Mi alzo velocemente sentendo il vento infrangersi sul mio viso e spettinarmi i capelli sciolti. Mi guardo intorno per capire da dove possa provenire il pianto, ma il parco è gremito di gente e non riesco a riconoscere i boccoli biondi di Lux. Corro velocemente verso la zona dei bambini, e cerco ovunque una traccia della bambina.
"Dove sono i tuoi genitori?"
Quando passo oltre alle altalene, mi raggiunge una voce rauca, che potrei non riconoscere.
Faccio il giro di uno scivolo e vedo Lux in piedi a stropicciarsi gli occhi colmi di lacrime, con il vestitino bianco sporco di terra e il ginocchio insanguinato. Davanti a lei, accovacciata, vedo l'imponente figura di Harry cercare di rassicurarla.
"Mamma!" Lux urla e lascia Harry solo per terra mentre mi corre incontro e circonda la mia gamba con le sue braccia. La prendo in braccio e me la porto al petto.
"Beth?" La voce confusa di Harry mi fa tornare in mente la mattinata alla Stratton Oakmont quando ci siamo rivisti. Dopo un attimo di incertezza, i suoi occhi si fanno più scuri e Harry ricollega tutto, arrivando alla conclusione che la bambina che ha appena aiutato, è sua figlia. I suoi occhi si spostano velocemente da me a Lux, frenetici, come se cercasse di collegare tutti i fili. Si alza in piedi velocemente e traballa, prima di riacquistare l'equilibrio e venire verso di me, che mi giro velocemente e con la bambina ancora in braccio mi allontano.
"Bethany!" Urla ma io non lo ascolto, aumentando il passo fino a che non inizio a correre.
"Mamma?" Lux mi porta le mani al petto per allontanarsi e guardarmi, ha lo sguardo assonnato e sembra spaesata, proprio quanto suo padre
"Adesso torniamo a casa tesoro, okay?"
Il mio tono di voce è alto e stridulo, mentre cerco disperatamente di tenere la situazione sotto controllo e agganciarmi ad una qualsiasi via d'uscita
"Ma io non voglio andare a casa"
Nella sua vocina riesco a sentire un misto tra rimprovero, preoccupazione e tristezza. Continuo a guardare davanti a me mentre mi faccio spazio tra tutta la gente che mi blocca il passaggio. I richiami di Harry mi seguono, ma la sua voce sembra lontana.
"Mamma, perché corri?" La voce di Lux si incrina e una lacrima le scivola sul viso prima di cadermi sulla clavicola scoperta. Non le rispondo, troppo presa a guardarmi intorno e a vedere se Harry è ancora dietro di me, e quando non lo vedo più, mi tranquillizzo e il
mio passo diventa più lento.
"Adesso ti riporto a casa" ripeto accarezzandole una guancia e sentendo il mio cuore sgretolarsi. Mi sento una stupida. Porto tanto rancore e rabbia verso la fuga improvvisa di Harry, e ora che lui vuole chiarire io mi sto comportando allo stesso modo in cui si è comportato lui quattro anni fa. Sto scappando. Ma gli ho già dato una possibilità di spiegare, e quelle che ho sentito sono state solo stupide scuse. Sono stufa di capire, ascoltare, credere, devo proteggere mia figlia da suo padre e lo farò.
Supero un'aiuola e finalmente esco dal parco, ritrovandomi sulla strada principale. Raggiungo il marciapiede opposto e cammino fino a che non vedo il cancello del condominio sulla mia destra.
Tiro fuori la chiave e con le mani infreddolite tento di infilarla nella serratura.
"Bethany..." Una voce rimproverante mi richiama alle spalle, e le chiavi mi scivolano dalle mani e mi cadono sul marciapiede. Senza mai lasciare Lux mi accovaccio e le riprendo. Provo ad entrare ma vedo il braccio di Harry comparire alle mie spalle e chiudere il cancello con un rumore assordante. Stringo Lux contro il mio petto e questa volta decido di citofonare, sperando solo che Louis sia rimasto a casa.
"Bethany ti prego, comportati da adulta"
Harry si sposta mettendosi davanti a me e poggiando la schiena contro il cancelletto bianco. Il viso di Lux affonda nell'incavo del mio collo e scorgo Harry cercarlo con lo sguardo, cercando disperatamente un contatto.
