dovrei cercare di tenerli separati, ma so bene anche io che hanno entrambi bisogno dell'altro.
«Allora, che ne dici di andare subito a provare qualcosa?» le chiede Harry sorridendo.
«Tu vieni con me?» domanda speranzosa, osservandolo.
«Certo che vengo con te» ride, posando le mani sotto le ascelle della bambina e riportandola a terra.
Lux comincia a correre, scomparendo in poco tempo dal mio campo visivo oltre la folla di persone in fila per una giostra.
«Lux, rallenta!» urlo già nel panico, mentre mi metto sulle punte per cercare di scovarla.
«Andiamo Bethany, lascia che si diverta»
Con le mani nelle tasche dei pantaloni, Harry si avvicina lentamente a me.
«Ha cinque anni, non può andarsene in giro da sola in un posto così affollato»
Lascio perdere Harry e passo oltre il cancello.
Mi guardo intorno alla ricerca di Lux, ma ora come ora, tutte le bambine assomigliano a lei in mezzo a così tanta gente.
Quando mi giro verso una piccola giostra a forma di bruco posta alla mia destra, scorgo una testa bionda fare la fila per un posto.
Tiro un sospiro di sollievo, e in pochi secondi la raggiungo.
È incredibile il modo in cui si stia buttando, anche solo per fare tutto questo da sola, senza aspettare me.
Non l'ha mai fatto, e non riesco a capire se sia una cosa di cui dovrei essere fiera o preoccupata.
«Vuoi fare questo?» la raggiungo da dietro, pizzicandole un fianco e facendola ridacchiare.
«Sì, mi piacciono i bruchi» dice annuendo.
Harry compare dietro di noi, e si posiziona dietro Lux, mettendo entrambe le mani sulle sue spalle.
La piccola solleva la testa, e sorride all'alta figura del ragazzo dietro di lei.
«Sei sicura di volerlo fare?» le chiede, alzando le sopracciglia.
«Hai paura?» dice seria Lux, osservandolo.
«Mh, solo un pochino» risponde Harry alzando le spalle, e fingendosi disinteressato.
So che non è realmente spaventato, nessuno oltre ad una bambina lo sarebbe, ma mi fa sorridere il fatto che stia fingendo di esserlo solo per Lux.
«Sei un fifone!» urla la bambina, mentre io pago i loro due biglietti una volta giunto il nostro turno.
«Guarda che questo va veloce!» ribatte Harry, facendola ridere ancora più forte.
Una voce metallica proveniente dal megafono appeso alla cassa li interrompe, invitando tutti i bambini e gli accompagnatori a prendere posto.
«Andiamo!» urla Lux afferrando decisa la mano di Harry e trascinandolo verso il bruco meccanico, seguita da altri genitori con i loro figli.
Prendono posto sul primo vagoncino, in capo agli altri.
Lux sembra divertirsi un mondo, gli occhi le luccicano mentre Harry la sistema bene sul piccolo sedile, assicurandosi che tutto vada bene.
Rimango in piedi vicina a loro, e li osservo quasi incantata.
«Penso che dobbiate prendere quel peluche lì in alto» dico rivolta a loro mentre indico quello che sembrerebbe un orsacchiotto appeso ad un filo.
«Ma sono troppo piccola» si lamenta la piccola Lux, stropicciandosi gli occhi.
«Ci sono qui io, che sono alto e forte» dice Harry, per poi farmi un rapido e quasi impercettibile occhiolino.
Osservo per un attimo Harry, e una familiare sensazione si fa spazio nel mio stomaco.
Vederlo così, seduto su una giostra per bambini, con le gambe lunghe strette nel sedile troppo piccolo per lui, che discute con mia figlia riguardo a un modo per riuscire a prendere quel peluche, mi fa sentire in qualche modo felice, e forse completa.
Siamo noi. Io, lui e nostra figlia, sembra andare tutto per il meglio, chiunque ci veda potrebbe pensare che siamo una qualunque famiglia felice.
Ma noi sappiamo che non è così, sappiamo bene che siamo tutto, fuorché una famiglia.
Il bruco si muove leggermente facendo tremare i passeggeri, per poi cominciare ad avanzare sulle piccole rotaie, mentre Lux urla eccitata.
