Gelataio impertinente

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"Nonno, tu che gusti vuoi?"
Una piccola linguetta sbucava dalle labbra di un bimbo con i capelli arruffati e la concentrazione alle stelle. La paletta in una mano e una formina per la sabbia nell'altra, Nathan era accovacciato nella sabbia, pronto a fare faville con i suoi gelati immaginari.
"Devo dirti, però, nonno, che abbiamo finito i coni... La gelateria polpetti ha solo coppette oggi."

Giorgio faticava a fingersi un cliente serio, davanti alla vista di quel bizzarro gelataio.
"D'accordo, signorino, vorrà dire che dovrò accontentarmi. Tutto sommato, meglio una coppetta integra che un cono spiaccicato terra... che ne dici?"
Nathan sollevò la testa, scuotendo il capo vigorosamente.
"Nonno! Ma io non spiaciccico nessun gelato! Sono un esperto di coppette!"
Ellen sorrise, inclinando leggermente la testa per esprimere il suo disappunto, una smorfia divertita a piegarle le labbra:
"Dici davvero? Esperto gelataio Nathan, possiamo chiederti che gusti hai a disposizione?"
Di rimando, Nathy prese a guardare intorno a sé, le mani ora dietro la schiena e gli occhi stretti che scrutavano a terra, in cerca di ispirazione:
"Allora.. Abbiamo.... Gelato alla sabbia, gelato all'acqua di mare..."
Il nonno spalancò gli occhi, incuriosito:
"Che gusti particolari, voglio proprio assaggiarli!"
Il piccolo esperto alzò una mano, come a richiedere il silenzio e l'attenzione:
"Aspetta, nonno! Non ho ancora finito..."
Prese a contare con le piccole dita, come gli avevano insegnato a scuola:
"Abbiamo anche: gelato ai sassolini neri, gelato alle conchigliette e poi gelato alle alghe."
Ellen, schifata, arricciò il naso:
"Mmmh... preferivo i primi gusti. E tu, nonno?"
Lui, tamburellando le dita sul mento, sembrava immerso in una profonda riflessione:
"Sono molto indeciso... ma credo proverò per la prima coppetta il gelato al croccantino di conchiglie e quello al nero di sasso."

Nathan, sodddisfatto di quella scelta, si mise subito all'opera. Piegato a terra, iniziò a raccogliere i sassolini neri sulla spiaggia per farne un mucchietto. Poi fu il turno delle conchiglie: il sederino all'aria e le mani immerse nell'acqua del bagnasciuga, cominciò a setacciare la sabbia in cerca di qualche chiocciola. E così ben presto un secondo gruppetto di conchiglie, in parte integre, in parte in granella, si dispose accanto al primo.
"Ingredienti prontissimi, nonno. Adesso ti preparo le polpettine di gelato."
E in men che non si dica, con la sua palettina rossa, Nathan iniziò a raccogliere un agglomerato informe di sabbia dalle dimensioni pericolosamente grandi, per poi riversarlo con forza sull'improvvisata coppetta, costituita dalla formina verde pistacchio.
"Nathan, ma questa è la gelateria polpettoni, non polpetti: le palline di gelato sono enormi! Spero non lo siano anche i prezzi..."
Il nonno ammirava il nipotino indaffarato, che aggiungeva i sassolini neri sul mucchio di sabbia per dare vita al primo gusto.
"Non preoccuparti, nonnino! Puoi pagare con le monetine della spiaggia!"
Giorgio sembrò colpito da quella risposta così generosa:
"Oh, ma davvero? E quali sarebbero?"
Nathan arricciò le sopracciglia, come se la risposta a quella domanda fosse fin troppo ovvia:
"Ma sono i sassolini più preziosi: i vetrini!"

Ellen, da brava donnina d'affari, iniziò a guardarsi intorno, alla ricerca di quei piccoli cristalli di vetro, così speciali agli occhi dei bambini.
"E quanti ne servirebbero, di preciso, per una coppetta?"
Nathan fece spallucce, mentre con la paletta nella manina preparava la seconda pallina di gelato malformata:
"Oh, beh, non saprei proprio... Una coppetta piena?"
Ellen spalancò le labbra, incredula:
"Nathan, ma cosa dici? Nemmeno in una giornata intera riuscirei a trovarne così tanti."
Lui rideva di nascosto, mentre ruotava con decisione la paletta, per gettare la seconda pallina sopra la prima. Una piccola cascata di sassi seguì il suo gesto, ma l'esperto gelataio non si fece intimidire. Iniziò a raccogliere i sassolini caduti e a rimetterli al loro posto, prima di iniziare a disporre anche le conchiglie.
"Ecco fatto, nonnino! Per te è gratis, solo Ellen deve pagare il suo."
Giorgio prese la coppetta stracolma con mani incerte, mentre scrutava Ellen, curioso di osservare la sua reazione. In un lampo, la nipotina prese a rincorrere il fratello, determinata a non farselo sfuggire:
"Vieni qui, gelataio avido e fetente!"
Nathan, la paletta rossa ancora tra le mani che ondeggiava pericolosamente nella sua corsa precipitosa, iniziò a ridere a crepapelle, mentre quella ragazzina lo rincorreva altrettanto divertita, senza dargli tregua.
"Se ti acchiappo, ti faccio vedere io cosa succede ai gelatai impertinenti!"
La corsa sfrenata ebbe fine in poco tempo, perché Ellen, che aveva le gambe più lunghe e più svelte del fratellino, lo raggiunse sul bagnasciuga e iniziò a fargli il solletico. Nathan si arrise ben presto alla dolce stretta della sorella e, tra risate soffocate e battibecchi di vocine divertite, si gettarono nell'acqua con tanto di schizzi e schiuma innalzati a sommergerli.

Giorgio rise di cuore a quel tuffo con paletta acclusa e non seppe rimproverare i suoi nipotini, che risalirono in un attimo ancora in preda al divertimento. Ellen, da brava sorella maggiore, aveva già perdonato il fratello, e lo sosteneva ora tra le braccia, facendolo girare attorno a lei in una divertente giravolta nell'acqua.
"La prossima volta voglio anche io un gelato gratis, mi raccomando!"
Nathan scosse la testa:
"Mmmh... Ci devo pensare... Solo se mi farai da assistente gelataia!"
Ellen spalancò gli occhi:
"Ma sentitelo! Nessun bambino è mai stato così egoista... E neanche così furbetto..."
Nathan, soddisfatto del compimento, la strinse in un abbraccio, soffocando con quel gesto ogni remora della sorella, che non seppe resistere alla sua sconfinata dolcezza.

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