Le pagine si aprirono e scivolarono come ali di rondine tra le dita ruvide del nonno, pronte a dischiudere i loro segreti. La mano si posò su un foglio ingiallito, indicando due vecchie fotografie in bianco e nero.
"Qui ci sono io da piccolo, avrò avuto tre o quattro anni."
Un bimbo con un cappellino calato sulla fronte, dei calzoni più grandi di lui, una posa un po' goffa e un'espressione vispa li osservava.
"Quella invece è la nonna, più o meno alla stessa età."
Le dita del nonno scivolarono sulla carta, posandosi sulla seconda fotografia. Una bimba con una piccola treccia chiara era seduta nell'erba, tra le mani un mazzo di margherite e negli occhi una gioia incontenibile."Nonno, vuoi dire che anche voi eravate così miniciccioli? Più piccoli di me e di Ellen?"
La nonna rise di cuore davanti a quello stupore sincero:
"Certo, Nathy, siamo stati bambini anche noi, anche se ti sembra impossibile."
Il nonno alzò lo sguardo dal libro dei ricordi, posandolo sui ragazzi.
"Proprio così, eravamo due terremoti pieni di energie e voglia di giocare, come voi."Ellen sorrise immaginando il nonno intento a far slittare le ruote delle macchinine e la nonna con le antenate delle barbie tra le mani:
"A cosa giocavate?"
"Erano giochi tutti da inventare, altro che i giovani di oggi sempre al cellulare! Io e la nonna non ci conoscevamo ancora, io vivevo in città, perché mio papà lavorava in fabbrica; lei invece era figlia di un contadino, e abitava in campagna."
"Giocavamo sempre all'aria aperta. Ricordo le corse a perdifiato nei prati, le collane e le coroncine di fiori che mi piaceva tanto fare, e d'inverno le discese in slittino... Che meraviglia!"
"Nonna, ma giocavi anche con le bambole?"
"Certo, Elly! Ne avevo solo due, intagliate nel legno da mio padre. La mamma cuciva per loro i vestiti con i ritagli di tessuto che le avanzavano e io mi divertivo così tanto a inventare storie sempre nuove... Erano le mie compagne di avventura!"
"E tu, nonno? Andavi in slittino nelle strade della città?"
Nathan si immaginava già una slitta sfrecciare tra le case, sull'asfalto coperto di neve...
"D'inverno spesso andavo anche io nei prati a scendere con lo slittino... La città era molto diversa da oggi, in periferia c'erano campi sconfinati in cui correre e divertirsi."
"Ohhh!"
Nathan osservava lo sguardo del nonno, così immerso nei ricordi di un'infanzia felice e straordinaria. Ellen era curiosa più che mai, voleva sapere tutto di quel passato così diverso, che le ricordava un po' le sue piccole donne."Ci raccontate qualcosa di divertente che ricordate di quegli anni?"
Il nonno era pensieroso, era passato così tanto tempo... La nonna invece si era illuminata, un'immagine era balenata nella sua mente:
"Comincio io! Vi racconto il momento più bello delle mie giornate."
Ellen e Nathan sorrisero e osservarono la nonna, non volevano perdersi neanche una parola del suo racconto.
"Il papà tornava dai campi con i miei fratelli maggiori poco prima di cena. Io aiutavo la mamma ad apparecchiare e la osservavo mentre accendeva il caminetto e dava vita a un piccolo fuoco, rischiarando le pareti della nostra vecchia casa di campagna. Dopo cena ci sedevamo tutti attorno al focolare: io, le mie tre sorelle e i miei quattro fratelli maggiori."
"Quanti eravate, nonna?"
Nathan sgranò gli occhi, al pensiero di avere tutti quei fratelli per casa si sentiva già stanco.
"Io ero la più piccola, in tutto eravamo in otto, senza contare i nostri genitori. Era una famiglia numerosa e molto unita. Proprio quel momento della giornata era dedicato a stare tutti insieme. Ci raccontavamo le nostre avventure e le cose divertenti successe durante il giorno. Il papà e la mamma ci narravano qualche storia sul loro passato, proprio come stiamo facendo noi. Cantavamo insieme e una delle mie sorelle suonava qualcosa al vecchio pianoforte. A volte papà mi prendeva in braccio e mi faceva volteggiare in aria, seguendo le note di un'allegra melodia. La mamma rideva, e poi lui la prendeva per mano, facendo danzare anche lei."
La nonna alzò lo sguardo verso la finestra, con gli occhi velati di nostalgia, osservando il cielo su cui brillavano le prime stelle solitarie."Ricordo quei momenti con tanta gioia, perché quando stavamo insieme scomparivano tutti i problemi. Non importava che avessimo pochi soldi, che fuori ci fosse freddo, che il raccolto fosse stato scarso, eravamo tutti insieme, e questo bastava a cancellare qualsiasi ansia."
"Che bello, nonna! Mi piacerebbe avere una famiglia così numerosa!"
Ellen sognava di potersi prendere cura di tanti altri fratelli più piccoli, di avere una sorella maggiore con cui confidarsi... Quanto le sarebbe piaciuto poter viaggiare nel tempo e osservare la nonna accanto al camino, nella scena che aveva appena descritto. In realtà, chiudendo gli occhi, le sembrava di essere lì. Poteva sentire il tepore del fuoco, ma soprattutto il calore che la famiglia sapeva dare. Anche se la sua era più piccola, lo stesso amore scaldava anche la loro casa, ed era convinta che i suoi genitori, proprio come quelli della nonna, fossero i migliori del mondo, non aveva dubbi.
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Un album di fotografie
FantasíaAlcuni bambini vorrebbero soltanto poter chiudere gli occhi e ritrovarsi già grandi; altri, invece, non vorrebbero mai crescere... Ellen e Nathan vivono la loro infanzia da queste due opposte prospettive, ma entrambi dimenticano un segreto: vivere c...