Un triste trascolo e una caramella all'arancia

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La porta scricchiolante della soffitta, ormai acciaccata dal tempo, si aprì lentamente innanzi a loro, accogliendo nonni e nipotini in quel luogo carico di ricordi e magia. Mentre il piccolo Nathan si fiondava per primo a tirare la manopola del vecchio cassetto per estrarne il suo agognato tesoro, le assi di legno su cui saltellava rumoreggiarono lievemente, segnate dal suo passaggio. Ben presto il suo ingresso fu seguito da un passo più tranquillo: arrivò Giorgio ad aiutarlo nell'impresa, e così il pesante album fu in un attimo al centro della stanza. Ellen e la nonna nel frattempo avevano srotolato a fatica il cavo che dava vita alla magica lampada, le cui stelle luminose cominciavano ora a danzare sulle pareti scure, riempiendo ancora una volta la soffitta con il loro caldo sorriso.

Quando tutti furono disposti attorno al volume impolverato, le pagine iniziarono a fluttuare, una dopo l'altra, susseguendosi come lo scorrere degli anni che quelle immagini raccontavano. Ben presto le dita del nonno si fermarono, posandosi leggere su una fotografia sgualcita dal tempo. Il suo sguardo basso si spense un istante, mentre i suoi occhi si chiudevano sotto il peso dei ricordi:
"La vita è meravigliosa, più bella di qualunque fiaba, ma a volte ci sono momenti in cui, davanti a cambiamenti inaspettati, si dimentica la sua bellezza... Sapete, ragazzi, ora vi racconterò un capitolo triste di questa storia, ma guardandomi indietro, ripensando a quel periodo, mi rendo conto di quanto le difficoltà mi abbiano trasformato, e solamente in meglio."
La mano della nonna si posò a scaldare quelle dita che sfioravano i ricordi, mentre il suo sorriso si rivolse ai nipoti:
"Vostro nonno ha ragione: quando ci troviamo davanti a una prova, è difficile accoglierla con lo spirito giusto, e spesso alcuni finiscono per abbattersi e iniziano a disprezzare la vita stessa. Non si accorgono di come ogni difficoltà racchiuda in se stessa un'occasione per crescere: dipende tutto dallo sguardo con cui l'affrontiamo."
Giorgio annuì, gli occhi lucidi segnati da una profondità insondabile, che solo l'esperienza di una vita intera può dare:
"A volte ci rendiamo conto solo dopo aver scalato una montagna di quanto quella cima ci abbia permesso di arrivare in alto. Solamente da quel punto possiamo vedere ogni cosa dalla giusta prospettiva... Questo fu ciò che accadde anche a me..."
Ellen si sentiva piccola e inesperta, ma era convinta della veridicità di ogni parola del nonno e, sebbene un po' impaurita, rimase con lo sguardo deciso ad ascoltare la saggezza dei suoi amati nonni.

"Ero all'ultimo anno delle scuole medie, erano trascorsi ormai tre anni da quel primo incontro con una ragazzina speciale, e nel corso di quel tempo avevo avuto modo di conoscerla meglio e di crescere insieme a lei. Avevamo vissuto tante avventure in quella biblioteca dalle pareti ricolme di libri e magia, ricordo ancora le risate a crepapelle, le corse a perdifiato nei prati fioriti e nei campi di grano... Con vostra nonna il tempo volava, sulle ali della fantasia. Mi fece conoscere la campagna, liberandomi finalmente dal cemento e dalle mura della città."
Nadia non riuscì a trattenere un sorriso:
"Oh sì, era davvero bellissimo... Le nostre avventure ci portavano in lungo e in largo, forse non ci spostavamo di molto, ma ai miei occhi di bambina era come viaggiare per il mondo intero. Spesso con noi venivano anche Laura, la mia migliore amica, e qualche compagno di Giorgio. Erano delle scampagnate all'insegna dell'avventura."
"Già, e mi sarebbe piaciuto durassero per sempre, ma purtroppo ben presto arrivò il cambiamento inaspettato di cui vi parlavo..."

Il nonno prese tra le mani il vecchio album, sollevando gli occhiali sul naso e avvicinando il viso alla fotografia.
"Questi in primo piano siamo io e i miei fratelli, poco più indietro ci sono i nostri genitori e nello sfondo la nostra casa, un condominio un po' traballante nella zona industriale della città. Quella mattina era arrivato il giorno del nostro trasloco."
Nathan arricciò il naso confuso:
"Cos'è un trascolo, nonnino?"
"Un trasloco, Nathy, significa lasciare la propria casa per andare a vivere in un altro posto."
"Oh, e voi dove stavate andando, nonno? A vivere sotto i ponti?"
Giorgio rise di cuore all'ingenua dolcezza del piccolo bimbo occhialuto:
"No, Nathy, per fortuna ci aspettava un'altra casa, ma si trovava in un posto molto lontano..."
Ellen iniziava a capire cosa quel cambiamento doveva aver significato per il nonno:
"E così hai dovuto lasciare tutti i tuoi amici?"
"Infatti, purtroppo. Ma c'era una ragione ben più importante: mio padre, dopo aver lavorato per tanti anni nelle fabbriche, respirando polveri e sostanze chimiche, si era ammalato e l'unica soluzione, secondo il medico, era trasferirsi in una località di mare, un luogo salubre dove lui potesse trascorrere un lungo periodo di riposo. Così, per il bene della famiglia, in poco tempo la mamma organizzò la partenza e ben presto dovetti accettare la triste realtà. La mia strada e quella di Nadia si separavano, ai miei occhi per sempre, e la mia infanzia di spensieratezza finiva bruscamente."
Ellen era colpita nel profondo da quella triste storia: il nonno aveva dovuto abbandonare tutto, ma era stato pronto a farlo per amore della sua famiglia... E lei che si lamentava di dover cambiare scuola...

"Una volta arrivati nella nostra nuova casa, io e i miei fratelli maggiori iniziammo a cercare un lavoro, mentre i più piccoli rimasero a casa con la mamma e con il papà, che non poteva più lavorare."
"Nonno, ma eri ancora piccolo! Vuoi dire che non hai potuto finire la scuola?"
"Purtroppo no, Elly; anni dopo frequentai dei corsi serali, ma in quel periodo la priorità era aiutare la famiglia e, anche se amavo studiare, dovetti rimandare i miei progetti."
Nathan non capiva tutta quella malinconia: lui, pur di lasciare la scuola, sarebbe andato a fare qualsiasi lavoro, anche subito!
"Nonno, ma perché eri tanto triste? Io sarei felicissimissimo di fare un trascolo al mare e smettere di andare a scuola!"
"Vedi, Nathy, a te piace venire al mare in vacanza, ma sarebbe diverso se dovessi lasciare tutti i tuoi amici e la tua casa sapendo di non farvi ritorno... E quando sarai più grande ti renderai conto che la scuola è importante: è la custode dei tuoi ricordi più belli e la maestra di una vita intera."
Nathan ripensò ai bimbi della sua classe, alle corse nel giardino e alle ore di matematica, le sue preferite: in effetti doveva ammettere che in fondo in fondo gli sarebbero mancate tutte quelle cose... Forse il nonno aveva ragione: la scuola è come una caramella all'arancia, sembra un pochino aspra all'inizio, ma poi ti lascia tanta tanta dolcezza...

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