"No"
Protesto, spingendolo via quando il cancello viene aperto automaticamente da Louis ed entro nel salone principale del condominio.
Una mano mi afferra il braccio e mi ferma bruscamente, e un lamento esce dalla bocca di Lux che sembra non aver intenzione di alzare la testa dal mio petto.
"Non puoi continuare a scappare"
Harry mi gira verso di lui e mi afferra entrambe le braccia con le mani, scuotendomi leggermente. Tengo lo sguardo basso, ho paura di guardarlo di nuovo, perché lo conosco, e so già come potrebbero essere i suoi occhi ora. Scuri, lucidi e quasi vuoti. Arrabbiati e delusi, come lo diventavano ogni volta che litigavamo.
"Ti prego Harry, non ora"
La mia voce esce quasi inudibile, e cerco di trattenere un singhiozzo che minaccia di uscirmi dalle labbra. Guardo le mie scarpe in attesa di una sua risposta, e con la coda dell'occhio lo vedo portarsi una mano nella tasca della giacca di jeans e l'altra tra i capelli mentre sbuffa.
"E quando allora? Sto cercando di parlarti, ma tu continui a scappare. Non faccio più lo stesso errore, non ti lascio andare un'altra volta senza averti spiegato le mie ragioni"
Mi mordo un labbro, so che ha ragione, lo so perfettamente, perchè nonostante tutte le stronzate che ha fatto, ha il diritto di conoscere Lux ora che ce l'ha davanti agli occhi come ha il diritto di spiegarmi, se davvero c'è qualcosa che potrebbe spiegare ciò che ha fatto. Ma ho sofferto troppo, e non voglio che succeda di nuovo, specialmente ora che non siamo soli.
"Non adesso che c'è Lux..." Lo supplico alzando la testa e implorandolo con lo sguardo.
"Lux?" Il suo labbro trema, e la bambina si gira verso di lui senza spostare le braccia, aggrappate al mio collo.
Lei lo guarda, senza dire nulla, quasi come se sapesse tutto. In un attimo ho il dubbio che non sia già a conoscenza di tutta la verità, ma mi accorgo subito che è un pensiero stupido. Ha solo quattro anni, non può aver capito. Deve essere solo spaventata, ma ancora all'oscuro di tutto, così come deve essere.
Dei passi provenienti dalle scale si fanno sempre più forti fino a che non compare Louis a pochi metri da noi, con addosso dei pantaloni della tuta e una felpa.
"Louis?" Lo sguardo perso di Harry si muove freneticamente da me a Louis e di nuovo non riesce a capire.
"Harry"
Louis sputa il suo nome quasi come se fosse veleno.
"Stai bene?" Mi chiede. Annuisco, sebbene non sia la verità. Anche se sono sicura che in questo momento si possa leggermi in faccia che non sto bene.
"Cosa ci fai qui?" La voce di Harry, ancora al mio fianco, suona preoccupata, a differenza di quella di Louis, piena di rabbia.
"Ci vivo" risponde retorico Louis alzando le spalle. Riesco a riconoscere una punta di sfida nel modo in cui guarda Harry e gli risponde.