Faccio qualche passo indietro, e mentre Lux si sporge in avanti già pronta a partire, Harry mi sorride, agitando una mano.
Sorrido di rimando scuotendo la testa, e li osservo prendere velocità.
Per tutto il tragitto Lux ride, sollevando di tanto in tanto le braccia per cercare di prendere l'oggetto appeso sopra la sua testa.
Harry rimane rilassato con un braccio a circondarle il piccolo corpo ogni volta che lei tenta di alzarsi.
So che lo fa per preoccupazione, lo capisco dal modo in cui le sue mani rimangono sospese in aria a pochi centimetri dai fianchi di Lux, pronte a salvarla in qualsiasi momento.
Sarebbe stato un padre perfetto, se solo si fosse lasciato l'opportunità di provarci.
L'uomo alla cassa parla nuovamente al microfono, ricordando che manca un solo minuto alla fine della corsa e che solo chi riuscirà ad afferrare il peluche, se lo potrà portare a casa come premio.
Tutti i bambini tentano di saltare per afferrarlo, mentre Harry porta entrambe le mani sui fianchi di Lux per poi sollevarla sopra di sé, sospendendola completamente nel vuoto sopra la sua testa.
Trattengo il respiro, già pronta al peggio.
Ciò che mi aspettavo non succede, anzi, Lux alza le esili braccia e con la mano afferra decisa il peluche, per poi spingerlo verso di sé staccandolo dalla catenella.
Harry la rimette subito giù al suo posto, mentre Lux tiene tra le braccia il piccolo premio, ridendo.
«Mamma, l'ho preso!» urla verso di me, agitandolo in aria con il sorriso più sincero sulle labbra.
«Sei stata bravissima!» le urlo di rimando, battendole le mani.
Poco dopo il bruco si ferma, ed entrambi scendono per poi raggiungermi.
«È mio mamma, l'ho vinto! È mio, ora!»
«Si tesoro, è tuo»
Mi chino verso di lei, lasciandole un bacio sui capelli, mentre lei mi circonda le gambe.
«Posso fare un altro giro?» chiede immediatamente, sporgendo in avanti il labbro inferiore.
«Dai Lux, vuoi vincere tutti i peluche? Pensa anche agli altri bambini» le dice ridacchiando Harry, facendola arrossire dolcemente.
«Non ne prenderò altri, promesso» dice lei solenne, disegnandosi con le dita una croce immaginaria sul petto, all'altezza del cuore, facendo ridere Harry, che le porge una mano con delle monete.
«Te la senti di andare da sola?»
La bimba osserva la sua mano, e mentre vado a sedermi su una panchina più lontana annuisce, guardando prima me e poi Harry, per poi correre verso la cassa.
Poco dopo Harry mi raggiunge, prendendo posto al mio fianco senza dire nulla.
«L'hai cresciuta davvero bene»
Non rispondo, non sapendo cosa dire e non avendo voglia nemmeno di pensarci.
Mi limito a portarmi le gambe al petto, poggiando il mento sopra le mie ginocchia, con lo sguardo vigile ancora fisso su Lux.
«Che c'é?» chiede, spazientito.
Mi sorprende come non lo capisca, come non si renda conto di essere davvero intrattabile.
Non mi dimenticherò facilmente dell'atteggiamento che ha assunto questa mattina nei miei confronti, ha davvero esagerato.
«Davvero me lo stai chiedendo?»
"Non capisco adesso quale sia il problema»
Sospiro, cercando di trovare le parole adatte per farglielo capire una buona volta, e chiudo gli occhi, troppo stanca.
«Non puoi pensare di venire a letto con me quando ti pare, e poi tentare di avvicinarti a Lux trattandola in questo modo»
Mi sporgo in avanti e osservo le persone che ci circondano, assicurandomi di non aver appena condiviso la mia vita incasinata con estranei nei dintorni.
«Sai bene che questa notte hai agito di tua spontanea volontà, per cui adesso non cercare di farmi passare per lo stupratore della situazione»
«Tutti facciamo degli errori, smettila di fare la vittima. È successo ormai, e non posso cambiare nulla, ma sappi solo che se potessi, lo farei volentieri»
Forse sto esagerando, forse sono stata fin troppo diretta, ma sono quasi sicura che, calcolando le intenzioni di Harry, le mie parole non stanno avendo un minimo effetto su di lui.