Harry e Lou erano amici ai tempi del liceo. Spesso uscivamo tutti e tre insieme. Mi sentivo felice, erano i miei due migliori amici, le uniche due persone che avrei voluto avere sempre al mio fianco, per tutta la vita. Il loro rapporto peggiorò quando io rimasi incinta, Louis scaricò tutta la colpa su Harry, anche se tutti sapevamo che fosse anche mia. Quando poi Harry era scomparso dalla circolazione, Louis andò su tutte le furie. Poche persone sapevano dove fosse, alcuni dicevano si fosse trasferito in America per andare al college, altro dicevano fosse semplicemente partito per una vacanza, mentre altri ancora semplicemente non se lo chiedevano. Appena avevo riacquistato le forze ero andata a bussare alla porta dei genitori di Harry insieme a Louis, ma loro non mi dissero nulla. Avevano gli occhi stanchi, di chi è stanco di lottare, di chi ormai ha perso le speranze. Dicevano fosse partito per chiarirsi le idee e mi chiesi come avevano potuto lasciarlo andare, sapendo che avevo appena partorito un figlio suo. Louis aveva provato a chiamarlo, a contattarlo in tutti i modi. Eravamo entrambi distrutti, e l'unica cosa che volevamo era ritrovarlo, ma nessuno sembrava in grado di aiutarci. Dopo un paio di settimane ci arrendemmo all'idea che fosse davvero scappato, dimenticandosi della sua vita e dei suoi vecchi amici. E mentre io passavo le mie giornate ferma a guardare il soffitto, Louis passava le sue a torturarsi. Era furioso con il suo amico e non riusciva a darsi pace. Io ero diventata simile ad un'ameba, non facevo più nulla, non uscivo di casa, e continuavo a chiedermi cosa mai avevo potuto sbagliare. Iniziai a trascurare Lux, che avendo solo pochi giorni aveva bisogno di cure che io non potevo darle, troppo impegnata a lasciarmi morire lentamente. Quando un giorno Lux iniziò a piangere nel bel mezzo della notte cambiò tutto. La tenevo in una piccola culla nella mia stanza, a fianco al mio letto, per essere pronta ad aiutarla in qualsiasi occasione. Mi svegliò il suo pianto disperato, aveva fame, il giorno prima non l'avevo allattata. Provai ad alzarmi dal letto, ma sentivo le ossa deboli. Rinunciai all'idea e mi lasciai andare sul letto, lasciando la bambina piangere al mio fianco. Mio padre e mia madre corsero in camera mia, e quando accesero la luce vedendomi immobile sul letto non preoccuparmi di mia figlia, si arrabbiarono come non avevano mai fatto. Mentre mio padre portava giù la piccola per darle del latte, mia madre mi urlò contro. Mi urlò la verità, senza giri di parole. Mi disse che non potevo continuare in quel modo, che la mia vita doveva andare avanti, con o senza Harry. Parlammo per tutta la notte, piangemmo entrambe e mi sfogai, e capii. Capii che dovevo smetterla di trascurare Lux solo per nascondere i ricordi che avevo del ragazzo dagli occhi verdi che mi aveva fatta innamorare per poi lasciarmi da sola. La trascuravo perchè vedere i suoi occhi mi ricordava quelli di Harry, mi ricordavano il riflesso del mio viso felice, con le guance arrossate per una notte d'amore, che vedevo attraverso i suoi occhi la mattina quando stavamo abbracciati a letto fino a mezzogiorno.
Dal giorno dopo chiamai Louis tutti i giorni e lui iniziò a passare tutti i pomeriggi a casa mia per aiutarmi con Lux e con la scuola. Quando finalmente entrambi riuscimmo a stare bene, Louis mi raccontò che voleva trasferirsi a New York, la città che da sempre aveva sognato. Mi ricordo ancora quanto piansi, sicura che una volta che se ne sarebbe andato anche lui, sarei di nuovo stata male. Mi promise che ci saremmo visti tutti gli anni, e così fu. Per il mio compleanno, per il suo e per Natale mi raggiungeva sempre a Doncaster, per stare con me e la sua famiglia, fino a che non decisi di andare a vivere a Londra e tagliare tutti i contatti con i miei vecchi amici. Doncaster era un paesino di città, tutti sapevano tutto, e quando iniziò a correre voce di una ragazza di diciassette anni che aveva appena avuto una figlia da un ragazzo che era letteralmente scappato, capii che non era più il luogo che faceva per me. Non avrei mai più dimenticato, se prima non avessero dimenticato gli altri. Decisi di far richiesta per il London News e la ottenni, e senza pensarci due volte feci le valigie. La mia vita sembrava aver ripreso ad andare avanti, ero riuscita a trovare di nuovo un senso alle giornate di sole, riuscivo a guardare gli occhi di Lux senza paura di ricordare, e capii che la vita andava avanti per davvero. Ma mai avrei immaginato che un semplice viaggio di lavoro mi avrebbe fatta di nuovo affondare nei ricordi, rovinando tutto.
STAI LEGGENDO
Again? || H.S
Fiksi PenggemarSono passati ormai quattro anni da quando Bethany ha visto Harry per l'ultima volta, decidendo di buttarsi tutto il passato alle spalle. Ha finalmente ripreso a vivere, il tempo ha cicatrizzato le sue ferite e l'unico ricordo che ormai le rimane del...