«Quindi è questo? Stai cercando di dirmi che mi hai scopato solo per soddisfare una tua voglia, e basta?»
Arrossisco violentemente, preoccupata che qualcuno possa averlo sentito.
È difficile riuscire a mantenere il controllo su me stessa, quando la voglia di tirargli uno schiaffo c'è, ed è tanta.
Considera quindi tutto quello che è successo solo una semplice 'scopata', ma certo, non avrei dovuto aspettarmi il contrario.
Per quanto continuerò a sforzarmi di spiegargli le mie ragioni, lui non capirà mai, incapace di ascoltare davvero cosa ho da dire.
«Sai una cosa? Dimentica quello che è successo tra noi. Stai semplicemente lontano da Lux, lei non deve essere coinvolta nei nostri stupidi problemi»
Ho perso ormai ogni speranza di discutere civilmente con lui, e sento la rabbia ancora più forte pulsarmi contro la pelle quando lo vedo ridere.
«Io penso che tu sia solo spaventata dall'idea che lei possa affezionarsi a me, mandando a puttane tutta la merda che tiri fuori ogni volta riguardo al fatto che dovrei starle lontano»
Incrocio le braccia al petto, raddrizzandomi, e più volte apro la bocca per dire qualcosa, ma subito dopo la richiudo, completamente spiazzata da quello che ha appena detto.
«Adesso si tratta di una specie di competizione? Il tuo obiettivo è giocare con i sentimenti di una povera bambina solo per tentare di allontanarla da me?»
«Non capisci proprio un cazzo» sbotta, sbattendo violentemente una mano contro il ferro duro della panchina verniciata sulla quale siamo seduti.
«Non mi conosci affatto, se davvero pensi che possa usare Lux in questo modo» continua, portando gli occhi su di me, mentre rimango distaccata con lo sguardo in direzione di Lux.
«Sai, inizio davvero a credere di non conoscerti più ormai» sospiro affranta, portandomi le mani sul viso.
Harry non aggiunge più nulla, avendo forse esaurito le scuse di riserva, e comincia a frugare con poca cura nelle tasche dei suoi pantaloni, per poi estrarre due piccoli oggetti.
«Non hai ancora smesso?» gli chiedo, mentre si accende la sigaretta che tiene ben incastrata tra le labbra.
Aveva iniziato a fumare già prima della nostra relazione, spesso diceva di poter smettere quando voleva, promettendomi che avrebbe messo fine a questo vizio molto presto.
«No, e se hai intenzione di rompermi i coglioni anche su questo risparmiatelo, la mia vita è una merda e i miei polmoni sono l'ultimo dei problemi»
Per quanto sappia che Harry è sempre stata una persona molto tragica e a volte esagerata, mi fa stare male sentirlo parlare così.
«Che stai dicendo?»
Fa un altro tiro, e dopo aver rilasciato il fumo dalle labbra a piccoli sbuffi, sospira.
«Lascia perdere, non avrei nemmeno dovuto dirtelo»
Chiude con poca cura il discorso senza nemmeno guardarmi, e capisco che non è il momento di forzarlo a raccontarmi della sua vita.
Rimaniamo in silenzio per minuti che sembrano un'eternità, con le urla dei bambini in sottofondo a rendere tutto più malinconico.
«Buttala» gli dico ad un tratto riferendomi alla sigaretta, appena vedo Lux correre nella nostra direzione.
Lo sento sbuffare facendo quello che gli ho detto, mentre Lux mi raggiunge a gran velocità.
«Allora, ti sei divertita?» le chiedo sollevandola da terra e accogliendola tra le mie braccia.
«L'ho fatto da sola, come una grande!» ride, indicandomi con l'indice la pista lontana.
«Sei proprio una grande» rido contro la sua guancia fredda e rossa, prima di darle un leggero bacio.
«E ora cosa facciamo?» chiede rivolta sia a me che ad Harry.
Non ci parliamo, lui sembra deconcentrato o comunque poco interessato, mentre io sto facendo tutto il possibile per evitare di guardarlo.
Ovviamente la voglia di passare la giornata con lui è diminuita drasticamente. Vorrei non avergli detto di sì ed essere rimasta a casa con Louis, l'unica vera persona che riesce a farmi stare davvero bene.
Quando ripenso a lui, un immediato senso di colpa si fa spazio dentro di me.
Avrei dovuto dirgli che volevo uscire con Harry, probabilmente avrebbe insistito perché declinassi l'invito, e sarebbe stato molto meglio.
Tutto questo non sarebbe successo, e a quest'ora mi sarei ritrovata sul divano con lui e mia figlia a ridere e scherzare.
Guardo in lontananza, e quando vedo una piccola bancarella di zucchero filato mi alzo sulle punte, indicandola.
«Lì vendono le nuvole di zucchero» dico, sapendo che Lux le chiama ogni volta così.
Lei annuisce, e non appena la riposo per terra, ricomincia come prima a correre, scomparendo di nuovo tra la moltitudine di gente.
«Posso capire che tu non abbia voglia di parlarmi, ma sforzati di essere gentile almeno con lei» dico appena ci incamminiamo per raggiungere Lux.
Non voglio che i nostri problemi e le nostre incomprensioni si riversino su di lei, è solo una bambina e non potrebbe capire.
«Non vorrei mai ferire i suoi sentimenti» dice sarcasticamente alzando le braccia.
No, ha davvero superato ogni limite. Può dirmi tutto quello che vuole, può trattarmi nei peggiori dei modi, ma non gli permetto di parlare così di Lux.
Mi fermo velocemente, afferrandogli con forza il tessuto della felpa che indossa, e spingendolo indietro.
«Perché non te ne vai? Se davvero è così difficile stare con noi, perché non te ne torni alla tua misera vita e ci lasci in pace?»
Alza le spalle, rimanendo impassibile e facendomi innervosire ancora di più.
«Sono stato io a portarla qui, non me ne vado da nessuna parte»
«Allora smettila di fare lo stronzo»
Gli punto un dito contro il petto, ma lui si sposta subito sfuggendomi, e mi supera senza rispondere.
«Harry! Mi hai sentita?» urlo nella sua direzione, ricevendo una semplice alzata di pollice disinteressata da parte sua.
Quando li raggiungo, vedo che Lux tiene già tra le mani il piccolo stecco di legno, mentre divora letteralmente lo strato di zucchero morbido che lo riveste.
Riprendiamo a camminare facendoci largo nel traffico, e con la mano stretta in quella ancora libera di Lux, raggiungiamo una piccola zona verde all'interno del parco.
Senza dire niente ci sediamo sull'erba, Lux a dividere me ed Harry, con lo sguardo rivolto verso la folla che ci sta davanti.
L'aria si è fatta davvero pesante, e inizio a pensare di prendere mia figlia e tornare a casa senza dire nulla.
Non voglio che lei si accorga della tensione che si è ormai creata, potrebbe sentirsi in imbarazzo o spaesata.
«Ne vuoi un po'?» mi chiede la piccola, allungando il braccio verso di me.
Scuoto la testa mostrandole un sorriso di ringraziamento, e lei subito ricambia, alzando le esili spalle.
La osservo staccare con le mani un piccolo pezzo di zucchero e poi allungarlo verso il viso di Harry, risvegliandolo dai suoi pensieri.
Lui scuote la testa, trattenendo una risata, ma la piccola insiste, agitando la mano.
«Non ne voglio, grazie» dice, allontanandola dolcemente.
«Sì che lo vuoi» ride lei, alzandosi in piedi e parandosi davanti al corpo seduto di Harry, per poi allungare entrambe le braccia portando le mani sul suo viso.
Lui indietreggia, portando la schiena contro l'erba e sdraiandosi completamente, mentre Lux gli sale impacciata sul petto, con le gambe ai lati del suo torace.
Osservo il modo in cui Harry scoppia in una fragorosa e liberatoria risata, facendo scomparire l'espressione dura che gli si era creata sul viso.
Sorrido nel vedere Lux che sfrega ripetutamente lo zucchero filato contro la sua faccia, cercando di infilargliene qualche pezzo anche in bocca, soffocando le sue risate.
«Lux, così lo soffochi!» rido avvicinandomi a lei e cercando di allontanarla.
Harry continua a ridere di gusto, con la testa inchiodata all'erba.
Ne approfitto per osservarlo, ora che lui non può vedermi, e quasi come se fosse un riflesso, rido anche io.
Lux non mi dà retta, e continua a torturare la povera faccia di Harry, che senza preavviso porta le mani sotto le ascelle della bambina e la solleva in aria facendola ridacchiare.
«Sei tutto sporco!» ride Lux, sedendosi a fianco a lui, ancora steso per terra, e portando le mani sul suo viso, a togliergli i residui di zucchero.
La sento urlare divertita non appena Harry tenta di morderle le mani, bloccandole le dita tra i denti.
La piccola ride, cercando di divincolarsi, e solo quando infila un dito nella narice di Harry, lui allenta la presa sulla sua mano, lasciandola libera.
«Smettetela voi due» sussurro, facendo segno a Lux di venire verso di me.
«Ma ha incominciato lui!» mi dice indicando Harry ancora sdraiato al mio fianco, che apre la bocca stupito.
«Sei stata tu ad assalirmi!» si difende, tirando leggermente la parte inferiore del vestito che indossa Lux, facendola barcollare.
«Non è vero, mamma?» aggiunge rivolgendosi a me, con un sorriso divertito sulle labbra.
Lo osservo per qualche secondo cercando di decifrare la sua espressione, senza capire a cosa è dovuto questo cambio di umore nei miei confronti, e alzo gli occhi al cielo, consapevole di aver a che fare con due bambini.
Lux si siede di nuovo sul terreno, posizionandosi tra le mie gambe, mentre Harry si mette più comodo, portandosi le mani sotto la nuca.
«Cosa hai intenzione di fare con questo ora?» chiedo a Lux, indicando lo zucchero filato ormai rovinato e pieno di terra.
«Lo faccio mangiare a lui» alza le spalle, dando un piccolo schiaffo alla pancia di Harry, per richiamare la sua attenzione.
«Non ci provare, piccola pulce» la mette in guardia facendola ridere.
Lux ricomincia a battere la mano contro la pancia di Harry, che trattenendo qualche risata finge di ignorarla, fino a che la piccola mano della bambina non cade pesante sul cavallo dei suoi pantaloni.
«Lux!» la riprendo allontanandola da lui non appena vedo Harry fare una smorfia.
«Sto bene» dice in un sussurro poco convincente, alzando le braccia con gli occhi chiusi.
«Scusa» dice Lux mortificata, stropicciandosi gli occhi.
Harry sembra riprendersi, e si alza in piedi, scompigliandole con una mano i capelli biondi.
«Sto bene, sono di marmo» dice mostrandole fiero gli avambracci.
Ignoro la sua solita sfacciataggine e mi alzo in piedi insieme a Lux.
Ormai sarà ora di pranzo, e mi stupisce che non si sia ancora lamentata. È sempre stata una bambina abbastanza difficile quando di tratta di cibo, ma sembra essersi dimenticata praticamente tutto ciò che non abbia a che fare con questo parco e Harry.
«Dove andiamo?» mi chiede, non appena vede che le prendo la mano e comincio a camminare, seguita da Harry.
«È ora di pranzo, devi mangiare»
«Conosco un locale carino poco distante da qui, possiamo raggiungerlo a piedi» dice Harry alzando le spalle, e scrollandosi di dosso gli ultimi residui di terra attaccati alla sua felpa.
«Ti va?» mi rivolgo a Lux, che mi annuisce in conferma.
Prendiamo a camminare insieme, raggiungiamo rapidamente l'uscita del parco e ci ritroviamo sulla strada.
«Tienimi la mano» dico alla bambina quando raggiungiamo il marciapiede affollato.
È piccola e la possibilità che si perda tra tutta questa gente è alta, e io non voglio correre il rischio di perderla di vista anche solo per un secondo.
«Ma che diavolo hanno da spingere?» mi lamento seguendo Harry che ci fa strada.
«È una zona industriale di New York, qui vanno tutti di fretta»
«Mamma»
Sento Lux piagnucolare dietro di me, con la presa ancora salda alla mia mano. C'è davvero troppa gente, non sono abituata a tutto questo. Certo, Londra è a modo suo affollata, ma non è nulla in confronto alla moltitudine di persone che continuano ad urtarci, correndo nella direzione opposta alla nostra.
Harry si ferma in mezzo al marciapiede, e sospirando si china verso Lux, per poi sollevarla e portarsela al petto.
«Andiamo» dice, riprendendo a camminare davanti a me.

Again? || H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora